Dopo essersela scampata a Stoccarda, Mischa Zverev questa settimana non ha potuto evitare l’incontro con Roger Federer. Proprio ad Halle, Federer e Zverev avevano dato vita ad un incontro memorabile. Solo nel punteggio per carità, ma pur sempre memorabile. Quattro anni fa, infatti, Roger aveva rifilato una bicicletta al tedesco, impresa riuscitagli solo un’altra volta in carriera. Quest’anno Roger e Zverev si sono già incontrati nei quarti degli Australian Open, dove Zverev aveva avuto qualche occasione giusto nel secondo set. Il tedesco è probabilmente nel miglior momento della carriera, nonostante i risultati altalenanti: è al best ranking, 29, ha raggiunto la seconda finale della carriera, a Ginevra, e i quarti di finale in una prova Slam. Roger, che martedì aveva giocato piuttosto bene, per quanto la superiorità su Sugita fosse tale da rendere difficile formulare un giudizio compiuto, si presenta subito con due ace. Mischa però non gli è da meno, conquistando a zero il turno in battuta e, soprattutto, scongiurando in partenza il ripetersi della bicicletta. Nei primi giochi Roger è un po’ contratto in risposta e falloso da fondo, con un paio di dritti e passanti sbagliati grossolanamente. Federer è anche quello più in difficoltà al servizio, costretto ai vantaggi nel settimo gioco. Pericolo scampato elegantemente con serve & volley e smash in salto. Il game resta principalmente da ricordare per una curiosa disattenzione di Roger, reo d’aver esultato anzitempo su un dritto lungo linea da lui decretato vincente e rimesso invece in campo da Zverev. Scambio interrotto e da ripetere, tra le risate di entrambi i giocatori.
Sul 5-4, quasi inaspettatamente, Roger arriva al set point, complici una risposta vincente di rovescio lungo linea e una seconda lunga di Zverev sul 30-30. Il tedesco però rischi ancora la seconda, questa volta con successo, tirandola a quasi 200 km/h e sulla T . Roger ha un altro set point, annullato dal servizio. E un altro ancora, sempre cancellato dall’aggressività del tedesco con servizio e volée . In un gioco bellissimo e lungo venti punti e dieci minuti, Federer e Zverev si concedono volée e vincenti in serie, in un breve campionario del perfetto gioco da erba. Zverev riesce a riportare la situazione in parità, ma la partita ha subito il primo scossone in termini di livello di gioco. Roger risponde molto meglio che ad inizio partita e il tedesco deve superarsi a rete per evitare di subire il break. Riesce,comunque, a portarsi al tiebreak. Per ora, 41 punti a testa. Federer va subito avanti di un minibreak, con un passante di dritto lungo linea vincente. Uno smash in rete gli costa però il vantaggio. Un altro passante lungo linea, questa volta in risposta e di rovescio, lo porta sul 6-4. È ancora il passante di rovescio, diagonale, che gli regala il set: 7-6 Roger in 52 minuti lottati e, a tratti, spettacolari (52 minuti erano durati i due set del primo turno di Federer). Ventuno vincenti a testa e percentuale di prime per entrambi di poco superiore al 50%.
Nel secondo set, Zverev continua a soffrire al servizio, con Federer che arriva sempre a trenta nei primi tre turni di battuta del tedesco. Roger regala lampi di magia, qualche tiro di spada, qualcuno di fioretto e, a volte, errori grossolani; Zverev attacca imperterrito, sulla prima e sulla seconda è quasi sempre a rete. E funziona. Quasi sempre. Nel nono gioco, sul quattro pari, Roger lascia viaggiare il dritto, e piazza un paio di risposte ed un passante difficilmente controllabili. Arriva così il break decisivo: 5-4 e servizio per Federer. Roger chiude poi a quindici e conquista i quarti di finale, 7-6(4) 6-4. Federer è andato crescendo nel corso della partita: dopo un inizio contratto in risposta, da metà primo set ha preso le misure alle traiettorie mancine di Zverev. Per il resto, tanti punti positivi e qualche dubbio ancora da dissipare (percentuale di prime innanzitutto: 53%), dovuto perlopiù alla ruggine da stop. Contro Florian Mayer, suo avversario domani, ha vinto sette volte su sette. Due di queste proprio ad Halle, nel 2012 e nel 2015.
Il Centrale era stato aperto dalla sfida tra Nishikori e Khachanov (38 ATP). Il russo, ventunenne e in ottima posizione per accedere al Masterino di Milano, ha vinto la prima partita ATP su erba in carriera giusto due giorni fa, contro Simon. Contro il giapponese, terza testa di serie, ci aveva giocato lo scorso settembre agli US Open, perdendo (ma non sfigurando) in quattro set. Questa volta, però, la partita dura poco più di mezz’ora. Dopo cinque giochi particolarmente lottati, di cui quattro terminati ai vantaggi, Nishikori lamenta infatti un dolore ai fianchi che, nel sesto gioco, lo costringe al ritiro. Fino a quel momento, come detto, la partita era estremamente equilibrata: Khachanov serviva bene ma sempre verso gli angoli, dove Nishikori impattava bene in risposta. Poco altro da dire sulla mezz’ora giocata. Terzo ritiro consecutivo per il giapponese ad Halle (nel 2015 in semifinale contro Seppi e lo scorso anno, prima di scendere in campo, al secondo turno contro Florian Mayer).
Dopo una pausa più lunga del solito necessaria a far riscaldare i giocatori, colti di sorpresa dalla fine improvvisa dell’incontro di Nishikori, è il momento del derby moscovita tra Youzhny (88) e Rublev (106), altro rappresentante russo della cosiddetta Next Gen . Rublev, nuovamente come Khachanov, è alla prima vittoria ATP su erba (ha fallito al secondo turno per due anni consecutivi la qualificazione a Wimbledon). Youzhny inizia la partita distratto e quasi svogliato. Va subito sotto 3-0 e, nonostante un breve moto d’orgoglio sotto 4-0, non riesce ad evitarsi il bagel. Rublev ha giocato bene, per quanto non sicuramente in modo eccezionale. Le prime sono meno di 4 su 10 e i vincenti superano i gratuiti di appena due unità. Tanto basta, comunque. Nel secondo set Youzhny inizia con nuova verve e concentrazione. Tiene il servizio nel primo gioco e regge gli scambi più a lungo. Rublev, nel frattempo, fa vedere dei colpi da spellarsi le mani, come un passante di rovescio lungolinea in corsa. Si concede tuttavia anche lui una distrazione e, sotto 3-2, perde tutti insieme gli unici punti persi al servizio nel secondo set. Il break lo da via con un ultimo rovescio finito mestamente in rete e Youzhny, cheto cheto, d’improvviso si ritrova avanti. Il più grande tra i due russi deve annullare tre palle break prima di poter portare vincere il set e riportare la situazione in parità. Rublev è deciso però in avvio di terzo set a vendicare quel piccolo passaggio a vuoto, sufficiente a costargli il set. Nel secondo gioco effettua subito il break su uno Youzhny nuovamente falloso, e si invola velocemente verso la vittoria. Lascia le briciole al servizio e chiude in un’ora e mezza: 6-0 3-6 6-3. Sfiderà nei quarti, in una sfida proiettata al futuro, il connazionale Khachanov. L’unico precedente è dello scorso anno, nel challenger di Quimper, cemento, vinto da Rublev in due set lottati.
L’ultimo incontro, prima dell’ingresso trionfale del Re, vede affrontarsi Lucas Pouille e Florian Mayer. Il tedesco, campione in carica qui ad Halle, è al numero 134 delle classifiche, conseguenza di una stagione disastrosa che lo ha visto vincere due soli incontri a fronte di undici sconfitte. Mayer va avanti di un break nel terzo gioco del primo set, grazie ad un servizio e volée di Pouille eseguito male e terminato peggio. Il punteggio segue stabilmente i servizi fino al 5-4 per il tedesco, quando le cicatrici mentali lasciate da un lungo periodo di crisi come quello vissuto da Mayer, fanno capolino e interrompono la magia. Mayer, fino ad allora perfetto al servizio, commette i primi gratuiti del set e con un dritto in rete fa rientrare in partita Pouille. Il tiebreak ripete il percorso del set. Mayer sale avanti di un minibreak con un delizioso rovescio in diagonale che strappa applausi anche a Pouille. Il rovescio però lo tradisce pochi punti dopo e la situazione è ancora in parità. Sul 6-7, una debole seconda del tedesco viene attaccata efficacemente da Pouille che, nonostante i 24 gratuiti, porta a casa il primo set. La differenza l’ha fatta la testa. Nel secondo parziale Pouille sbaglia meno e Mayer continua nel gioco preciso ed efficace che lo ha condotto a un passo dal primo set. Questa volta, però, è lui a concedere le prima palle break, nel settimo gioco. Annullate quelle, Mayer acquista un po’ di quella fiducia venutagli a mancare in volata poco prima e, sul 5-4 a suo favore, si rende aggressivo sul servizio di Pouille e sfrutta la prima chance concessagli per attaccare e conquistare a rete il secondo set, sei giochi a quattro.
Pouille sembra scarico ad inizio di terzo set, forse stupito dalla ritrovata concretezza del tedesco. Nel secondo gioco va subito sotto 0-30 e poi 15-40 dopo un paio di errori di dritto. Salvate le prime due palle break, un dritto vincente di Mayer lo costringe a dover annullarne una terza. Questa volta però la prima non entra e Mayer può entrare nello scambio. Dopo pochi minuti il tedesco si ritrova dunque sul 3-0, e un parziale, tra secondo e terzo set, di cinque giochi a zero. Pouille molla mentalmente e prova a concedere un altro break con doppi falli ed errori in serie. Tentativo reso tuttavia vano dal braccino di Mayer. Il tedesco riesce comunque a restare agganciato al servizio e a chiudere 6 giochi a 3. Diversi scambi spettacolari verso la fine dell’incontro, con battaglie a rete e recuperi insperati. Ottava vittoria consecutiva ad Halle per Mayer (e terza in stagione, più che in tutti i mesi precedenti). Ora aspetta Federer.
Risultati:
[1] R. Federer b. M. Zverev 7-6(4) 6-4
F. Mayer b. [6] L. Pouille 6-7(6) 6-4 6-3
K. Khachanov b. [3] K. Nishikori 3-2 (rit)
[WC] A. Rublev b. [Q] M. Youzhny 6-0 3-6 6-3