La 'testa' dei Next Gen non convince Djokovic. Isner sprona i suoi

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La ‘testa’ dei Next Gen non convince Djokovic. Isner sprona i suoi

Nole riconosce il precoce sviluppo fisico dei Next Gen, ma “c’è da lavorare dal punto di vista mentale”. E Zverev ammette: “I grandi ‘vecchietti’ non sono così facili da superare”

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Il tennis sta vivendo un periodo di grande fermento, con il sorgere di nuove competizioni a squadre, esibizioni faraoniche e Finals per tutte le età. Per riuscire a rendere interessanti tutti questi eventi tuttavia è necessario che ci siano giocatori in grado di “spostare le masse”, e se i Big Four si stanno lentamente trasformando nei Big Old, è tempo che le nuove leve rilascino la leva del freno e inizino a compiere il sorpasso. La scorsa settimana a Milano c’è stata l’occasione per vedere alcuni dei tennisti più promettenti all’opera mente adesso, a Londra, è stato possibile chiedere il parere sui Next Gen ai giocatori presenti alle Finals.

Il numero 1 del mondo Djokovic sembra già aver inquadrato quelli da tenere d’occhio (anche per via di qualche recente sconfitta) e quali sono i loro punti deboli. “La nuova generazione di tennisti porta con sé parecchia forza nel proprio gioco, soprattutto con il servizio. Zverev, Coric, Khachanov, sono tutti grandi battitori, e anche fisicamente sono molto forti; si direbbe che fisicamente siano maturati molto, forse più rapidamente di quanto abbia fatto la mia generazione. Ma suppongo che dal punto di vista mentale ed emozionale ci voglia più tempo per mettere tutte le cose in ordine rispetto a noi. Del resto Nadal, Federer e io, con Andy, Stan e Del Potro abbiamo dominato il tennis in termini di Slam. Decisamente non è facile per la nuova generazione fare breccia, ma prima o poi succederà che qualcuno di questi vincerà uno Slam”. Oltre ai risultati sul campo però bisogna anche incrementare quello del pubblico sugli spalti e tutto sembra essere sulla strada corretta: “In generale è buono per il nostro sport vedere facce nuove come Tsitsipas e gli altri che ho menzionato. Ci stiamo muovendo nella giusta direzione per cercare in qualche modo di attirare il pubblico più giovane”.

Isner invece, da neo-papà quale è, si è prodigato con qualche consiglio sui suoi connazionali che al momento stanno trovando qualche difficoltà nel mostrare il proprio potenziale, rispetto a magari chi ha già preso i gradini più alti della classifica e messo qualche trofeo in bacheca. “Penso che i giovani americani che stanno venendo fuori siano molto bravi, ma credo anche che abbiano una lunga strada davanti perché se guardi i tennisti loro coetanei sono classificati più in alto e quindi devono eguagliarli sotto ogni aspetto, sia su quello che fanno in campo, che su quello che fanno fuori dal campo”. I nomi che John fa sono gli stessi proferiti da Djokovic, e forse la strada per Tiafoe e compagnia non è così semplice come sembrava: “Sto parlando di De Minaur, Khachanov, Coric, Tsitsipas. Al momento questi quattro sono migliori dei giovani americani e loro devono cercare di raggiungerli”.

Infine Zverev si esprime sull’argomento e in particolare sulle sfide che ha dovuto affrontare nell’affermarsi contro i più “anziani”. Sascha ritiene che il gioco sia cambiato tantissimo, “ovviamente è diventato più fisico e ci sono così tanti grandi giocatori che ora sono un po’ più vecchietti e non è facile per noi superarli. Al momento c’è un bel gruppo di ragazzi che sta emergendo sui 21, 22, 23 anni e anche più precoci. Penso che anche il gruppo di Shapovalov e De Minaur sia molto buono”. E poi, incarnando il ruolo di Rossella O’Hara in ‘Via col vento’, conclude con un classico “vedremo cosa il futuro ha in serbo per noi”.

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