Contro Nadal non perdono solo gli avversari, ma la stessa (inerme) sconfitta

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Contro Nadal non perdono solo gli avversari, ma la stessa (inerme) sconfitta

“Nadal, anche lontano dalla sua amata terra, è l’unico tennista che sa accettare la propria sconfitta, ma la combatte senza mai agevolarla”

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Rafael Nadal a Parigi-Bercy 2019 (foto Twitter @RolexPMasters)
 

La sconfitta di Djokovic ha consegnato a Nadal la certezza di chiudere la stagione da numero uno del mondo. Ma ben prima di poter sfruttare il favore del rivale Federer, lo spagnolo si era messo nelle condizioni di continuare a lottare – per la leadership in classifica e per il torneo in corso a Londra – riprendendo per i capelli una partita praticamente persa contro Medvedev, avanti 5-1 nel terzo set e quindi in procinto di prendersi la rivincita della grande finale di New York. Ci piace pensare che quel rifiuto ostinato della sconfitta sia il simbolo principale di questa ennesima impresa di Rafa, che dopo le stagioni 2008, 2010, 2013 e 2017 chiuderà per la quinta volta in carriera in testa al ranking.

Questo breve scritto, a metà tra prosa e poesia, celebra proprio l’insperata rimonta contro Medvedev.


Quasi annegato in una lago di plumbea atonia in una notte senza luna, senza più alcuna fiducia nei colpi che l’han reso quasi immortale, spento e quasi pronto alle lacrime sotto la doccia, Rafa riesce a salvare un match point, impedendo al giovane e impetuoso avversario russo di chiudere rapidamente la partita. Sotto cinque a uno al terzo set, aggrappato alla scialuppa dell’orgoglio che solo i campioni sanno pilotare, lo spagnolo allunga progressivamente le traiettorie, trova la forza di spingere e confonde il rivale, che inizia a girarsi verso il suo incolpevole angolo, complimentandosi ironicamente per il lavoro svolto.

Spinto anche dal pubblico, sempre grato per lo spettacolo offerto in tanti anni da un eroe ormai stanco e sposato, Rafa ribalta la situazione, centra un filotto infinito di punti e si porta sul sei a cinque tra lo stupore di tutti gli astanti. Con la forza propria solo del combattente russo, che mai s’arrese al peggior nemico, nemmeno quando stritolato in una morsa letale, memore del valore dei suoi avi a Stalingrado, Medvedev s’affida alla violenza e precisione del suo servizio per pareggiare i conti: il tie break risolverà l’incontro. Alzano entrambi il loro livello, ciascuno spremendo il proprio cuore oltre il possibile per non soccombere dopo la strenua lotta: la tensione gioca un brutto scherzo al russo ed il campione spagnolo, dopo aver sfiorato le fiamme dell’inferno, trova l’ennesima vittoria in rimonta dopo quasi tre ore di gioco. Nadal, anche lontano dalla sua amata terra, è l’unico tennista che sa accettare la propria sconfitta, ma la combatte senza mai agevolarla: contro di lui, a perdere quasi sempre non è solo il rivale di turno, ma la stessa inerme sconfitta.

Si ringrazia Marcos (ex collaboratore ai tempi del blog ‘Servizi Vincenti’)

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