Indian Wells: Andreescu non si ferma, battuta anche Svitolina. È in finale a 18 anni

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Indian Wells: Andreescu non si ferma, battuta anche Svitolina. È in finale a 18 anni

Gran battaglia fino al terzo set tra Bianca ed Elina. La favola della rivelazione canadese continua

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Bianca Andreescu - Indian Wells 2019 (pic from Twitter, @BNPPARBASOPEN)
 

[WC] B. Andreescu [6] E. Svitolina 6-3 2-6 6-4

Spunti tecnici: Bianca Andreescu

da Indian Wells, il nostro inviato

La “teenage sensation” canadese che sta stupendo tutti qui in California, Bianca Andreescu, opposta alla numero 6 WTA Elina Svitolina (giocano per la prima volta), rispetto alle partite precedenti stasera è entrata in campo molto contratta. Una semifinale Premier Mandatory è tanta roba a 18 anni, puoi anche essere arrivata fin qui travolgendo le avversarie come un treno, un minimo di tensione sarebbe impensabile non accusarla. Quando hai di fronte un’avversaria del calibro della tenacissima Elina, una che fa del non mollare una palla il suo punto di forza, unito alla capacità di tirare forte in contrattacco alla prima occasione, la faccenda si fa difficile.

Per i primi dieci minuti le cose vanno effettivamente così, e Bianca si ritrova sotto 3-0 con due break subìti, frutto di bravura da parte di Svitolina, ma soprattutto di suoi errori a ripetizione. Nel quarto game, semplicemente, Andreescu decide che la partita è iniziata: smette di sbagliare, aumenta l’intensità del palleggio (sta tirando a tutto braccio ora), comincia a tessere le sue perfide trame tattiche fatte di botte piatte alternate a slice bassissimi e palle corte assassine, manda completamente in confusione Elina (cosa non facile), e piazza una striscia di 5 giochi consecutivi, salendo in un attimo 5-3 e servizio. Svitolina appare frastornata, ne sono un sintomo due doppi falli consecutivi nel settimo game, sta di fatto che Andreescu ha messo il turbo, e chiude 6-3, con un sonante 6-0 di parziale, in 33 minuti. Che roba. A questa ragazza la palla viaggia che è un piacere, usa tutti gli angoli del campo, taglia e smorza quando meno te lo aspetti, poi spara top-spin alti e carichissimi, un vero incubo affrontarla quando è in queste condizioni di forma scintillanti.

Bianca non ha la minima intenzione di togliere il piede dall’acceleratore, dopo aver trovato il ritmo, brekka ancora Elina in apertura di secondo set, e siamo a 7 game di fila. Solo a questo punto Andreescu tira il fiato un attimo, cala di intensità, commette tre errori gratuiti, e regala letteralmente il controbreak a Svitolina. A volte, quasi compiacendosi della sua stessa varietà di soluzioni, Bianca esagera con le palle corte e i tagli affettati al limite, ma in generale il suo tennis è uno spettacolo sia tecnico che tattico, bravissima. Una tosta come Elina, però, sempre amorevolmente incoraggiata dal compagno Gael Monfils nel suo box, non è certo disposta a farsi da parte senza provarle tutte, e di grinta, coraggio e corsa si rimette in carreggiata, tenendo il servizio e salendo 2-1. Nel quarto game si accende una gran lotta, con scambi durissimi, arrivano i vantaggi e tre palle break non consecutive, sulla terza un drittaccio sotto il nastro di Andreescu manda Svitolina avanti 3-1.

Il pubblico non è numeroso, ma si diverte parecchio, sicuramente non è una partita “normale”, la canadese dà costantemente l’impressione di potersi inventare qualsiasi cosa su ogni palla. Dall’altra parte, Elina dimostra che non si diventa e non si rimane top-10 per oltre due anni, vincendo 2 volte Roma, 2 volte Dubai, una volta Toronto, e le ultime WTA Finals di Singapore, per caso: altro break per lei, e siamo 4-1. Coach Sylvain Bruneau, al cambio campo, rassicura Bianca, “non stai facendo nulla di sbagliato, è lei che è cresciuta e ora rimette quelle due palle in più“. Il problema, però, è che Andreescu sta venendo spesso tradita dal dritto, ne avrà messi in rete almeno 5-6 solo in questo set, lo rischia troppo anche quando non dovrebbe. Svitolina, da campionessa qual è, ne approfitta per salire 5-2, punisce alcune ingenuità di Bianca (clamorose chiusure mancate da sopra la rete, per esempio, circostanze in cui è bene ricordarsi che la canadese è ancora giovanissima e inesperta), la brekka per la quinta volta nel match, chiude 6-2, e pareggia il conto dei set.

Il terzo set inizia con la bella reazione di Andreescu, che strappa la battuta a Elina, ritrova lucidità e percentuali, e sale 2-0. Gli scambi divertenti sono molti in questa fase, è interessante vedere come una top-player solida come Svitolina cerca di gestire le variazioni e le traiettorie fuori dagli schemi che le propone il talento di Bianca. La canadese tiene, allunga 3-1, poi al servizio sul 3-2 ha nuovamente un momento in cui perde la misura dei colpi, affronta tre palle break consecutive, e sulla terza l’ennesimo dritto in rete le costa il game. Siamo 3-3, ora può davvero succedere di tutto. Si carica Bianca, gridando verso il suo angolo, spinge le risposte, brekka di nuovo, 4-3 per lei.

Come spesso avviene nel tennis femminile, il servizio ha importanza molto relativa, ogni game si gioca alla pari. Sotto 0-40, Bianca è bravissima a salvarsi a furia di mazzate, e si prende il 5-3, siamo alla resa dei conti. Elina si fa trascinare ai vantaggi da 40-15, arriva un match-point, ma il rovescio di Andreescu sfugge lungo, dovrà chiuderla al servizio sul 5-4. Svitolina dà fondo a tutte le sue risorse, difende e passa alla grande, ha due palle del 5-5, ma qui è altrettanto brava Bianca ad annullarle con due vincenti. Uno scambio durissimo in pressione dà il secondo match-point ad Andreescu, Svitolina lo annulla stampando un dritto sulla riga, standing ovation. La risposta fallita di Elina ne genera un terzo, stavolta sprecato male dalla canadese, l’intero stadio sta trattenendo il respiro, che finale emozionante. Svitolina è entrata in fase “muro”, ha la terza opportunità di 5-5, ma la coraggiosa palla corta di Bianca la costringe all’errore.

Ancora drop-shot vincente Andreescu (ovazione del centrale), e quarto match-point: sbaglia un dritto Elina, cade in ginocchio Bianca, finale da impazzire per lei. Per la prima volta nella storia di questo torneo una wild-card arriva in fondo, è la più giovane finalista da Serena Williams 1999, sarà minimo 33 WTA, ma tutto questo conta poco, è il risultato che le fa decollare definitivamente la carriera. Che fenomeno.

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