Pagelle: Federer grandi e-venti, Caroline trai vincenti

Pagelle

Pagelle: Federer grandi e-venti, Caroline trai vincenti

La ventesima gemma di Federer ed il primo trionfo di Wozniacki. Il tabù di Halep, gli acciacchi di Nadal e Djokovic. L’esplosione di Chung e il problema slam di Zverev. E l’amore di Thiem

Pubblicato

il

 

Venti di gloria, venti di passione. Venti impetuosi e venti dirimenti. Goditi i tuoi venti, Roger che sembran pochi ma se ti volti a guardarli non li trovi più.

Ci ha provato una, due, tre volte. E alla fine ce l’ha fatta. Rod Laver (10), commosso, ha vinto la sua personale sfida con lo smartphone ed ha immortalato quel tizio lì che stringeva la ventesima coppetta. Perché i geni in fondo si annusano, si riconoscono e si piacciono. E chissà, magari se fosse andata diversamente tanti anni fa, forse oggi staremmo parlando di aggancio a Rod a quota 20 slam.

Che cosa dovremmo dire più di Roger Federer (10, 20, 100 no, nessun voto abbiate pietà, non esiste numero) che non sia stato detto. Certo le sue lacrime commuovono sempre ma prima aveva detto una grande verità con quel sorriso beffardo “Bravo Marin, continua così“. Cioè a perdere.
Povero Marin Cilic (9), che ha giocato la sua buona partita ma nel primo e nel quinto, da bravo palindromo non ci ha capito un acca. Per quanto dovrà espiare quell’oltraggio del 2014? Che poi c’è un destino nel fatto che sia Cilic l’avversario battuto negli ultimi due slam, quello che lo battè nel 2014 in quella che sembrava essere l’ultima occasione per Roger. Che ora si sta specializzando in altre magie, tipo vincere le partite quando dà l’impressione che stia sul punto di perderle.

 

Come sempre l’Australia ci regala storie incredibili, come quella d’amore di Domimic Thiem (4,5) che per non far sfigurare al suo cospetto la fidanzata Mladenovic (3 a parte il doppio) ha pensato bene di adeguarsi al suo livello. Poi c’è la favola di Elise Mertens (8) che, approfittando dell’infortunio di Milik, si è spinta fino in semifinale confermando la regola che pur non avendo il gioco più aggressivo del mondo, ci si può trasformare in un bomber.

E chiaramente quella a lieto fine di Caroline Wozniacki (10), cuore di papà, che nel modo più incredibile ha coronato il sogno di una vita. Una grossa Fett del suo trionfo dovrebbe offrirla proprio a Jana, ma così va il tennis e alla fine la ruota girerà anche per la sventurata Simona Halep (9) che in un solo torneo ha collezionato gli acciacchi di una carriera di Nishikori con la differenza che è sempre stata in campo a lottare e alla fine hanno dovuto davvero ricoverarla. Ma arriverà il suo turno, per la gioia degli amanti del tennis femminile, di quelli che si lamentano di Federer che vince perché Cilic è scarso (come Baghdatis, Gonzalez, Philippoussis, Soderling etc.) e che si esaltano per un torneo femminile sì incerto ma nel quale la vincitrice ha messo a segno meno vincenti in tutto il torneo di quanti ne fa Schwarzman (7 a prescindere) in un solo match.

Ovviamente anche questo torneo è stato quello in cui “il più forte di tutti quando ha voglia” vincerà la prossima volta. O quella dopo. O quella ancora dopo. Nick Kyrgios (6) ha vinto una buona partita, ne ha persa un’altra e poi si vedrà. È assai probabile che i veri rimpianti li avrà Grigor Dimitrov (5,5) in quello che poteva essere il suo torneo, e invece a furia di aspettare il baby-Federer, finirà che uno Slam lo vincerà prima uno tra Leo e Lenny.

Fognini (7) e Seppi (7) hanno reso positiva la spedizione azzurra, portando due azzurri agli ottavi 42 anni dopo. Il che di per se ovviamente è una notizia drammatica sportivamente parlando, ma siamo quasi riusciti a trasformarla in un trionfo. Bravo Sonego (7) sperando di rivederlo a questi livelli e peccato per Camila Giorgi (6) azzoppata anche lei sul più bello in un torneo che poteva regalarle tante gioie.

C’è poi stato il torneo di quelli che non godono di ottima salute. Stan Wawrinka (5) avrebbe fatto meglio ad evitare questa comparsata, Rafa Nadal (6) pareva piano piano trovare la forma e si è rotto sul più bello o sul più brutto: la dura legge del duro. Per anni fautore del “Chi la dura la vince”, comincia a cedere al tempo che passa anche se ha dato la colpa al campo, manco fosse Sarri. E Novak Djokovic (6) dopo il lungo stop sembrava in discrete condizioni ma il futuro pare molto nebuloso. Senza il quarto Fab, Edmund (8) ha tenuto alta la bandiera britannica ma la sorpresa del torneo è chiaramente coreana. Chung (8,5) ha impressionato tutti, tanto da essere paragonato al primo Djokovic non solo per il tennis ma anche per i ritiri “da frustrazione”. Il sospetto è che sia sinistramente simile a Nishikori, ma speriamo vivamente di no.

Sandgren (8) non è Margaret Court e dunque ha suscitato meno (anche se non pochissimi) rimbrotti dai moralisti a comando, Goffin (4), del Potro (4) e Zverev (4,5) si contendono il ruolo di delusione del torneo. Kerber (8) ha dimostrato che ha ancora tanto da dire e da dare a differenza forse di Sharapova (4,5), Hsieh (7) ci ha ricordato che questa è la stagione in cui rivederemo in giro un’altra quadrumane. Svitolina (4,5) invece aveva davanti un’autostrada per la finale e non l’ha sfruttata, meritandosi l’appellativo di nuova Radwanska (5), ma anche l’originale non scherza.

Abbiamo dimenticato qualcuno? Forse Berdych (7) e Fucsovics (7) ma ci perdonerete: hanno dignitosamente condiviso il campo con il Re e tra qualche anno anche questo sarà un evento da raccontare ai nipotini.

Continua a leggere
Commenti

evidenza

Pagelle: Roma, piove Marozsan come piove, Parigi senza il Re Sole

Il favorito Alcaraz sorpreso dal giovane ungherese. L’edizione 2023 degli Internazionali tormentata dalla pioggia premia Medvedev e Rybakina. Ma il futuro è roseo…

Pubblicato

il

Daniil Medvedev - Roma 2023 (foto Francesca Micheli/Ubitennis)

Tutto è bene quel che finisce bene. Il torneo è finito, il Presidente Binaghi ha tenuto la consueta conferenza stampa di fine torneo nella quale, con umiltà, ha comunicato che il Pil italiano si è innalzato del 30% grazie agli Internazionali 2023. Ma non bisogna cullarsi sugli allori e dunque per il 2024 sono in previsione gustosissime novità.
Innanzi tutto, poiché come ha raccontato il Presidente i biglietti sono troppo economici, ci sarà un rincaro “a sorpresa”. Per ovviare all’inconveniente di questa edizione, nella quale gli spettatori che avevano acquistato i  biglietti pensando di assistere ai quarti  maschili e si sono poi trovati ad assistere ai quarti del doppio femminile, dal prossimo anno, insieme al rinnovo della Tessera Fit si potrà versare un contributo di 500 euro alla Federazione per partecipare al sorteggione IBI 2024 che metterà in palio i biglietti per l’edizione della prossima edizione, scoprendo solo il giorno prima a quale sessione si avrà diritto ed a quale prezzo! I possessori della Tessera Gold avranno in omaggio un ombrello autografato da Diego Nargiso ed una cagoule rosa con l’effige di Pietrangeli. Per ovviare alle brutte immagini del campo centrale e del GrandStand semideserti durante la prima settimana del torneo la Fitp ha avuto un’idea geniale: nei pressi dei campi verrano trasferiti, durante il torneo, gli uffici romani delle Poste, dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate Riscossione con gli spalti individuati come sala d’attesa. 

La notizia più importante, ovviamente, è il tetto sul centrale in arrivo per l’anno prossimo, anzi per il 2025, no forse per il 2026, vabbè facciamo 2030 e non se ne parla più. In fondo è stato il maggio romano più piovoso di sempre, come ogni anno
Il tetto consentirà di sfruttare il Centrale tutto l’anno, anche per ospitare altri eventi, tipo i concerti di Sonego. 

 

Venendo al campo, Daniil Medvedev (10) ha finalmente accettato l’idea di mandare in lavatrice i calzini sporchi di arancione e questo può essere un problema per tutti gli altri. Di sicuro per Stefanos Tsitsipas (7) al quale il balletto di Cincinnati è finito per andare di traverso.
Anche Elena Rybakina (9) non era attesa sul rosso ma le sue avversarie hanno preferito autoeliminarsi piuttosto che trascorrere una settimana a Roma in attesa del sole. Peccato per l’eroica Anhelina Kalinina (8,5) che, novella Fantozzi “non dà la mano”, ma come darle torto?
A proposito, le 3 ore e 41 di Kalinina-Haddad Maia unite alla pioggia hanno indotto gli organizzatori a mandare in campo Tsitsipas e Musetti (7) intorno alla mezzanotte, dopo una lunga attesa: non poteva che spuntarla il greco, abituato alle calende, mentre il nostro si è dovuto arrendere, non essendo abituato alle ore piccole.

Non è stato un torneo trionfale per i nostri colori, tra le ragazze ha deluso l’attesa Martina Trevisan (5), mentre Camila Giorgi (4,5) conferma che le sue partite non sono adatte so deboli di cuore. Purtroppo non è stato il torneo di Jannik Sinner (5), giunto nella Città Eterna per divenire l’ottavo re di Roma, ma sorpreso dall’ottavo nano Cerundolo. Dovrà abituarsi a questi alti e bassi Jannik, non tanto i suoi, quanto quelli  degli “addetti ai lavori”: in una quindicina di giorni il nostro è passato dal divenire il prossimo numero 1 a comprimario dei vari Alcaraz e Rune. 
Novak Djokovic (5,5) non è apparso in condizioni smaglianti ma di fronte a questo Rune (9) ci si può arrendere. Il danese è riuscito a non litigare con Fabio Fognini (6,5), ha trovato l’ammirazione e il tifo dei giovani romani e si candida al ruolo di nuova stella del circuito. A Carlos Alcaraz (5) avevano detto che Roma a maggio è l’ideale per abbronzarsi e preparare il Roland Garros: è bastata un po’ d’acqua ed un rampante Fabian Marozsan (8) per spedire il murciano in vacanza anticipata. 
Parigi è alle porte, per la prima volta da mille anni e questa parte non avrà il suo Re Sole. Rafa mancherà a tutti, un po’ meno a quelli bastonati negli anni. Dopo una lunga tirannia avremo un torneo democratico? Chi vivrà vedrà…

Clicca qui per il commento di Ubaldo Scanagatta dopo gli Internazionali d’Italia!

Continua a leggere

evidenza

Pagelle Indian Wells: Alcaraz da numero 1 e la vendetta di Elena

Carlos Alcaraz domina Medvedev e torna in vetta al ranking. Rybakina si prende la rivincita su Sabalenka. Un ottimo Sinner mentre Berrettini…

Pubblicato

il

È stato un bel torneo, il primo master 1000 della stagione, ma noi dobbiamo prima occuparci dei problemi di casa nostra. 

È evidentemente tutta colpa di Melissa Satta (10) e della pubblicità.  Si sa, Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere, Matteo Berrettini (3) non vince più e Taro e amaro è stato questo torneo di Indian Wells. Con un bagno di umiltà, il nostro ha deciso di “retrocedere” al challenger di Phoenix e non è che lì le cose siano andate molto meglio, anche se ci sta di perdere contro un ex Pallone d’oro. Ma dicevamo, il Tribunale dei Social ha individuato la colpevole nella femme fatale che ha osato distrarre Matteo dalla fatica settimanale, perché diciamolo, fino a pochi mesi fa Berrettini faceva vita da asceta, votato alla castità ed il massimo che poteva concedersi era una serata in casa  ad ascoltare una playlist con le canzoni di Sonego (5), oppure una partita a PlayStation con Sinner. Ovviamente anche gli spot hanno la loro colpa, perché i soldi si sa, impigriscono, mica come fino ad un paio d’anni fa quando il nostro Matteo andava avanti a pane e acqua e per fortuna c’era la mensa del Foro italico a sfamarlo. Stendiamo una velina pietosa e andiamo avanti, augurandoci che da Miami la ruota possa girare o, perché no, Melissa si innamori di Alcaraz o Medvedev.

Per fortuna ci ha pensato Jannik Sinner (8) a tenere alto il tricolore in terra americana, battendo un altro top-5 e arrendendosi solo allo scatenato Alcaraz. Anche Jannik però va bocciato, vorrà mica cavarsela con una semifinale ad Indian Wells, una roba che riesce persino a Tiafoe (8),  perché non esiste che un giocatore che veste la maglia dell’Italia, nota potenza del tennis mondiale che ha dalla sua trenta slam, perda contro uno sbarbatello diciannovenne spagnolo. Insomma Sinner alla veneranda età di ventuno anni e mezzo non ha ancora raggiunto  una semifinale di uno slam, non ha ancora vinto un 1000 e non è ancora arrivato nei primi 8 del mondo. Giocatore finito, e senza nemmeno essere stato fidanzato con Melissa Satta, figuriamoci.

E veniamo al torneo. Rune (5) le ha prese dal vecchio Stan (7) e ha dimostrato ancora una volta di essere il più simpatico del circuito. Non siamo informati sulle frequentazioni di Casper Ruud (4) ma i rumors raccontano di serata milanese in compagnia di Berrettini e dunque tutto torna. Lorenzo Musetti (4) invece sta mettendo in atto una strategia geniale: perdere tutte le partite possibili e immaginabili per non avere punti da difendere nel 2024, l’anno della sua consacrazione. Ha vinto Carlos Alcaraz (10), che torna numero 1 del mondo e finché a Djokovic sarà concesso di giocare un torneo su tre, così sarà. Medvedev (9) si è arreso dopo una carrellata di vittorie consecutive, anche se non gli va bene il campo, non gli vanno bene le palle, forse nemmeno il pubblico e gli avversari: figuriamoci se fosse tutto di suo gradimento.

 

Ha vinto anche Elena Rybakina (10) che si è presa una gustosa rivincita dopo il ko australiani contro Sabalenka (9). Insomma dietro Swiatek (7) c’è vita e consentiteci un pensiero dolce alla “vecchia” Petra  Kvitova (7) che è tornata a ruggire Le azzurre? Salviamo Camila Giorgi (6) che per un’oretta ha messo sotto Pegula e Martina Trevisan (6) che ha vinto una partita. Si va a Miami, mi ami o non mi ami, questo è il problema, l’importante è che nulla distragga i giocatori…

Continua a leggere

ATP

Pagelle Australian Open: Nole 10 e gode

Novak Djokovic torna in Australia e torna a vincere. Primo trionfo per Sabalenka mentre Berrettini si consola

Pubblicato

il

Novak Djokovic - Australian Open 2023 (foto: twitter @AustralianOpen)

Diciamo la verità, è stato un Australian Open agghiacciante che non ha offerto alcuno spunto interessante, se non fosse stato per le imprese di Srdjan Djokovic, un uomo che ha un livello di autocontrollo, eleganza e opportunità nei comportamenti pari al numero di vocali nel nome. 
È stato un torneo povero, nel quale non c’era il numero 1 Carlos Alcaraz,  non c’era di fatto Rafa Nadal e chissà se ci sarà più, non c’era Roger Federer e qui mi sa che bisognerà arrendersi all’idea di vederlo sfilare alla Fashion Week di Parigi, non c’era praticamente Danil Medvedev (4) rimasto ai primi due set della finale dell’anno scorso. Per fortuna ci ha pensato Andy Murray (8) a riscaldare i cuori degli aficionados nottambuli ma capirete che se per emozionarci dobbiamo affidarci ad un quasi ex con un’anca di metallo, siamo messi malaccio. 


Quindi che cosa poteva accadere di diverso da quello che accade di solito? Novak Djokovic (10), una volta sicuro di poter tornare ad entrare in Australia, ha ripreso a fare quello che ha sempre fatto da queste parti, e non solo: dominare. Al punto che ai suoi avversari e detrattori non resterà che augurarsi l’esplosione di una nuova pandemia.


Stefanos Tsitsipas (8,5) sognava il primo slam ed il numero 1 del mondo: “sarà per la prossima volta”, ovvero la frase che i giovani , i quasi giovani e gli ex giovani del circuito degli ultimi 20 anni si sono sentiti ripetere in continuazione. Comunque Stefanos l’ha presa con filosofia e con la consueta dose di umiltà: “È scritto, sono nato campione, sono andato a soli tre set dall’essere campione slam,  numero 1 del mondo, Papa, Presidente degli Stati Uniti e presentatore del Festival di Sanremo”.

 

A proposito, per evitare le polemiche legate all’invito al presidente ucraino Zelensky, pare che Amadeus abbia deciso di mandare un forte messaggio di pace ospitando nella serata dei duetti Srdjan Djokovic e Apostolos Tsitsipas che si esibiranno prima in “Sei forte papà” e poi, tenendosi per mano in “Allora ti chiamerò trottolino amoroso dududadadà”


E lo so, dovremmo essere politically correct e tessere le lodi dei semifinalisti Tommy Paul (8), emblema del rinascimento del tennis a stelle e strisce, e Karen Khachanov (8), che ha tenuto alta la bandiera invisibile dell’armata russa…ma insomma i russi i russi gli americani, no lacrime non fermarti fino a domani…e invece diciamo che un torneo dello slam con Paul e Khachanov in semifinale non possiamo sopportarlo. Lo sappiamo, direte,  intanto loro fin lì ci sono arrivati (e infatti gli abbiamo dato dei bei voti, che volete, anche se Struff, Davidovich Fokina, Brooksby, Bautista Agut e Shelton  per arrivare in semifinale non è male come percorso eh?) e invece i membri dello squadrone italico che fine hanno fatto? 


Beh, da questo punto di vista il torneo è stato pressoché drammatico. Jannik Sinner (6,5) ha almeno piantato la bandierina nella seconda settimana, ha peggiorato di un turno il risultato dello scorso anno, ma in compenso ha portato al quinto il finalista del torneo ed è tornato a casa in buona salute e non ha rivoluzionato il suo box: insomma si cresce.


Matteo Berrettini (4,5) in realtà non ha tradito le attese: l’obiettivo era occupare le pagine dei quotidiani italiani durante la seconda settimana del torneo grazie alle imprese realizzate verso le 04.30 del mattino ora italiana. Ebbene, game, Satta and match, Matteo! Sei tutti noi! Applausi!

Lorenzo Musetti (4) invece ha perso male al primo turno, tradendo le attese degli esteti del tennis. Per fortuna ci sono le donne (a prescindere, come direbbe Totó). Rybakina (9)  e Sabalenka  (10) hanno dato vita ad una grande finale e il timore che Iga Swiatek (5) potesse soggiogare l’intero circuito femminile è stato subito fugato. Certo a vedere Aryna Sabalenka campionessa slam e ricordandoci di quando appena otto mesi fa veniva presa a pallate da Camila Giorgi (6) al Roland Garros, viene un po’ di magone.


Suvvia tifosi, la stagione è appena iniziata, grandi novità si intravedono all’orizzonte, non avete idea di quante sorprese ci sono in…serbo!

Continua a leggere
Advertisement
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement