US Open: Rublev da urlo contro Dimitrov, del Potro e Thiem ok

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US Open: Rublev da urlo contro Dimitrov, del Potro e Thiem ok

Gran successo del giovane russo: tre set per spegnere gli entusiasmi di Dimitrov. Per la prima volta al terzo turno Slam. Dolgopolov spegne Berdych, del Potro supera Menendez

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A. Rublev b. [7] G. Dimitrov 7-5 7-6(3) 6-3 (da New York, il nostro inviato Vanni Gibertini)

Il giovedì newyorkese che era cominciato con un bel sole si è andato rannuvolando con l’avanzare del pomeriggio. E dev’essere stata più o meno questa la sensazione che ha avuto Grigor Dimitrov durante il suo incontro di secondo turno sull’Armstrong temporaneo contro il “NextGen” Andrey Rublev. Una partita che il bulgaro sembrava potesse controllare agevolmente, ma che invece ha progressivamente smarrito insieme con la chance di andare avanti in un torneo per il quale forse aveva qualche ambizione nascosta, visto il recente successo al Masters 1000 di Cincinnati.

È una gara a chi gioca più vicino al campo: Rublev in difesa è piuttosto impacciato, e tende a sbracciare anche da posizioni improbabili, fidandosi della sua straordinaria velocità di braccio per trovare vincenti anche fuori equilibrio. Dimitrov allunga alla prima occasione, portandosi 3-1 alla terza palla break. Sembra che tutto vada secondo copione, ma una volta arrivati al 5-2 la musica cambia, Rublev riesce a mettere pressione sul bulgaro che negli scambi ad alta velocità sembra avere meno accelerazione. Punto dopo punto il giovane russo entra nel campo ed infila cinque giochi consecutivi conquistando il primo set dopo 52 minuti, senza concedere alcun set point a Dimitrov, che pure era stato in due occasioni a due punti dal set.

Il buon Grigor estrae qualche altro colpo dal suo arsenale, molto più fornito di quello del rivale, ed inizia a sgonfiare la palla negli scambi, usando molto di più lo slice per disturbare le fucilate da fondo di Rublev. E la tattica funziona, perché dopo un game da 14 punti Dimitrov ottiene il break alla quinta opportunità ed allunga fino al 4-1. Anche qui però il vento gira improvvisamente a metà set ed i colpi tagliati del bulgaro che prima mandavano fuori tempo Rublev diventano più alti e morbidi e si prestano molto meglio agli attacchi del russo. Il nervosismo è evidente, Grigor mette in corridoio un diritto per concedere il contro-break, manca due chance del 5-3 e si ritrova sul 4-4. Da lì a poco si arriva al tie-break nel quale Rublev va subito 5-1 prendendo con coraggio il controllo degli scambi anche sul servizio avversario, e poi chiude 7-3 dopo 53 minuti.

Il match di fatto finisce lì perché nel terzo parziale Dimitrov accusa nettamente il colpo per i due set persi da una posizione di vantaggio e si perde in un vortice di errori. Tiene per miracolo il suo primo turno di battuta nonostante due doppi falli, ma in men che non si dica si trova sotto 4-1. Non ci crede più, è evidentissimo dal suo linguaggio del corpo come si veda molto più su uno degli aerei che passano sopra Flushing Meadows che non a giocare gli US Open per i prossimi dieci giorni. Salva due palle dell’1-5, ma è soltanto un modo per rendere il punteggio meno severo. Rublev arriva quindi al terzo turno di un torneo dello Slam per la prima volta in carriera, ed incontrerà sabato prossimo il bosniaco Dzumhur con una chance più che giocabile per arrivare alla seconda settimana di questo US Open.

A. Dolgopolov b. [15] T. Berdych 3-6 6-2 7-6(5) 6-3 (Lorenzo Dicandia)

Alexandr Dolgopolov (64) sconfigge per la seconda volta in carriera il suo opposto e contrario, l’ordinatissimo – e, verso fine partita, parecchio claudicante – Thomas Berdych (15esima testa di serie), in quattro set: 3-6 6-2 7-6 6-3, guadagnandosi il suo terzo terzo-turno in carriera a New York. Dolgopolov, manco a dirlo, va a fiammate: nel primo gioco dell’incontro intontisce Berdych con la consueta abile alternanza di rovesci, e talvolta dritti, in back e topponi di dritto. Il ceco, disorientato dalla mancanza di ritmo, si appoggia all’evergreen servizio e dritto, vincendo il gioco dopo 10 minuti. L’ucraino paga subito lo scotto e si disunisce già nel gioco successivo al servizio, condito da tre gratuiti e perso a zero. Il set finisce poi lì, con Berdych bravo ad annullare due ulteriori palle break con il servizio, al momento di chiudere.

Nel secondo set a Dolgopolov le magie sembrano entrare tutte, mentre il ceco contribuisce con un contemporaneo calo alla battuta, 37% di prime nel parziale, accompagnato da un progressivo peggioramento della qualità del gioco, inficiata da una serie di gratuiti di rovescio, e da un leggero nervosismo. Il terzo set, dopo un iniziale scambio di break, segue fedelmente i turni di battuta, con i giocatori che sembrano, ora uno ora l’altro, provati fisicamente. È Berdych quello che manifesta i principali problemi fisici, zoppicando lievemente e uscendo dal campo per un MTO. Il problema non sembra però tale da costringerlo al ritiro e il set si avvia al tiebreak, conquistato al quarto set point da Dolgopolov con un meraviglioso chop di dritto seguito a rete e chiuso dalla volée. Berdych continua a mostrare segni di cedimento ma, per quanto oscilli, resta ancora in piedi. Dolgopolov allora deve fare i numeri per conquistare il break: è un passante di rovescio incrociato giocato dai teloni che lo porta avanti nel quarto set. Berdych ora serve male e si muove peggio. L’incontro termina dunque dopo due ore e quaranta di lotta di stili. Dolgopolov troverà ora Troicki, contro cui ha un passivo di 3 sconfitte (tutte piuttosto datate) e 1 vittoria (quest’anno ad Indian Wells).

[24] J.M. del Potro b. [Q] A. Menendez-Maceiras 6-2 6-3 7-6(3) (Manuel Calcaterra)

Nella splendida scenografia del Grand Stand e trascinato dal pubblico newyorkese che l’ha sempre amato, la testa di serie n. 24 del torneo, Juan Martin del Potro, vince l’incontro di secondo turno contro lo spagnolo Adrian Menendez-Maceiras, proveniente dalle qualificazione e, comunque, al suo miglior risultato nello Slam statunitense. In quello che era il primo scontro diretto tra i due giocatori, Menendez viene subissato dalla potenza dei colpi del gigante di Tandil, dimostrando di avere ben poche armi a sua disposizione per difendersi soprattutto dalle ormai famose bordate di diritto dell’argentino. Del Potro, inoltre, oggi si presenta particolarmente ispirato anche al servizio, realizzando ben 17 ace, uno dei quali utile a chiudere il set di apertura del match alla prima occasione utile. Malgrado il risultato non sia parso mai in discussione, lo spagnolo tenta di allungare la partita, giocando un terzo set alla pari con il suo avversario, trascinandolo fino al tie break. A questo punto, però, la superiorità del vincitore US Open 2009 emerge nuovamente, mentre, lo spagnolo dimostra di non essere abituato ad appuntamenti così importanti e, complice la “sindrome del braccino”, commette doppio fallo sul match-point (solo il secondo dell’intero incontro), spianando la strada del terzo turno all’argentino, che aspetta ora Roberto Bautista e che, in questo Slam già privo di tante teste di serie, resta la vera mina vagante del torneo.

[6] D. Thiem b. T. Fritz 6-4 6-4 4-6 7-5  (Roberto Ferri)

Secondo i cervellotici estensori delle note dello US Open, le chiavi della vittoria del diciannovenne Taylor Fritz (108 ATP) contro il numero 8 del ranking mondiale, l’austriaco Dominic Thiem, risiedevano nel riuscire a vincere più del 69% di punti con la prima di servizio e più del 28% con la risposta alla prima dell’avversario. In base a quali astrusi calcoli siano giunti a queste conclusioni non è dato saperlo, ma resta il fatto che lo statunitense, pur avendo ampiamente centrato questi obiettivi, ha ceduto il passo alla sesta testa di serie in tre set. Probabilmente sarebbe stato per lui molto più importante trasformare almeno una delle sette palle break avute nel corso dei primi due set o, ancora di più, una delle tre consecutive del quarto set che, se trasformate, lo avrebbero portato al quinto. Comunque Fritz, contro un campione consolidato come Thiem, forse anche galvanizzato dai risultati dei suoi coetanei in questo torneo, ha mostrato di valere molto più della sua attuale posizione in virtù di ottimi colpi da fondocampo, di una risposta al servizio profonda e incisiva e di notevole personalità. Da migliorare profondamente, invece, il gioco al volo apparso molto al di sotto della sufficienza.

I primi due set hanno avuto un andamento analogo. Thiem subito in fuga e poi arroccato in difesa del vantaggio sino alla fine di entrambi i parziali durante i quali lo statunitense lo ha ripetutamente messo in difficoltà nei turni di servizio. Molto bravo e coraggioso l’austriaco in occasione dei due break point consecutivi di Fritz sul punteggio di 5-4 in suo favore nel primo set, annullati con due diritti vincenti; Rino Tommasi avrebbe certamente concesso il doppio circoletto rosso al secondo, consistito in un difficile cross stretto a uscire. Ancora il diritto di Thiem decisivo per decidere le sorti del secondo set quando con esso ha impattato con violenza e precisione il servizio di Fritz nel primo game. Nel terzo set lo statunitense ha finalmente tenuto i suoi turni di servizio con autorevolezza sino a portarsi sul 5-4 in suo favore e, dopo essersi fatto annullare altre tre palle break di cui due rappresentanti altrettanti set point, alla quarta chance si è regalato un meritato quarto set grazie ad un errore di misura di Thiem con il diritto, questa sera poco affidabile. Quarto set tecnicamente inferiore ai primi tre ma molto più emozionante grazie – o per colpa – ai ripetuti errori dei due giocatori. Il festival degli orrori iniziava al settimo game quando il neo-papà californiano regalava il servizio all’austriaco con uno smash scagliato un buon paio di metri oltre la linea di fondocampo. Thiem rilanciava nel gioco successivo con quattro errori consecutivi che riportavano la partita in parità e, sul 4-5 doveva fare ricorso ai suoi colpi migliori, ovvero servizio e rovescio incrociato, per annullare tre set point consecutivi. Fritz, forse scosso dall’opportunità mancata, sul 5 pari sbagliava di tutto e di più e, pur essendosi portato in vantaggio 40-15, subiva un nuovo break a seguito di alcuni disastri commessi a rete. Sul 6 a 5 Thiem smetteva di fare regali e, poco dopo la terza ora di gioco, raggiungeva il terzo turno dove affronterà Mannarino, contro il quale ha vinto nei cinque precedenti confronti.

[18] G. Monfils b. D. Young 6-3 (3)6-7 6-4 2-6 7-5 (Matteo Guglielmo)

Soffertissima vittoria di Gael Monfils sul beniamino di casa Donald Young. L’estro e la genialità da una parte e il grande talento dall’altra facevano presagire uno scontro molto acceso tra i due giocatori, testimoniato anche dall’equilibrio dei precedenti (1-1). Il match ha seguito le previsioni caratterizzandosi di scambi lunghissimi da fondo campo alternati a grandi fiammate da tutte e due le parti. Entrambi i giocatori, come spesso accade, hanno mostrato un tennis ad intermittenza facendo altalenare il punteggio, ma dando vita ad un’incredibile battaglia conclusasi solamente 7-5 al quinto. Da segnalare che nelle fasi finali del secondo set il francese ha smesso di spingere il dritto creando preoccupazioni su un eventuale problema fisico. Nonostante questo, alla fine la maggiore concretezza di Monfils ha avuto la meglio anche se la lotta odierna si è decisa su pochissimi punti. Grande il rammarico per Donald Young che soprattutto al servizio in alcuni passaggi, divenuti poi decisivi, ha concesso qualche errore di troppo. L’americano, passato alle cronache anche per degli spiacevoli eventi, è sempre stato simbolo di grande talento ma anche di discontinuità ed è proprio questa caratteristica che anche oggi ha fatto la differenza in negativo. Grazie ai colpi spettacolari e alla simpatia innata, Monfils rende sempre molto gradevoli i suoi match, ma se l’intento è quello di proseguire in questo torneo, dovrà alzare il livello di gioco sin dal prossimo turno dove dovrà vedersela con David Goffin. Complimenti comunque ad entrambi i giocatori capaci di aver elettrizzato tutti gli spettatori grazie ad un tennis spumeggiante e l’indole da combattenti che entrambi posseggono.

Gli altri incontri (Antonio Ortu)

A incrociare la racchetta col carnefice di Grigor Dimtrov, sarà un eccellente Dzumhur, che dopo un inizio negativo ha passeggiato su ciò che rimaneva di Cedrik-Marcel Stebe. Il giocatore tedesco non giocava uno Slam da più di quattro anni e in questa stagione ha migliorato il suo ranking da 463 a 106 militando tra. Ma oggi ha finito la benzina a fine secondo set, un infortunio ha aperto la via per il miglior risultato a New York per Dzumhur, in gran forma dopo la finale a Winston-Salem e la semi a Los Cabos. Ad attendere Roger Federer c’è Feliciano Lopez, vincitore del derby iberico contro Verdasco in quattro set. Per Feli si tratta del 63° Slam di fila (secondo all-time dietro Roger) e per Nando del 58°. Come Youzhny e Verdasco, nemmeno Lopez ha mai vinto contro lo svizzero nei sei incontri precedenti. L’altro spagnolo a raggiungere il terzo round è Bautista Agut, fresco campione a Winston-Salem e best ranking. Sul campo 12 ha dominato Dustin Brown nel loro secondo incontro della stagione. Sfiderà in uno dei match più intriganti Juan Martin del Potro. Ci sarà la rivincita dell’ottavo di finale di Cincinnati, tra Thiem e Mannarino, nell’ultimo spicchio della parte alta di tabellone. Il francese ha liquidato la wild card USA Fratangelo in quattro set, in un incontro che ha avuto da dire solo nel secondo parziale, in cui Adrian è stato comunque avanti più volte di un break, anche 5-4 e servizio. Eguagliato il suo miglior risultato a Flushing Meadows (terzo turno anche nel 2013 e 2014). Nell’ottavo presidiato da Federer, vince ancora John Millman, che non ha problemi a superare Jaziri in tre set, e sfiderà così Philip Kohlschreiber. Il tedesco ha sfruttato il ritiro di Santiago Giraldo sul 6-2 6-1 3-0, che giocava il secondo turno per la prima volta dopo sei uscite al primo round di fila. Ma oltre a questi ultimi match di poco pathos, c’è stata una partita al cardiopalma, vinta da sotto due set a uno, dalla testa di serie numero 9, David Goffin, contro il mancino Pella. Il belga l’ha spuntata dopo 4 ore e 19 di battaglia, in ripresa, al ritorno dopo l’infortunio alla caviglia, e ha anche sofferto dei problemi anche alla gamba sinistra nel corso del match. Nei momenti decisivi, vedi tie break del quarto, la sua solidità da fondo ha fatto la differenza, in una giornata in cui ha commesso una mole di non forzati davvero insolita per lui. In chiusura di programma sul campo 13, il lucky loser Leo Mayer ha prevalso in rimonta su Sugita e ora attende al terzo turno il vincente del match tra Rafa Nadal e Taro Daniel.

Risultati:

Dolgopolov b. [15] T. Berdych 3-6 6-2 7-6(5) 6-3
V. Troicki b. [Q] S. Travaglia 7-6(6) 7-5 6-0
A. Rublev b. [7] G. Dimitrov 7-5 7-6(3) 6-3
D. Dzumhur b. [Q] C.M. Stebe 4-6 6-4 6-0 6-1
J. Millman b. M. Jaziri 6-1 7-6(1) 6-1
[30] A. Mannarino vs [WC] B. Fratangelo 6-3 6-7(4) 6-1 6-2
[24] J.M. del Potro b. [Q] A. Menendez-Maceiras 6-2 6-3 7-6(3)
[11] R. Bautista Agut b. D. Brown 6-1 6-3 7-6(3)
[9] D. Goffin b. G. Pella 3-6 7-6(5) 6-7(2) 7-6(4) 6-3
[31] F. Lopez b. F. Verdasco 6-3 6-2 3-6 6-1
[33] P. Kohlschreiber b. S. Giraldo 6-2 6-1 3-0 rit.
[3] R. Federer b. M. Youzhny 6-1 6-7(3) 4-6 6-4 6-2
[6] D. Thiem b. T. Fritz 6-4 6-4 4-6 7-5
[18] G. Monfils b. D.Young 6-3 (3)6-7 6-4 2-6 7-5
[LL] L. Mayer b. Y. Sugita 6-7(3) 6-4 6-3 6-4
[1] R. Nadal b. T. Daniel 4-6 6-3 6-2 6-2

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