Grazie alla benevolenza dimostrata da mamma Fit, che lo ha esentato dalla fastidiosa trasferta in India, Fabio Fognini (4) ha potuto concentrarsi sull’inizio del tour sudamericano, solitamente terreno di caccia del numero 1 azzurro. Carico, determinato e aggressivo, Fabio si è arreso all’esordio al talentuoso Bedene: d’altra parte nessuno ha battuto Bedene nove volte di fila, e non si può chiedere tutto sempre a Fognini, che ha già puntato l’obiettivo su Buenos Aires.
Marco Cecchinato (4,5) invece, dopo le ultime amarezze, ha finalmente ritrovato l’amata terra rossa che lo scorso anno lo ha portato quasi in cima al mondo con la splendida cavalcata parigina. Certo, trovarsi di fronte il nuovo fenomeno spagnolo Munar all’esordio è stata una iattura, ma la stagione delle conferme per Marco è appena cominciata.
E quindi in quel di Cordoba, mancando i gatti, ha ballato il tango il topo Londero (9), uno che in venticinque anni non aveva mai vinto una partita e si ritrova con un titolo ATP in saccoccia. Una favola argentina, che assume invece i contorni dello psicodramma per Pella (7) al quarto ko in quattro finali
Per fortuna Matteo Berrettini (7) ha tenuto alto il tricolore, vincendo due ottime partite in rimonta a Sofia prima di arrendersi esausto a Fucsovics (7,5). La sensazione è che Matteo continui a crescere e che abbia testa, servizio e diritto da top-20 stabile. Per ambire a qualcosa di più deve migliorare dal lato sinistro (cosa che ha già fatto). Bravo anche Giannessi (6,5) in terra argentina.
Tra le donne invece siamo messi davvero male. La federazione si è vista costretta a giungere a più miti consigli con Camila Giorgi (4,5) e ad attendere con palpitazione il ritorno di una giocatrice assente da mesi per una squalifica per doping. Risultato: 0-3 e spareggio per non andare in C. Binaghi dice che il ciclo dei trionfi è irripetibile e ha ragione, ma passare dagli Slam al nulla è davvero imbarazzante. Non si poteva certo chiedere la luna a Sara Errani (6), salvo interrogarsi sull’opportunità di difenderla a spada tratta e di convocarla.
La settimana conferma che Medvedev (8) è chiaramente il più sottovalutato dei NextGen ma decisamente il più continuo e affidabile, mentre plaude al ritorno al successo di Tsonga (8) che sembrava perso dopo un anno di guai.
Abbiamo poi appreso in questi giorni che il povero Bernard Tomic (3 ad honorem) sia stato “bullizzato” (ma lo sanno cos’è il bullismo?) da ragazzo da Lleyton Hewitt, reo di averlo chiuso in uno spogliatoio come un Paparesta qualsiasi. Anche Rusty si merita un 3: per aver riaperto quella porta…
Intanto dopo due anni di massacro Doug Adler, telecronista di Espn accusato immotivatamente di razzismo per una guerriglia riferita a Venus Williams trasformata in gorilla dalla Santa Inquisizione dei Social, pare essere stato finalmente riabilitato: ci ha rimesso carriera e salute. Lanciare accuse di razzismo, sessismo o altro senza fondamento può fare danni, non solo nel tennis. A buon intenditor…