Dopo Wimbledon: da lunedì, dieta

Editoriali del Direttore

Dopo Wimbledon: da lunedì, dieta

Wimbledon alle spalle, dopo la scorpacciata è tempo di rimettersi in forma. Per qualcuno, viaggio… di nozze

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I giorni successivi ad un evento importante portano strascichi di entusiasmo misto a malinconia. Si è contenti perché c’è stato, lo si è meno perché ormai è terminato. Riprendono le routine quotidiane, con sonnacchiosi momenti di pausa in cui si ripensa a quanto avvenuto e perché no, se ne sorride in contemplazione. Tornare alla normalità, dopo un periodo più o meno lungo di estraneazione, è quasi sempre traumatico.

Capita così dopo i tornei dello Slam. L’attesa e l’eccitazione per l’inizio dei match, l’appuntamento fisso con il Centrale, i pronostici, le sorprese. Quattro volte l’anno il mondo del tennis si ferma come se si ripetesse il matrimonio di qualche reale, incanalando le attenzioni e i riflettori nella propria, unica direzione. Infine la marcia nuziale per la finale, lo scambio dei sì al match point, il taglio della torta con la coppa tra le mani. E le foto di rito, che quelle vanno sempre bene.

Quando gli invitati vanno via, restano da risistemare i festoni e i coriandoli, mangiare quasi costretti gli ultimi dolcetti avanzati, ringraziare chi è rimasto fino alla fine; sarebbe curioso se gli sposi, una volta concluso il ricevimento, dicessero: “Speriamo di poter tornare qui il prossimo anno“. La pianificazione però c’è: è il momento di pensare al dopo, fare un bilancio, unire i puntini del passato e tracciarne di nuovi per il futuro.

Dopo Wimbledon, gli (anzi lo) sposo è in viaggio di nozze, ma i partecipanti non hanno periodi sabbatici. Non ci sono esoneri, vacanze. La festa è finita, da domani si torna a lavorare. E per gli invitati di giro più largo, i conoscenti che non si sentono mai ma che “pare brutto se poi non mandiamo loro la partecipazione”, c’è da rimettersi in viaggio e ripartire. È il momento dei tornei di transizione, quelli minori e meno battuti da media e pubblico, magari dal fascino storico e un po’ decaduto, come Newport o Amburgo.

Nel Rhode Island c’è la manifestazione per la Hall of Fame, che quest’anno ha accolto Andy Roddick e Kim Clijsters. Una specie di compleanno poco fortunato, come quelli che cadono a Ferragosto o la vigilia di Natale: un appuntamento di cui pochi si ricordano, perché in concomitanza con un evento ben più importante e accattivante. Una fregatura vera, il compleanno a Natale: un regalo in meno. Figuriamoci chi nasce in periodo di Pasqua, e vede i propri cari cavarsela con quintali di cioccolata.

E lontano dal clamore dei weddings da rotocalco, pare che gli italiani se la cavino piuttosto bene: tre azzurri nei quarti ad Umago, località balneare della Croazia, che ospita gli incontri in un villaggio vacanze, lo Stella Maris. Il più costante, non a caso, è stato anche stavolta Paolo Lorenzi, che giocherà la quarta finale della sua carriera a livello ATP: 1-2 il bilancio nelle precedenti, con l’argenteria vinta a Kitzbuhel lo scorso anno, e il secondo gradino del podio a Sao Paulo nel 2014 e a Quito lo scorso febbraio.

Il senese è l’amico di tutti, quello che non manca mai e che non si può non voler bene: di matrimoni ne ha visti in quantità, applaudendo con discrezione e facendo le congratulazioni, prima di ripartire verso più allegre festicciole Challenger, di cui è l’indubbio protagonista. Uno scapolo d’oro del tennis, per quanto la sua bellissima moglie lo accompagni e lo sostenga ovunque, come merita. In finale troverà Andrey Rublev, che per la prima volta siederà lontano dal tavolo dei bambini.

Peccato per Fognini, che sembra il testimone bello e dannato, ammirato da tutti ma che poi finisce sbronzo per primo. Bello però vedere Flavia Pennetta a bordo campo con il piccolo Federico: la sensazione, come si è detto più volte, è che Fabio stia pian piano acquisendo serenità e quiete grazie alla propria famiglia. Il suo tennis potrà giovarne, ma in alcuni momenti è bene ricordarsi che si tratta di un uomo, e non si può non essere contenti per la sua soddisfazione personale.

Bastad invece è l’evento di cui apprendi nel weekend tramite qualche pubblicità sui social network, quando ti fermi a leggerne e pensi “bello, peccato sia così lontano” e ti accontenti di quello che puoi farti raccontare. L’indigestione di Wimbledon lascia quasi un senso di appagamento, come se dopo tutta quella torta e quello champagne adesso “devo andare in palestra, faccio dieta per un po’”. Come se tutto o quasi il tennis che segue diventasse semplicemente troppo da gestire.

C’è spazio per sguardi vitrei al calendario per calcolare e ricordare, per pensare che “bellissimo matrimonio beati loro che adesso sono in viaggio” e le ferie quando arrivano, adesso che siamo in estate? Considerando che gli eventi a cui partecipare, nel mondo del tennis, si moltiplicano: i Masters 1000 americani sono l’addio al celibato ideale, prima di un altro mega sposalizio newyorchese a inizio settembre.

Lorenzi ci andrà, ancora una volta, come fa da anni: merita l’invito di tutti. Fognini cercherà di non alzare il gomito. Magari non sono tagliati per le cerimonie fastose, per gli eventi mondani. Magari è giusto che godano delle compagnie in cui si trovano meglio. Poche settimane e sarà di nuovo il momento dei preparativi, “che scarpe metto?”, fotografo e band, location. Giusto in tempo per veder ricomparire il novello sposo e i suoi testimoni, che a turno pure hanno avuto di che festeggiare. Oh, diciannove matrimoni però sono tantini…

 

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