Connors e il caldo: "Io avrei giocato anche nel Sahara"

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Connors e il caldo: “Io avrei giocato anche nel Sahara”

L’ex campione statunitense pungola i giocatori: “Era caldo? Per 3,5 milioni avrei giocato nel deserto. Andate là e date tutti voi stessi”

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I primi giorni di questa edizione 2018 degli US Open sono stati segnati più dalle estreme condizioni climatiche che dal bel tennis. La temperatura nella giornata di ieri ha raggiunto i 38 gradi centigradi, costringendo i giocatori a lottare più contro il caldo che contro l’avversario dall’altra parte della rete. Gli stessi organizzatori del torneo si sono dovuti inventare una “heat policy” ad hoc per cercare di limitare i danni. Solo ieri sono arrivati due ritiri dovuti all’eccessiva calura newyorchese, quelli di Stefano Travaglia e Ricardas Berankis. “Non riuscivo a camminare il linea retta, quando alzavo la palla ne vedevo due o tre. Era evidente che non potessi continuare in quelle condizioni”, ha affermato l’italiano dopo la partita. Anche Novak Djokovic ha sofferto particolarmente la rovente giornata di ieri, tanto da richiedere un cestino da poter tenere a portata nel caso avesse dovuto vomitare.

C’è però qualcuno che pensa che i giocatori stiano facendo molto rumore per nulla e che le nuove leve tennistiche si siano un po’ “rammollite”. Quel qualcuno risponde al nome di Jimmy Connors. L’ex numero uno del mondo, cinque volte vincitore degli US Open (unico peraltro a conquistare il trofeo su tre diverse superfici), ha risposto ad una foto pubblicata su Twitter da Boris Becker nella quale si può vedere Djokovic visibilmente sofferente per il caldo. La foto è corredata da una semplice descrizione: “Giornata torrida oggi. Caldo e umidità agli US Open”. Molto più accalorata (ironia della sorte) la risposta di Connors: “Era caldo? Per avere la possibilità di giocare per 3,5 milioni di dollari, avrei giocato a mezzogiorno nel deserto del Sahara. Essere in ottime condizioni fa parte del gioco. Andate là e date tutti voi stessi. Buona fortuna giocatori!”.

L’uscita non è delle più felici, anche se leggermente edulcorata dagli incoraggiamenti e dai saluti finali. In particolare il riferimento all’entità del montepremi risulta poco elegante. Indubbiamente i giocatori in tabellone sono dei privilegiati, come tutti gli sportivi ad alto livello in generale, ma sono prima di tutto persone ed è normale e comprensibile che, costretti a giocare in condizioni estreme, siano portati a lamentarsi. Probabilmente nessuno dei tennisti impegnati ieri in campo ha pensato minimamente all’assegno a lui riservato, mentre giocava e il termometro segnava 38 gradi. Quanto al fatto che Connors sarebbe sceso in campo anche nel Sahara arroventato dal sole di mezzogiorno, non ci sentiamo di negarlo. La storia ci ha consegnato un Jimbo estremamente attaccato al gioco, sia ai suoi aspetti più romantici che a quelli più prettamente economici. Di Jimmy Connors però ce n’è uno solo.

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