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Al femminile

Dal cemento alla terra: chi migliora e chi peggiora

Da Halep a Sharapova, da Bertens a Ostapenko, conferme e sorprese sui numeri che analizzano il rendimento delle giocatrici sulla terra battuta

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Dal cemento alla terra: chi migliora e chi peggiora (carriera)
Ecco una tabella per confrontare la differenza di rendimento sulla terra, riferita alle prime 32 del ranking attuale. Ho aggiunto anche le tre “big” Serena, Azarenka, Sharapova che per ragioni diverse non sono ai vertici della classifica, ma per le quali rimane comunque interessante poter analizzare i loro dati.
I numeri di questa tabella si riferiscono all’intera carriera. Evidenziate in giallo le tenniste che hanno una percentuale di vittoria sulla terra superiore al 3% rispetto a quella su tutte le superfici.

Accanto ad alcuni nomi prevedibili come Halep, Suarez Navarro, Kasatkina, spicca il dato di Ostapenko con addirittura una differenza positiva dell’11,3% fra la terra e le altre superfici. Considerando che ha sempre dichiarato di preferire i campi veloci, sorprende come i suoi numeri da professionista suggeriscano altro. “Favorite surfaces are grass and hard”, c’è scritto alla voce Bio, della sua scheda WTA; che in pratica (dopo la sparizione del legno e del carpet dal circuito indoor) sarebbe come se Jelena ci stesse dicendo che la terra è la superficie che le piace meno. Eppure ad oggi Ostapenko vanta la vittoria al Roland Garros e anche una finale a Charleston. Statisticamente non sono numeri grandissimi (87 partite su terra in totale), ma nemmeno così piccoli da essere considerati irrilevanti. La seguirò con attenzione nei prossimi tornei per capire meglio se ci sono ragioni tecniche dietro a queste cifre.

Se invece consideriamo il contrario, cioè chi peggiora su terra, troviamo i valori più bassi per Zhang, Barty, Pliskova, Vandeweghe, Kerber, con scarti negativi tra il meno 11 e il meno 8%. Attorno al -5% Wozniacki, Osaka, Konta. A proposito di Johanna Konta: negli ultimi anni (dal 2014 al 2017) aveva collaborato con due coach spagnoli e fino alla scorsa stagione aveva base di allenamento a Gijon. Evidentemente non è bastato per colmare il deficit di chi è cresciuta fra Australia e Inghilterra, due nazioni non orientate alla terra.

Oltre le prime 32 del ranking
Ma naturalmente non ci sono solo le prime 32 del mondo. Intanto in questo periodo rimane sempre da capire cosa faranno Serena e Azarenka; la questione del loro rientro è iniziata a Indian Wells e rimane tuttora viva la curiosità di capire cosa riusciranno a fare nei prossimi mesi. Le loro vicende però sono del tutto specifiche e personali, ed esulano dal tema delle superfici.

Più in argomento è senz’altro Maria Sharapova, visto che nelle sue ultime annate (prima della sospensione della WADA) aveva raccolto i migliori risultati proprio sulla terra. Nel 2017 la stagione sul rosso era coincisa con il rientro dopo la sanzione; e se allora un periodo di rodaggio (sconfitte con Mladenovic e Bouchard a Stoccarda e Madrid) era prevedibile e non allarmante, meno prevedibile e più allarmante è stata la fase successiva, quella dei malanni ripetuti che hanno fermato Sharapova da Roma in poi. Ecco perché quello che accadrà sulla terra 2018 potrebbe diventare importante per capire lo stato fisico-tecnico complessivo di Maria, e se sarà in grado di giocare con maggiore regolarità, senza soffrire di continui acciacchi.

Ma non ci sono solo i grandissimi nomi e i ritorni. Ci sono anche giocatrici che aspettano la terra semplicemente per provare a raccogliere i migliori risultati stagionali. Tra le italiane Sara Errani e Francesca Schiavone hanno sempre confidato sul rosso. Per loro un primo problema sarà avere accesso ai tabelloni dei tornei più importanti, superando i tagli del ranking per entrare nei main draw o nelle qualificazioni, visto che partono dalla posizione numero 91 (Errani) e 157 (Schiavone).

Ricordo infine due giocatrici che hanno sempre fatto bene sulla terra, e che sono reduci da lunghe convalescenze: Timea Bacsinszky e Laura Siegemund. Finalmente Bacsinszky, dopo alcune rinunce precauzionali (Budapest, Lugano), ha accettato la convocazione in Fed Cup: dovrebbe quindi essere pronta per giocare. Siegemund ha invece ripreso da un mese circa. Ipotizzare che siano subito competitive è troppo, ma sarebbe già importante recuperare progressivamente la forma, per tornare più avanti a esprimersi al meglio.

a pagina 3: le ultime stagioni (dal 2016 in poi)

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