Ultima sezione prima della sintesi finale: i colpi di volo e gli avanzamenti verso la rete. Qui cominciamo a capire come abbia fatto Taylor Townsend ad arrivare a un solo quindici dall’eliminare la testa di serie numero 4 Kiki Bertens; ma soprattutto emergono le ragioni dell’ottimo Wimbledon di Barbora Strycova.
Come ormai accade da diversi anni, il classico serve&volley è diventato una “strategy” (definizione degli analisti di Wimbledon) adottata da poche giocatrici. Spicca il dato di Strycova, che mai come nell’ultima edizione ha deciso di ricorrere a questa soluzione (nei precedenti Wimbledon aveva valori che oscillavano fra il 5 e il 15%), evidentemente con successo, sino a raggiungere addirittura la semifinale. Per una giocatrice non potentissima e nemmeno eccezionale in difesa, è importante non offrire troppi punti di riferimento alle avversarie, mischiando le soluzioni di gioco. E il serve&volley è fra queste.
L’ultima tabella sui punti vinti a rete non è molto interessante per come è impostata: visto che calcola la percentuale di successo sui colpi eseguiti, bastano numeri anche molto esigui per stare ai vertici. Merita però di essere sottolineato un dato indiretto, che spiega il diverso atteggiamento delle protagoniste: la differenza del numero di discese a rete.
Così per esempio se facciamo un confronto fra le quattro giocatrici eliminate nei quarti (che hanno tutte disputato 5 partite) vediamo che Zhang è scesa a rete in totale appena 41 volte, Konta 71 volte, mentre Muchova e Riske ben 130.
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