Wimbledon, focus tecnico day 1: da non perdere oggi

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Wimbledon, focus tecnico day 1: da non perdere oggi

I match potenzialmente più interessanti del day 1, letti dal punto di vista tecnico. Rovesci a una mano ovunque, partite da over-75, e la speranza di una rinascita

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(dal nostro inviato a Londra)

In rigoroso ordine di tabellone, dall’alto verso il basso, i “consigli per gli acquisti” della prima giornata di Wimbledon. Con un occhio di riguardo per gli aspetti tecnico-tattici più interessanti, almeno potenzialmente. Il fatto che siano confronti esclusivamente tra giocatori che colpiscono il rovescio a una mano, è da ritenersi assolutamente una coincidenza, giuro. Una cosa va detta: il day 1 a Church Road è un momento irripetibile dell’intero anno di tennis. L’erba verde brillante è perfetta, in ogni centimetro di tutti i “courts“, e basta qualche ora di tennis per iniziare l’irrimediabile usura che porta ai deplorevoli campi di patate su cui arrancano i giocatori durante la seconda settimana. Ma per oggi, solo per oggi, godiamoci insieme il gioco più bello del mondo, sulla superficie più favolosa e giustamente iconica, nell’impianto più prestigioso mai esistito. Direi che oltre questo livello non si possa andare, benvenuti ai “Championships“.

Roger Federer – Dusan Lajovic (primo match, ore 14 italiane, campo centrale, precedenti 1-0 Federer)

Senza se e senza ma, ed è un sentimento che si percepisce a pelle sia in sala stampa che mescolandosi tra gli appassionati e i tifosi, da ora in poi, ogni singola volta in cui scenderanno in campo Roger Federer o Rafa Nadal, andranno seguiti con la massima attenzione. Perchè sono i più forti di sempre, hanno fatto cose inimmaginabili nel tennis e per il tennis, e soprattutto perchè sono inevitabilmente avviati entrambi verso la fine di due carriere fuori dal mondo. Oggi tocca a Roger: devo dire che il vecchiaccio malefico l’ho visto bene in allenamento, e ancora meglio in conferenza stampa, allegro, rilassato, spigliato e ironico. Come gioca lo sappiamo tutti a memoria, affronta però all’esordio un serbo di grande qualità, lo stesso battuto al secondo turno qui l’anno scorso (7-6 6-3 6-2): il signor Dusan Lajovic. Che gioca bene, benissimo, tanta classe e potenza nei colpi fondamentali portati in modo classico, ed è in un periodo di splendida forma. A Madrid ha fatto fuori Gasquet e Del Potro, a Lione ha ceduto solo 6-4 al terzo da Thiem, al Roland garros ha portato al quinto Sascha Zverev. Perderà da Federer, ovviamente, ma sarà bello da vedere lo stesso.
Consigliato a tutti, perchè sarà una partita da far vedere nelle scuole tennis.

Stan Wawrinka – Grigor Dimitrov (terzo match, campo centrale, precedenti 4-2 Dimitrov)

Match che vede da un lato della rete tre Slam, e il rovescio a una mano più potente, carico e incisivo di sempre, forse insieme a quello di Gustavo Kuerten, dall’altro il campione in carica delle ultime ATP finals, dotato di un tennis a tutto campo di eleganza e perfezione tecnica quasi – quasi! – di qualità “svizzera”. Un confronto tra Stan-The-Man Wawrinka e Grisha Dimitrov avrebbe avuto, fino a un paio di anni fa o anche meno, assoluta dignità di semifinale Slam, come minimo. La speranza, più dettata dall’affetto e dall’ammirazione che da una reale valutazione tecnica, è di rivedere Stan competere al livello che gli spetta, e magari, visto che non credo ci sia nulla che possa essere più stimolante del giocare in un bel pomeriggio di sole sul centrale di Wimbledon, potrebbe anche scattare la molla della riscossa. Non si è mosso male al Queen’s, certo siamo ancora lontani dallo spaccapalle che fu. Il buon vecchio Grigor, da parte sua, sembra ormai adagiato in quella che per chiunque sarebbe una posizione prestigiosa di classifica, ma per lui dovrebbe essere un’inaccettabile stallo. Non ci spera più quasi nessuno, ma inevitabilmente, a ogni Slam, il sogno sarebbe il salto di qualità (leggi: minimo andare in finale) definitivo, che probabilmente non succederà mai.
Consigliato a chi è capace di godersi l’eleganza dei gesti senza preoccuparsi dei risultati.

Ivo Karlovic – Mikhail Youzhny (secondo match, campo 17, precedenti 4-1 Youzhny)

Non so, in tempi recenti, quante partite a livello Slam abbiano avuto in campo una somma di oltre 75 anni come totale delle età dei giocatori. Ma l’età non importa, evidentemente, al 36enne Youzhny e al 39enne Karlovic.  Sono rispettivamente numero 102 e 112 del mondo, eppure non hanno ancora perso la voglia e il piacere di competere lottando, spesso attraverso le qualificazioni, per arrivare ai palcoscenici più prestigiosi. Tecnicamente, da un lato abbiamo il servizio più performante (inteso come colpo singolo) della storia del gioco, dall’altro un rovescio di bellezza e fluidità senza eguali, roba uscita direttamente dagli anni ’70 e ’80, una sorta di sbracciata monomane a volte accompagnata anche con la mano sinistra, come faceva Borg. Considerata l’anagrafe, ogni torneo potrebbe essere l’ultimo, per entrambi: il campo 17 sta esattamente in mezzo all’impianto, tra il centrale e il numero 1, ed è – insieme al 18 – uno dei più affollati in ogni giornata, pieno di tifosi per ogni incontro. Forza “Soldatino Mikhail” e “Doctor Ivo”, fategli vedere cosa sapete ancora fare.
Consigliato a chi non si rassegna al passare del tempo, ama le ovalizzazioni eleganti, e ricordando gli anni ’90 si diverte con il pallottoliere per contare gli ace

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