ATP Finals, effetto round robin: "Domani è un altro giorno"

Interviste

ATP Finals, effetto round robin: “Domani è un altro giorno”

Federer sulla formula a gironi: “Non hai il coltello puntato, c’è meno ansia”. Thiem e Nishikori provano a voltare pagina, Anderson si gode una semifinale quasi certa

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Avanti alla giornata. Non perché ci sia spazio, a questi livelli, per l’improvvisazione. Ma perché l’aspetto mentale al termine della stagione può risultare prevalente su dettagli tecnici su cui è assai ridotto il margine di miglioramento. Roger Federer ha riaperto (e salvato) il torneo riemergendo ai danni di Thiem, per poi archiviare lo scivolone di 48 ore prima solo sul piano motivazionale: “Non so cosa sia successo contro Nishikori, sarà stato l’effetto della formula a gironi. Non hai il coltello puntato, non c’è l’ansia che una mezz’ora negativa possa farti tornare subito a casa“. KO già dimenticato per lo svizzero, che ha confermato la strategia soft di preparazione al prossimo match, senza voler forzare la quotidianità degli allenamenti.

Federer chiuderà il girone trovando sulla sua strada chi sembra star meglio di tutti, quel Kevin Anderson che a Wimbledon riuscì a smontare le sue certezze. “Ma non credo che la sconfitta subita in rimonta a luglio possa condizionarmi più di tanto – dribbla – magari andrò ad analizzare i precedenti su superfici più simili a quella che ci riguarda adesso“. Head to head che, detto di Wimbledon, sono complessivamente quattro, tutti favorevoli, sparsi però tra il 2013 e il 2015. Anderson, tra l’altro, è l’unico che la semifinale l’ha (quasi) ipotecata in un girone dove ogni altro scenario è ancora possibile. Ecco perché, quando gli viene chiesto chi preferirebbe affrontare in finale, Federer replica: “Non posso permettermi il lusso di un pensiero del genere, in questo momento“.

Chi ha già riaperto la valigia sul letto, proiettato alla off season in dolce compagnia della sua Kiki, è proprio Dominic Thiem. Dopo due KO, la sopravvivenza dell’austriaco nel Masters londinese resta appesa a improbabili forzature aritmetiche. Ecco perché accenna già un breve bilancio di ciò che è stato il 2018, pur lasciandosi uno spiraglio: “Ho commesso troppi errori gratuiti, certamente non è facile giocare qui e lo stiamo vedendo (risponde a una domanda sulla combinazione tra superficie e palline, ndr) ma non dico ciò per giustificare i miei errori, tutt’altro. Ci tengo a giocare una buona partita, non importa se sarà l’ultima qui, devo ritrovare il mio tennis per poi eventualmente ragionare sui risultati degli altri. Sta per andare in archivio una stagione comunque positiva, ma l’obiettivo per il nuovo anno è trovare una maggiore continuità, evitare il più possibile serate negative come questa“.

Vuole girare pagina in fretta anche Kei Nishikori, ai margini sin dal primo game di fronte a un Kevin Anderson che ha sfiorato la perfezione. Il giapponese ha dovuto dar conto dell’incredibile oscillazione del suo livello a distanza di 48 ore, senza accampare scuse: “Mi sentivo bene, semplicemente è stata una delle peggiori giornate dell’anno per me, combinata a una sua grande prestazione. Certamente non era il miglior Federer quello che ho superato, ma sono stato felice di quel risultato. Per battere Thiem adesso devo necessariamente alzare il mio livello“. A Vienna, appena qualche settimana fa, l’austriaco raccolse appena una manciata di game. “Ma sarà tutt’altra storia – ammonisce Kei -, qui la superficie è più veloce“.

Il cerchio si chiude con chi davvero si è preso la copertina di giornata. Kevin Anderson, pur in gran forma, è andato anche oltre le migliori aspettative. Sul servizio di primissimo livello c’era poco da scoprire, “ma sono riuscito anche a rispondere bene nei turni di battuta di Nishikori, mettendogli pressione sulle seconde. Federer è il migliore di tutti i tempi. Io ho giocato due grandi partite ma le condizioni possono cambiare da un giorno all’altro”. Dopo aver raccontato come la sua stima per Wayne Ferreira – icona del tennis sudafricano – si sia tramutata in sana voglia di emulazione, Anderson ha anche confermato le donazioni ai vigili del fuoco di Los Angeles impegnati nella lotta agli incendi in California. Un bonifico per ogni ace (il conto si è fermato a dieci), insieme ai consueti benefit riservati a chi si prende cura degli amici a quattro zampe. “Aiutare i cani resta una grande passione mia e di mia moglie Kelsey”.

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