Stephens: "Sono cresciuta". Mamma Vika a casa non vuol stare

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Stephens: “Sono cresciuta”. Mamma Vika a casa non vuol stare

Ad Azarenka la passione non manca: “Se non pensassi di poter tornare al livello del passato non sarei qui”. Stephens distribuisce i meriti: “Devo tanto al mio coach”

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L’anno scorso ricopriva il ruolo di outsider – tornando a giocare dopo un lungo infortunio – quest’anno invece Sloane Stephens è la testa di serie n. 3, nonché campionessa in carica e come sottolinea lei stessa dopo la sudata vittoria su Vika Azarenka“Un sacco di cose sono cambiate e sono felice dei progressi fatti. Penso sia un normale processo di crescita”. Ma a cambiare è anche l’approccio alla partita e il modo in cui ci si presenta davanti all’avversaria. “Le prime volte che ho giocato contro Vika io ero la giovane arrembante, tutta contenta di essere in campo con la n. 1 del mondo campionessa Slam e non mi aspettavo necessariamente di vincere, mentre adesso si sono un po’ ribaltate le cose. Ora sono nella posizione in cui credo fermamente di poter vincere la partita e questo cambia inevitabilmente le dinamiche“.

Gran parte del merito dei suoi successi va condiviso con il coach Kamau Murray e parlando della loro relazione Sloane fa sapere che: Lui sa cos’è meglio per me. Anche se non saremo mai migliori amici e ci sono dei momenti in cui non andiamo d’accordo, se c’è una buona alchimia va bene così. Certe volte ci si fa prendere dal panico e si licenzia il proprio coach perché si sente la necessità di fare dei cambiamenti; quelli sono i momenti in cui io non voglio assolutamente parlargli, tuttavia è lui che negli ultimi tre anni mi ha aiutato a trovare equilibrio nella mia carriera”.

Ad entrare più nello specifico del match invece è stata Vika Azarenka, recatasi in sala stampa cinque minuti dopo la sconfitta: Non è facile stare sedute qui e cercare qualcosa di positivo dopo la sconfitta. Bisogna comunque sforzarsi di essere ottimisti ed è quello che devo provare a fare io”. Come si sente spesso ripetere nel tennis non tutti i punti hanno le stesso valore e in questo terzo turno “tutto si è deciso in uno, due punti durante i quali non sono riuscita a fare abbastanza e questo mi è costato il match” ha detto la bielorussa. “Ho la sensazione di non esser riuscita a chiudere le opportunità che mi sono creata e sta qui la differenza tra vittoria e sconfitta. Avrei dovuto ridurre il mio numero di errori non forzati perché al momento è questo problema che mi sta costando le partite. Dovrò lavorarci su”. L’inerzia del match inoltre è stata influenzata dalla pioggia che ha costretto le due giocatrici ad attendere la chiusura del tetto sull’Arthur Ashe Stadium. La numero 79 del mondo non ha cercato scuse ne ha voluto creare polemiche, ma ha comunque suggerito che “se ci si aspetta la pioggia sarebbe meglio chiudere il tetto sin da subito”.

La bielorussa tuttavia non è una che passa troppo tempo a leccarsi le ferite, e come ha suggerito anche Venus Williams bisogna guardare avanti e per lei ciò significa Asian Swing. “Finché sono in salute andrò a giocare i tornei che avevo programmato; non vedo l’ora di tornare in Asia, è passato un sacco di tempo dall’ultima volta”. Quest’anno è il primo, dopo la nascita di suo figlio Leo, che Azarenka riesce a giocare con continuità e si comincia a rivedere il bel tennis del biennio ’12-’13 anche se i risultati stentano ad arrivare. “Al momento cerco di essere felice per essere tornata a lottare come ho fatto oggi. Tutto ciò è qualcosa di positivo per me e se non pensassi di poter tornare al livello del passato non sarei seduta qui, me ne starei a casa a fare un sacco di altre cose e farle con successo, ma questo è ciò che voglio“.

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