New York-Tashkent: notizie dal rovescio a una mano - Pagina 2 di 3

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New York-Tashkent: notizie dal rovescio a una mano

Da Francesca Schiavone a Margarita Gasparyan, passando per Carla Suarez Navarro, è stato un periodo ricco di spunti per il rovescio a una mano

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2. I trent’anni di Carla Suarez Navarro
Ma Flushing Meadows 2018 è stato un torneo importante per il rovescio a una mano anche per quanto è accaduto, in campo e non solo, a Carla Suarez Navarro. Classifica alla mano, oggi Suarez è la miglior rappresentante di questa particolare esecuzione (posizione numero 23). Ma, al di là del ranking e del rendimento attuale, il rovescio di Carla appaga anche esteticamente. Il suo è un colpo straordinariamente naturale ed elegante, frutto di un talento superiore, che le permette di essere tanto efficace quanto estremamente fluida e costantemente in controllo; in una parola, un gesto davvero “bello”:

Qualche settimana fa a New York, Carla ha offerto ottime partite: ha sconfitto una Top 10 come Caroline Garcia e ha raggiunto i quarti di finale, eguagliando il miglior risultato in carriera (che risaliva al 2013). Forse la giornata più memorabile del suo torneo è stata quella del 3 settembre, quando è stata protagonista del match di sessione serale contro Maria Sharapova. Protagonista non solo perché ha infranto l’imbattibilità in notturna di Sharapova agli US Open, ma perché quella vittoria ha coinciso con la data del suo compleanno: trent’anni esatti.

Volenti o nolenti, i 30 anni sono considerati una età simbolo, che per uno sportivo segna la seconda fase di carriera, quella che conduce al ritiro. Ricordo che in questo momento in WTA le due monomani, più competitive sono entrambe over 30: Suarez Navarro, appunto, e Tatjana Maria, numero 77 del ranking e trentunenne, visto che è nata l’8 agosto (come Roger Federer) del 1987. In Top 100 la più giovane presente è la quasi ventiseienne (compirà gli anni il 16 ottobre) Viktorija Golubic, numero 89 WTA.

Per questo la sera della vittoria di Suarez contro Sharapova mi domandavo per quanto tempo ancora avremmo potuto assistere alle partite di Carla, e alle sue doti esecutive superiori. Senza andare troppo lontano, per apprezzarle basta riguardare il rapido match point di quel giorno. Un punto in cui emerge tutto il talento di una giocatrice che è stata anche Top 10, ma un punto che probabilmente spiega anche perché per una donna non è semplice utilizzare questo colpo.

Match point; a un passo dalla sconfitta, Sharapova ricorre al servizio kick: scelta non tanto usuale per Maria, ma in questo caso molto logica, visto che il kick è particolarmente efficace contro a una giocatrice monomane, di statura relativamente bassa. E infatti Carla per ribattere deve “arrampicarsi” verso la palla, per rimandarla come può. Ne esce una risposta tenera, e Masha ne approfitta per attaccare immediatamente, in uscita dal servizio. Ma il suo inside-in non è sufficientemente incisivo; Carla si salva con un dritto in allungo e riesce a chiudere lo scambio con il colpo successivo: proprio un rovescio in avanzamento, per togliere tempo all’avversaria. Un rovescio che, grazie alla esecuzione “piena” quasi a tutto braccio, diventa imprendibile per Sharapova, che non riesce a intercettare nemmeno impugnando con la sinistra. Notevole conclusione di una serata memorabile:

Ultima nota su Carla Suarez Navarro. C’è un aspetto che la avvicina ulteriormente  a Schiavone e Vinci. Tutte e tre appartengono alla stessa tipologia fisica: giocatrici di statura attorno al metro e 65, e con grande sensibilità di braccio, proprio come l’ultima grande fuoriclasse del rovescio a una mano, Justine Henin. Una statura sempre meno frequente se confrontata con le nuove leve che spesso sono una quindicina di centimetri più alte.

a pagina 3: Il ritorno di Margarita Gasparyan

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