Cose che forse vi siete persi ma dovreste sapere

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Cose che forse vi siete persi ma dovreste sapere

La prima settimana degli US Open ha regalato momenti memorabili. Le regine? Ostapenko e Osaka. Menzione bonus per un grandissimo Schwartzman

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Gli Slam sono una faccenda seria, lunga, intensa. Succedono un sacco di cose e raccontarle tutte è davvero difficile. Per questo siamo qui a fare ammenda dei nostri peccati e ragguagliarvi sulle cose che probabilmente sono sfuggite anche a voi (se non vi sono sfuggite state pure al gioco, ci teniamo) e che invece dovreste assolutamente conoscere. Disclaimer: c’è un dominio femminile. E non c’entrano le quote rosa, è che proprio le donne ci hanno fatto divertire di più. In testa c’è…

1) …Jelena Ostapenko

Astenersi bacchettoni. La belvetta di Riga è un personaggio che non si trova facilmente sui campi da tennis: astiosa, bizzosa, totalmente incapace di trattenere le emozioni. È uscita dal torneo contro la coetanea Daria Kasatkina, che sostanzialmente è il suo opposto: pacata, dolce, di una serenità quasi contagiosa. Lo dimostra la sua amicizia quasi adolescenziale con Daria Gavrilova, altra che elargisce sorrisi in giro per il circuito.

Insomma, tra “Diavolo Jelena” e “Acquasanta Daria” ha prevalso la più mansueta delle due, come cinque mesi fa in finale a Charleston. Sarà il fatto di aver vinto solo nove game nell’arco delle due sfide o forse la rabbia di essere eliminata dall’ultimo Slam dell’anno, ma durante la stretta di mano Ostapenko non è stata esattamente l’elogio della convivialità. Ormai la “no look handshake” è il suo marchio di fabbrica.

https://twitter.com/EustaceTarwater/status/904326661117796352

Poi c’è che i presenti in conferenza stampa hanno l’obbligo morale di mettere il dito nella piaga, e ovviamente nel post-partita è arrivata la domanda sul rapporto con Kasatkina. Ostapenko, naso turato dal raffreddore e cappellino a comprimere la foltissima chioma e quasi nascondere lo sguardo diabolico, ha risposto in modo sibillino. Abbiamo visto guerre scoppiare per meno, eh (Pyongyang, calm down).

Tu e Daria siete amiche, giusto?
Non la conosco. Giochiamo gli stessi tornei da quando abbiamo 10 o 12 anni, l’ho vista molte volte ma non la conosco“. Letta non rende granché, per questo vi invitiamo a guardare il video. E riguardarlo se necessario, perché il fotogramma dello sguardo di Jelena subito dopo la domanda vale un Pulitzer.

2) Naomi Osaka

A parte il fatto che contro Angelique Kerber è stata straripante, e forse la portata della sua performance è stata (ingiustamente) ridimensionata dai pregiudizi sulla tedesca, che quest’anno non ne ha imbroccata neanche una. Se possibile il meglio lo ha dato in conferenza stampa. E pazienza che sia stata eliminata da una sorprendente Kaia Kanepi. Naomi Osaka per chi non lo sapesse è l’elogio della genuinità. I suoi profili social sono invasi di siparietti a metà tra il goffo e l’esilarante che trasudano una comicità involontaria, del tutto naturale. Dopo la vittoria contro Denisa Allertova un giornalista le ha chiesto dove vagasse la sua mente, ogni tanto (il video parte già dal minuto 4:41). Lei ha risposto in un modo francamente improbabile. E fantastico.

https://www.youtube.com/watch?v=DBPeo6onNdg&feature=youtu.be#t=281

Oh, Dio. Sai, una volta mi stavo allenando, ecco, e per il tutto tempo ho pensato – hai presente? c’è una pubblicità (la trovate QUI, ndr) che dice “Se a te o a qualcuno che ami viene diagnosticato il mesotelioma” – beh, è tutto quello a cui sono riuscita a pensare durante l’allenamento. Mi sentivo tipo “ma perché sto pensando a questo?”. Così durante le pause tutto quello che riuscivo a vedere era quella pubblicità dove c’è una donna che corre in un campo. È stato un ottimo allenamento, intendiamoci. Solo che la mia mente non era lì. Penso fosse soltanto una questione di memoria muscolare e altre cose. È stato un giorno davvero strano”.

Adesso la domanda che ci poniamo noi è: in questo mondo di conferenze piatte e sovrapponibili, in cui tra un “penso di aver giocato una buona partita, ma domani non devo sottovalutare il mio avversario” e un “non faccio pronostici per questo torneo, cerco solo di dare il massimo“, siamo sicuri di meritarci questi momenti splendidi che è in grado di regalarci Naomi Osaka?

3) (la pazienza di) Aleksandr Dolgopolov

I fatti sono questi: Dolgopolov ha perso una partitaccia contro Monteiro a Winston-Salem, una sconfitta tanto inaspettata quanto inusuale era il vantaggio nelle quote attribuito a Monteiro dai bookmaker. Quote sospese, indignazioni varie sui social, tiro al piccione sapendone poco e nulla dell’argomento. La TIU ha ovviamente posto il match sotto inchiesta – è la procedura – e di conseguenza Dolgopolov è stato ascoltato, così come certamente il suo avversario, e le indagini proseguiranno per escludere eventuali responsabilità degli attori in campo. Allo stato attuale delle cose ipotizzare un presunto dolo del tennista ucraino è atto di fantasia come lo sarebbe pronosticare il Grande Slam di Djokovic nel 2018. Nonostante questo un botta e risposta composto da ben quindici domande di fila nell’ultima conferenza stampa di Dolgopolov ha avuto per oggetto le (infondate) accuse di matchfixingIl soldato Dolgopolov ha opposto una stoica resistenza, che potete ammirare nel video qui in basso (dal minuto 1:59 sino alla fine, in pratica).

Per chi non mastica troppo l’inglese, Dolgopolov ha invitato i suoi interlocutori a prendere visione delle dichiarazioni rilasciate dopo il match di primo turno, ha confermato di essere stato ascoltato dal TIU sulla vicenda – e di aver rilasciato informazioni di carattere generico, augurandosi di poter accelerare così il corso delle indagini – e ha spiegato quanto sia pretestuoso immaginare un Dolo(polov) da parte sua, che a volte semplicemente non si è al massimo e si può perdere anche quando si è favoriti. Il tutto è poi scolorato in un battibecco vero e proprio in cui Dolgopolov, visibilmente contrariato, ha risposto a tono fino a che la conversazione non è tornata a vertere sul suo prossimo avversario. Un certo Rafa Nadal, mica uno qualsiasi.

4) Bonus: Diego Schwartzman

Una rapidissima chiusura la merita il piccolo ma grande tennista argentino. Ancora prima di battere Pouille (domani contro Carreno Busta per accedere alla sua prima semifinale Slam), poche ore dopo aver fatto fuori quel marcantonio di Cilic, si era scrollato di dosso tutti i pregiudizi degli addetti ai lavori, colpevoli di apprezzare il suo tennis “con riserva” in considerazione della sua statura. No, Diego a tennis ci sa giocare e anche parecchio bene. Il tennis è per tutti, non solo per quelli alti“. Noi siamo con te Diego.

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