Incognita Giorgi a Wimbledon: è un anno, ma sembra passata una vita

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Incognita Giorgi a Wimbledon: è un anno, ma sembra passata una vita

L’unica azzurra di diritto nel main draw difende il quarto di finale di un anno fa, quando aveva regalato belle sensazioni. Arriva ai Championships con 14 cancellazioni su 19 tornei e l’incognita del ritorno dopo tre mesi per infortunio

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Camila Giorgi - Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Il match del rientro, a Eastburne, ha lasciato sensazioni contrastanti. Camila Giorgi è partita malissimo contro Su-Wei Hsieh, poi è risalita nel secondo set fino a giocarsi uno sprint finale dove le gambe erano troppo in affanno per avere la meglio sulla quadrumane di Taipei. Difficile trarre indicazioni in vista di Wimbledon, lì dove la numero 41 del mondo – unica azzurra di diritto in main draw, si sarebbe poi aggiunta Gatto-Monticone dalle qualifiazioni – difende l’ultimo quarto di finale Slam conquistato nella sua altalenante carriera. Era lo scorso luglio quando Camila si fece rimontare da Serena Williams sul Centre Court, soffrendo – in una partita equilibratissima – la debordante personalità della sette volte campionessa ai Championships.

Camila Giorgi e Serena Williams – Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell’Olivo)

In ogni caso, quella sconfitta più che mai onorevole era sembrata un nuovo inizio. Non faticammo a parlare degli “otto giorni perfetti di Giorgi” analizzando con quale sicurezza e solidità la maceratese fosse arrivata per la prima volta tra le otto migliori di uno Slam. Pur non confermandosi sugli stessi standard allo US Open, il 2018 della migliore italiana in classifica (best ranking 26, in autunno) si è comunque chiuso con la semifinale persa a Tokyo contro la versione migliore di Naomi Osaka e con il titolo di Linz a ottobre, ultima uscita stagionale in autunno.

Non si poteva certo immaginare, sul tramonto dell’anno solare, che il 2019 si sarebbe rivelato un tormento. Lo score è di tre match vinti sul totale di 10 disputati tra circuito e Fed Cup. Lo stop al terzo turno dell’Australian Open contro Karolina Pliskova (anche qui in tre set) era stato in realtà interpretato come un bicchiere mezzo pieno, considerando la qualità di gioco espressa al cospetto di un’altra giocatrice – il prezzo da pagare è sempre lo stesso – più abituata a respirare l’aria dei match che contano davvero.

Quello è stato il primo dei sei ko rimediati nelle ultime sei uscite, estremamente diluiti tra gennaio e il mese di giugno in corso. A concorrere al totale, anche la doppia sconfitta in Fed Cup in Svizzera (eravamo a febbraio), seguita dalle precoci uscite al primo turno di Doha e Miami (dopo il forfait a Indian Wells), rispettivamente contro Kiki Bertens e Tatjana Maria. Proprio al Sunshine Double – paradosso – è calato il buio.

Il 2019 di Camila Giorgi (fonte @Diego_Barbiani)

Brisbanecancellata
Sydneysecondo turno
Australian Openterzo turno
San Pietroburgocancellata
Fed Cup week 1due sconfitte nei due singolari
Dohaprimo turno
Dubaicancellata (a sorteggio effettuato)
Indian Wellscancellata
Miamisecondo turno
Charlestoncancellata
Luganocancellata
Fed Cup play-outconvocata ma non è scesa in campo
Istanbulcancellata (a sorteggio effettuato)
Pragacancellata
Madridcancellata
Romacancellata
Strasburgocancellata
Roland Garroscancellata
Nottinghamcancellata
Birmighamcancellata
Eastbourneprimo turno

La tabella riassume i tormenti di un’annata che, dopo Melbourne, non ha avuto più senso. I guai al polso destro – sui quali non c’è mai stata comunicazione puntuale – le hanno fatto saltare l’intera primavera su terra, disattendendo le speranze di vederla rientrare prima a Roma, poi a Parigi (passando da Strasburgo). Eppure, la comparsata nel ritiro azzurro di Fed Cup a Mosca, rispondendo alla convocazione, aveva suscitato speranze non supportate poi dall’impiego in campo. Tathiana Garbin non ha potuto schierarla, nei giorni tristi della retrocessione.

Da Miami a Eastbourne, i mesi senza vedere il campo sono quindi diventati più di tre e la statistica si è appesantita con il passare delle settimane: i recenti forfait a Nottingham e Birmingham hanno alzato il contatore a 14 cancellazioni su 19 tornei a cui era iscritta (in alcuni casi a sorteggio già effettuato). Ecco perché la percezione del tempo, rispetto a un anno fa, risulta dilatata.

Camila Giorgi – Wimbledon 2018 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Sembra passata una vita rispetto a quando abbiamo avuto la piacevole sensazione di ritrovarci tra le mani una giocatrice da Slam, pur con i necessari progressi da compiere. In primo luogo – al netto degli aspetti caratteriali – nel variare alcune componenti del suo tennis, senza vergognarsi di prendere le misure dell’avversaria di turno. Il quarto di finale del 2018 diventa adesso una cambiale pesante. Per gestirla, oltre che nelle migliori condizioni fisiche, c’era da sperare in un sorteggio benevolo che in effetti non è arrivato.

Camila affronterà all’esordio Dayana Yastremska, 19enne ucraina dotata di colpi e personalità debordanti che la precede di sette posizioni in classifica. Se anche dovesse superare il primo ostacolo, i due successivi appaiono persino peggiori: la 27esima testa di serie Kenin, che sta vivendo il miglior momento della sua giovane carriera, ed eventualmente la numero 2 del mondo Naomi Osaka. A cosa ci si può appellare, dunque? Probabilmente al fatto che la giocatrice italiana dà il meglio quando la prova è stimolante. In seconda battuta, ai tempi dilatati che caratterizzano uno Slam. Si gioca, e in caso di vittoria si hanno 48 ore per preparare l’impegno successivo. E quando gli incastri sono quelli giusti, la fiducia può tornare anche giorno dopo giorno.

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