Felix Auger-Aliassime, precocità e leggerezza

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Felix Auger-Aliassime, precocità e leggerezza

Il canadese è il terzo semifinalista più giovane di sempre di un Masters 1000. Dal 2018 a oggi, ha battuto tutti i top 20 affrontati. Nel mirino a Miami c’è il campione in carica Isner

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(via Twitter, @TennisCanada)
 

A Miami si potrebbe fare la storia. E Felix Auger-Aliassime sembra uno che il peso delle rivoluzioni sa farselo scivolare addosso. La semifinale raggiunta dopo il successo su Coric è il momento più alto della sua giovane carriera. L’ha raggiunta con impressionante solidità mentale nella maratona del set iniziale (70 minuti), per poi stendere un avversario già suonato in un secondo set che si è rivelato una formalità. “Non mi aspettavo di vincere contro Borna – ha raccontato in sala stampa -, mi ha sorpreso soprattutto il margine di vantaggio che ho potuto gestire su di lui nel secondo set dove mi sono sentito estremamente a mio agio sin dalle prime palle“. Il primo parziale, come accennato, è stato invece una battaglia risolta soltanto al tie break, momento della partita che sta diventando una specialità della casa: dalle qualificazioni ai quarti, il canadesino in Florida ne ha vinti quattro su quattro. “Sto servendo bene, metto pressione ai miei avversari in quei momenti – spiega -, e poi c’è da dire che è un momento in cui gioco bene e al termine di set combattuti ci arrivo anche con la spinta della fiducia. Molte cose stanno funzionando al meglio nelle ultime settimane, ma non è il tempo di trarre bilanci con una semifinale da giocare“.

Il successo che lo fa risalire almeno al numero 33 del ranking, finestra che si affaccia sulla testa di serie nel tabellone principale del Roland Garros, vale per Aliassime anche il terzo posto nella classifica dei più giovani semifinalisti di un Masters 1000: con i suoi 18 anni e sette mesi, è dietro di appena un mese rispetto all’età che vide Denis Shapovalov cimentarsi nella semifinale di Montreal persa da Zverev nel 2017. Un’esplosione di precocità che rischia di disegnargli su misura il vestito da predestinato. “Per me è un privilegio essere paragonato anche solo per una statistica a questi campioni, vuol dire che sono sulla strada giusta. Ora però provo soltanto a godermi ogni singola partita e il momento, perché le valutazioni andranno fatte sul lungo termine“.

Impressiona la progressione di classifica tra il 2018 e il 2019: solo un anno fa (19 marzo 2018) si parlava di un prospetto promettente ma ancora al numero 182 del mondo, diventato 109 nel ranking di fine stagione. Il salto in top 100 è stato impetuoso da gennaio, con il sessantesimo posto dopo la finale persa a Rio da Laslo Djere e il proiettato numero 33 (se non meglio) della prossima settimana. Impressiona come in questo percorso impetuoso siano arrivate le medaglie al valore di cinque successi in altrettante sfide contro top 20 (il più alto in grado, Tsitsipas a Indian Wells).


Un dato che non potrà passare indifferente al campione in carica John Isner, che troverà la stellina canadese sulla sua strada per la difesa del titolo. La sfida contro un big server metterà alla prova le capacità di adattamento tattico di Aliassime, che è finito ko a dicembre a Pune (con le dovute differenze) sotto i colpi di Ivo Karlovic. “Penso che dovrò modificare la mia posizione di risposta – spiega a chi gli chiede quali saranno le contromisure -, guardando le statistiche su dove gli piace di più servire e come ha scelto di giocare i punti importanti, soprattutto nei tanti tie break“. Ben sette sugli otto set vinti (e nessuno perso) dal gigante statunitense in questo torneo sono infatti terminati sul 7-6. Reazione, ma anche azione: “Poi dipende anche da me, devo concentrarmi per trovare una strada per strappargli il servizio“. Impresa riuscita solo a Ramos al terzo turno, ma per lo spagnolo è stata una gioia effimera.

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