US Open 2018: il club delle prime volte

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US Open 2018: il club delle prime volte

In nove giorni tante cose sono accadute nel torneo e molti giocatori, nel bene e nel male, hanno fatto segnare dei primati

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da New York, il nostro inviato

Lo Us Open 2018 sarà ricordato senza ombra di dubbio come una delle edizioni in cui il caldo e l’umidità sono state maggiormente protagoniste. Non solo: in questi nove giorni di torneo tante cose sono accadute per la prima volta e tanti eventi, soprattutto diversi giocatori, hanno scritto una nuova pagina di storia sui campi del parco di Flushing Meadows. Persino la geografia degli ottavi maschili ha fatto la storia.

Per la prima volta nella storia del torneo, ad esempio, sono state interrotte le partite de i tornei juniores a causa delle temperature troppo alte. I professionisti invece, meglio preparati fisicamente, hanno continuato a giocare normalmente. L’interruzione del gioco è andata avanti per un paio d’ore. Per la prima volta nella storia, inoltre, sempre a causa del caldo asfissiante, è stata introdotto un break di dieci minuti nell’intervallo tra il terzo e il quarto set per gli uomini e tra il secondo e il terzo set per le donne.

Ma le prime volte non sono finite qui: non era mai accaduto, ad esempio, che la tennista numero 1 al mondo e prima testa di serie perdesse all’esordio sui campi di Flushing Meadows: lo scorso lunedì Simona Halep ha stabilito un record perdendo contro Kaia Kanepi. E con l’eliminazione nei trentaduesimi di finale di Caroline Wozniacki, per la prima volta sui campi di Flushing Meadows le prime due teste di serie sono evaporate prime del terzo turno.

C’è stato spazio anche per primati ellenici: Maria Sakkari è diventata la prima greca ad essere inserita tra le teste di serie di un torneo del grande slam: non accadeva dagli Australian Open 2007 quando a riuscirci fu Eléni Daniilìdou. Joao Sousa invece ha portato il Portogallo per la prima volta al quarto turno di uno Slam. Questa è anche l’edizione dei giapponesi: Naomi Osaka è la prima giapponese a raggiungere i quarti di finale allo US Open dal 2004, quando toccò a Shinobu Asagoe. E proprio la nazione del Sol Levante, per la seconda volta nell’era Open, ha un uomo e una donna nei quarti di finale di un torneo del Grande Slam: anche Nishikori ha raggiunto il medesimo traguardo. Non accadeva dal 1995, quando a Wimbledon giunsero tra i primi otto Kimiko Date e Shuzo Matsuoka.

Lesia Tsurenko, invece, è diventata la prima tennista ucraina a raggiungere i quarti di finale dal 2009, quando a raggiungere il risultato fu la connazionale Kateryna Bondarenko. E sempre in casa ucraina, per la prima volta nell’era Open due tenniste (oltre a Tsurenko, anche Elina Svitolina) hanno raggiunto la seconda settimana di uno Slam. La storia è stata scritta anche in casa bielorussa: Victoria Azarenka, Aryna Sabalenka e Aljaksandra Sasnovich hanno raggiunto il terzo turno in uno Slam. La Bielorussa non ne aveva mai portate così tante.

Il Belgio, infine, non aveva una giocatrice agli ottavi di finale dal 2010 (quando ad accedervi furono Yanina Wickmayer e Kim Clijsters): quest’anno ci è riuscita Elise Mertens, poi sconfitta da Stephens. Marketa Vondrousova è invece diventata la prima teenager a raggiungere gli ottavi a Flushing Meadows dal 2016 (allora ci arrivò Ana Konjuh). La mancina è anche la più giovane giocatrice della Repubblica Ceca ad avanzare agli ottavi Slam dal 2005, sempre a New York, quando a riuscirci fu Nicole Vaidisova, attuale compagna di Radek Stepanek.

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