ATP Finals: il sopralluogo incoraggia le ambizioni di Torino per la short list

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ATP Finals: il sopralluogo incoraggia le ambizioni di Torino per la short list

La delegazione guidata da Russ Hutchins ha visitato città e impianti, rimane decisivo il budget. Filtra ottimismo: se ne saprà di più entro il 15 dicembre

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Si entra nel cuore di una settimana significativa per il sogno di portare le ATP Finals a Torino dal 2021. Cerchio rosso in agenda su venerdì 14 e (più probabilmente) sabato 15 dicembre, quando verrà ufficializzata la short list delle tre o quattro candidate che rimarranno in corsa. A marzo, quando il board ATP si riunirà a Indian Wells, verrà scelta la sede che dovrebbe succedere a Londra nell’ospitare l’evento di fine anno. Il condizionale resta d’obbligo perché non è del tutto da escludere la possibilità che si resti alla O2 Arena, specie se le concorrenti non dovessero offrire lo stesso elevatissimo standard di garanzie logistiche ed economiche. La speranza italiana per il weekend (facciamo il tifo, chiaro) è quella di trovare in nomination il capoluogo piemontese, che ce la sta mettendo tutta per risultare attraente.

IL SOPRALLUOGO – Tra lunedì e martedì Torino ha tirato fuori l’abito migliore per valorizzare la sua bellezza austera. Per prendere contatto diretto con la città, dopo la prima chiacchierata londinese, l’ATP ha schierato Russ Hutchins (braccio destro del CEO Chris Kermode), il vice-presidente David Massey e il responsabile marketing George Ciz. Ad accoglierli, un fronte più che mai eterogeneo per rendere meglio l’idea di un sostegno trasversale. Lunedì sera la cena organizzata dalla sindaca Appendino – come raccontano Stefano Semeraro e Giulia Zonca su La Stampa –, poi la visita alla Nuvola Lavazza per ragionare con un’azienda che nel tennis investe eccome e l’incontro con Evelina Christillin (tra le altre cose, promotrice della candidatura Olimpica del 2006) al Museo Egizio. E poi i luoghi del tennis, dove hanno fatto da padroni di casa CONI e FIT rappresentate rispettivamente da Diego Nepi Molineris e dal direttore degli Internazionali BNL d’Italia e delle Next Gen Finals Sergio Palmieri. Nicola Pietrangeli ha accolto la delegazione ATP al Circolo della Stampa, ipotizzato come quartier generale dell’evento che invece si svolgerebbe per la parte sportiva davanti ai 15mila spettatori del PalaAlpitour. Non ha fatto mancare la sua presenza anche il Governo con il dirigente Lorenzo Marzoli, braccio destro del sottosegretario Giorgetti.

SENSAZIONI – Bocche cucite, almeno per quanto riguarda le fonti istituzionali. Da gran cerimoniere, Palmieri però non si è tirato indietro nel dar seguito al cauto ma sostanziale ottimismo diffuso già nelle precedenti uscite pubbliche. Torino ha buone sensazioni per l’ingresso nella short list, da quel momento poi inizierà un’altra partita. “La città ha fatto una gran bella figura – le parole del manager FIT raccolte dal quotidiano torinese – l’ATP è ripartita con un’ottima impressione, senza più dubbi riguardo agli impianti e all’offerta complessiva. Ora tocca a loro decidere”.

CONCORRENZA e BUDGET – La fase che si sta per chiudere è quella delle manifestazioni di interesse, non supportate però da comunicazioni ufficiali. Non si sa infatti con esattezza quante e quali siano le città interessate. Torino si è esposta, altre meno. La visita dei vertici ATP a pochi giorni dalla comunicazione della short list è stata interpretata da alcuni come un attestato di stima, ma si fa fatica a decifrare come possano essersi mosse le diplomazie concorrenti. L’orientamento potrebbe essere quello di mantenere le Finals in Europa (sulla stampa internazionale ci sono pareri contrastanti sulla forza della candidatura di San Pietroburgo, ndr), ma fa paura la potenza di fuoco economica che potrebbero avere sedi asiatiche come Abu Dhabi, Singapore o Tokyo. Torino scende in campo con il minimo sindacale a livello di budget (tra i 17 e i 20 milioni di euro) ma punta sulle sinergie virtuose che si possono attivare con banche, fondazioni e con la locale Confindustria oltre che sulla possibilità di trovare un main sponsor (come la multinazionale giapponese Nitto per le Finals londinesi). La cornice del ragionamento resta la stessa in cui lo abbiamo inquadrato nelle scorse settimane: se sarà il budget a fare la differenza, l’Italia non potrà fare la voce grossa. Se entrassero invece in gioco altri criteri geopolitici, le possibilità crescerebbero. L’ingresso in short list rappresenta in ogni caso il primo, fondamentale step per il sogno. Sperando di non poter gioire soltanto per un traguardo intermedio.

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