Wimbledon: con Giorgi non ci si annoia. Bolelli sì, Fabbiano e Ceck no

Italiani

Wimbledon: con Giorgi non ci si annoia. Bolelli sì, Fabbiano e Ceck no

Vittoria in rimonta di Camila contro Cornet. Sfiderà Keys. Simone supera Lu in quattro set. Thomas cede a Querrey con qualche rimpianto. Cecchinato KO contro Nishikori

Pubblicato

il

 

C. Giorgi b. A. Cornet 5-7 6-4 6-4 (da Londra, AGF)

Alizè Cornet: non semplice stabilire il livello di difficoltà del primo turno capitato a Camila Giorgi. Pari negli scontri diretti, (2-2), con Cornet vincitrice nei primi due match sul cemento e Giorgi nelle partite più recenti disputate sulla terra. Ma il maggiore dubbio era legato alla valutazione di Alizè sull’erba. Le statistiche complessive sembravano dare una indicazione chiara: un deficitario 37% (14-23) di vittorie sui prati a fronte di una media in carriera ben più alta (55%).
Però prima di considerare scarsa Cornet come “erbivora” non bisogna dimenticare il suo straordinario Wimbledon 2014, con l’eliminazione addirittura di Serena Williams (1-6 6-3 6-4 al terzo turno), dopo aver offerto negli ultimi due set un tennis di qualità altissima. Di fatto Alizè è ancora oggi l’ultima giocatrice in grado di sconfiggere Serena a WImbledon, e questo rimane un biglietto da visita straordinario.

In una giornata ideale per giocare a tennis, fresca e senza vento, Cornet parte meglio, più pronta e centrata. Precisa e reattiva anche in risposta, con un parziale di 10 punti a 2 sale 2-0, 40-15 e chiude anche il terzo game ai vantaggi. Come previsto Giorgi spinge di più, ma  Alizè è molto efficace nel gioco di contenimento e riesce ad allungare gli scambi; e in questi casi a sbagliare per prima è quasi sempre Camila.
Dopo il secondo break subito da Camila, papà Sergio prova a darle qualche indicazione (per cercare di controllare meglio il dritto), ma è dura invertire la tendenza. Al cambio campo del 5-0 Sergio sta per dire qualcos’altro, ma Camila lo zittisce immediatamente “Papà, basta!”.
La sensazione è che l’avvio in salita abbia irrigidito Giorgi, che non riesce a trovare il ritmo; e praticare un tennis rischioso come il suo essendo carichi di tensione è quasi impossibile. Passano oltre venti minuti di gioco prima che Camila vinca il suo primo game: 5-1. Un segno di vita che conferma l’inversione del trend: ora gli errori sono diminuiti, i colpi sono più incisivi e Alizè fatica a gestire la potenza della palla avversaria. La partita si è ribaltata, con Camila che infila game in sequenza. Salva due set-point sul 3-5 (servizio Cornet) e pareggia i conti: 5-5. Tutto si decide in volata, con Camila che cede il servizio nel dodicesimo gioco anche a causa di due doppi falli: 7-5 in 48 minuti.
In un set dall’andamento così schizofrenico (5-0, 5-5, 7-5) diventa difficile individuare temi tecnici costanti: direi forse che Cornet ha risposto meglio ed è stata comunque efficace nella sua “difesa attiva”; anche quando era obbligata a situazioni di pura opposizione la sua palla era piuttosto profonda e geometricamente ben indirizzata: condizioni che raramente hanno consentito a Camila di colpire da ferma.

Nel secondo set la qualità di gioco si alza, anche se il punteggio mantiene un andamento del tutto anomalo, a coppie di game per parte: 2-0, 2-2, 4-2, 4-4, 6-4. Come dire che in questa fase il servizio non è un fattore significativo per determinare gli equilibri in campo.
Però Giorgi è diventata sicuramente più sciolta, e Cornet in alcune occasioni deve ricorrere a vere e proprie prodezze difensive per rimanere almeno in scia nel set. Camila trova più spesso il tempo per uscire dalle diagonali e chiudere con i colpi lungoliea e anche, qualche volta, a rete. Con uno smash liberatorio dopo un lob atterrato ad un palmo dalla rete, Giorgi pareggia i conti: 5-7, 6-4 in 101 minuti di gioco.

Nel terzo set  sono i tre game iniziali che determinano il risultato: tre break consecutivi, due a favore di Camila. Dal 2-1 (con break) a favore di Giorgi si segue la regola dei servizi e questo definisce il 6-4 conclusivo.
Purtroppo sul Court 8 non è prevista la misurazione della velocità del servizio, per cui dovete fidarvi delle mie sensazioni da bordo campo; che sono queste: nel terzo set dopo i primi game Camila ha deciso di rischiare di più la prima di servizio, aumentando la spinta e la velocità di palla. E questo le ha permesso di ricavare un maggior numero di punti facili nei suoi turni di battuta; non un incremento straordinario, ma in una partita così lottata riuscire a migliorare (anche di poco) una fase fondamentale di gioco può rivelarsi decisivo. Di fronte a questo problema Cornet non è stata in grado di trovare una soluzione che potesse riequilibrare il piccolo svantaggio, se non attraverso l’utilizzo di qualche drop-shot di dritto. Un colpo che le ha permesso di trarsi di impaccio sui primi match point (sul 3-5 15-40), ma non di riequilibrare la partita nel game successivo con al servizio Giorgi. 5-7, 6-4, 6-4 in 2 ore e 28 minuti complessivi.
Insomma, direi che alla fine Cornet si è rivelata un’avversaria tosta anche sull’erba, e per riuscire ad avere la meglio Giorgi ha dovuto crescere in due fasi: inizialmente sul piano emotivo (dallo 0-5 primo set) e poi anche sul piano tecnico.

[Q] S. Bolelli b. Y.H. Lu 6-3 1-6 6-3 6-4 (Michelangelo Sottili)

Chiamato a confermare quanto di buono ha fatto vedere nel tabellone di qualificazioni (entrato grazie alla classifica protetta)Simone Bolelli non delude e si impone contro Yen-Hsun Lu, n. 75 ATP che, come l’azzurro, ha un best ranking da top 40. Entrambi vantano un saldo vittorie/sconfitte migliore sull’erba rispetto a terra e duro e lo giustificano oggi mostrandosi ben decisi a non perdere né campo né iniziativa negli scambi, pur limitando al minimo le discese a rete.

Il primo set è deciso dalla partenza fulminante dell’azzurro che lascia all’avversario due “quindici” nei primi tre giochi. Il primo servizio entra, il dritto fa male, la risposta di rovescio funziona. Quando Simone serve sul 4-2, arriva la reazione di Lu con tre ottimi vincenti, complice anche una scarsa reattività del trentunenne di Budrio. Il cinese di Taipei, di due anni meno giovane, manca però l’aggancio con il servizio e Bolelli può chiudere il set al successivo turno di battuta. Il secondo parziale vede salire in cattedra Yen-Hsun che trova la risposta e comanda gli scambi con il dritto che impatta sempre ben davanti al corpo; dal lato destro di Simone arrivano i gratuiti ed è inevitabile il 6-1 per Lu. Come se nulla fosse, Bolelli ripropone la partenza decisa del primo set, questa volta senza più nulla concedere al servizio e, fra dritti vincenti e (finalmente) qualche variazione con il rovescio slice, si accaparra il terzo parziale per 6-3.

Dopo un MTO per farsi trattare il quadricipite sinistro, Simone comincia il quarto set senza diminuire l’aggressività mostrata nella partita precedente e conquista il break in apertura. Sul 2-0 ha tre palle break consecutive che assomigliano molto a dei match point, ma Lu riesce a salvarsi. L’occasione mancata potrebbe ripercuotersi nel game di servizio successivo, ma il campione di doppio dell’Aussie Open 2015 non trema sul 30 pari e continua la sua corsa. Al termine di uno scambio che toglie il respiro, arriva il secondo break che consente a Simone di servire per il set sul 5-2, ma un po’ di fretta e la reazione disperata di Lu allungano il match. La tensione sale, il pubblico apprezza e Bolelli ci riprova sul 5-4: questa volta non fallisce e al prossimo turno troverà Tsonga contro cui ha perso entrambi i precedenti, peraltro datati 2009.

[24] S. Querrey b. T. Fabbiano 7-6(5) 7-5 6-2 (Matteo Polimanti)

Sconfitta con rimpianti per l’encomiabile Thomas Fabbiano, autore di una prova al di sopra delle aspettative contro un avversario blasonato come Sam Querrey, testa di serie n.24 e capace di sconfiggere lo scorso anno proprio su questi campi, l’allora indiscusso numero 1 del mondo Novak Djokovic. Al giocatore di Grottaglie è mancata l’attitudine a giocare match del genere in palcoscenici così importanti, non riuscendo a mantenere un livello elevato nelle fasi topiche dell’incontro. Per Fabbiano era l’esordio nel main draw di Wimbledon, in cui è entrato senza dover passare attraverso le qualificazioni, grazie ad una classifica (n.91, best ranking) dignitosa, costruita con intelligenza e coraggio. Il tennista pugliese è stato autore finora di una stagione decisamente positiva, con ben 4 vittorie a livello challenger, di cui 3 nella prolifica tournée asiatica sul veloce, superficie su cui si esprime nel migliore dei modi.

Il giocatore più a suo agio nelle fasi iniziali del match è proprio Fabbiano, entrato in campo concentrato e consapevole della tattica da usare per mettere in difficoltà il ventinovenne di San Francisco; il pugliese sfrutta il torpore dell’avversario ed effettua sul 2-2 il primo break del match, grazie a due buoni accelerazioni di dritto inside-out, “gasando” il nutrito pubblico accorso sul campo n.11. Querrey non riesce a sfondare il muro eretto da Thomas e commette troppi gratuiti, soprattutto con il rovescio, solito punto debole dello statunitense. Fabbiano mantiene il break di vantaggio fino al 5-4, quando chiamato a servire per il primo set si irrigidisce e permette al suo avversario di rientrare nel parziale. Nel tie-break Querrey scappa subito di un mini break, si limita a mantenere il vantaggio e con un servizio vincente chiude 7-6 un primo set in cui Fabbiano, si era fatto ampiamente preferire. Nel secondo parziale Fabbiano torna ad essere incisivo, ottiene sul 2-0 un break di vantaggio ma nel game successivo subisce l’immediato contro break; il match è equilibrato ed entrambi si creano numerose occasioni: Fabbiano annulla sul 4-4 una pericolosa palla break, ma non sfrutta nel decimo gioco un set point, annullato con il servizio da Querrey. Anche il secondo set sembra procedere verso il tie break, ma sul 5-5 Fabbiano si fa rimontare da 0-40 e con un brutto errore di rovescio manda lo statunitense a servire per il set: Querrey si aggrappa ancora una volta al servizio e al terzo set point conquista il parziale 7-5.

Nella terza frazione arriva il prevedibile calo di Fabbiano, vistosamente sconsolato per non essere riuscito a concretizzare le tante occasioni avute nei primi due set. Querrey dilaga, ottiene due break nel primo e nel quinto game, e senza patemi archivia la pratica con il punteggio finale di 7-6 7-5 6-2 dopo due ore esatte. La testa di serie numero 24 sfiderà Basilashvili.

[9] K. Nishikori b. M. Cecchinato 6-2 6-2 6-0 (Michele Trabace)

Era una sfida quasi impossibile per il numero 105 del mondo Marco Cecchinato, opposto a Kei Nishikori, numero 9 del seeding, in quello che era a tutti gli effetti il suo esordio su erba. Troppo più esperto e troppo più forte il giapponese, che lasciava qualche dubbio alla vigilia dovuto alla sua condizione fisica dopo il ritiro ad Halle e alle maratone disputate qui in passato con Bolelli (vinte entrambe nel 2014 e 2015 al quinto) e Seppi (sconfitta nel 2013 sempre al quinto). Dubbi che sono stati fugati da un’ottima prestazione, grazie alla quale Kei ha dominato nettamente l’azzurro in tre set. Per Marco rimane la soddisfazione di essere entrato nel tabellone principale di Wimbledon e di essersi lasciato alle spalle il momento difficile della sua carriera dovuto alla squalifica.

Inizio complicato per il tennista palermitano, Nishikori non perdona e vola sul 3 a 0 strappandogli per due volte il servizio. A questo punto Cecchinato riesce ad entrare in partita, si conquista anche una palla break nel quarto gioco, ma serve solo a limitare i danni: il primo set lo vince il nipponico 6-2 realizzando 11 colpi vincenti contro i 2 di Marco. L’inizio del secondo parziale è simile al primo, Nishikori si prende subito un break a zero e grazie ad una riposta vincente lungolinea di rovescio ottiene il secondo break del set volando sul 4 a 1 pesante, andando poi a chiudere anche il secondo parziale con un perentorio 6-2. Per Nishikori 92% di punti con la prima, 80% con la seconda, 12 vincenti e 2 errori non forzati contro i 4 e 7 di Cecchinato. La terza partita inizia ancora con l’azzurro al servizio che cede la battuta nel game d’apertura; il numero 9 del mondo fa praticamente quello che vuole e con un bagel finale chiude la pratica in un’ora e undici minuti. Nel prossimo turno affronterà il vincente della sfida tra Benneteau e Stakhovsky e sarà un test quasi sicuramente più impegnativo.

In sala interviste, Marco Cecchinato appare comunque soddisfatto dell’esperienza. “Ho saputo di esere dentro il tabellone all’ultimo momento, mi avessero detto a inizio anno che sarei entrato a Wimbledon non ci avrei creduto. Contro un top-ten, senza aver potuto prepararmi alla superficie, era impossibile farcela. Ma l’esperienza è stata bellissima, mi piacerebbe provarci di nuovo l’anno prossimo, magari avendo modo di fare dei tornei di preparazione prima.

Risultati:

[Q] S. Bolelli b. Y.H. Lu 6-3 1-6 6-3 6-4
[24] S. Querrey b. T. Fabbiano 7-6(5) 7-5 6-2
C. Giorgi b. A. Cornet 5-7 6-4 6-4
[9] K. Nishikori b. M. Cecchinato 6-2 6-2 6-0

Wimbledon: Kvitova si sente a casa. Vika in rimonta, out Genie
Wimbledon, italiani: sicuri Fognini, Schiavo e Seppi. Vinci, dolore e sconfitta
Wimbledon: Medvedev fa fuori Stan. Nadal e Murray facili

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement