Kermode ammette: “Le critiche dei giocatori mi hanno fatto male”

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Kermode ammette: “Le critiche dei giocatori mi hanno fatto male”

Il chairman uscente della ATP non nasconde l’amarezza per essere stato sfiduciato dal consiglio dei giocatori. E mette in guardia il suo successore Gaudenzi

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Chris Kermode - ATP Finals 2017 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)
 

Difficile dire che sotto la gestione di Chris Kermode, negli ultimi cinque anni, l’Association of Tennis Professionals, meglio nota con la sua sigla di ATP, non sia cresciuta. Sono aumentati i montepremi, per tutti, anche i giocatori con un ranking non di eccellenza, nonostante permanga una notevole disuguaglianza. È incrementato l’interesse nei confronti del circuito maschile, in tutto il mondo. Contro chi dice che è solo merito di Federer e Nadal, è stato fatto tantissimo per promuovere i volti nuovo del circuito, compreso creare un torneo ad hoc, le Next Gen Finals, svoltesi a Milano nelle prime tre edizioni. Per fare concorrenza alla nuova Davis – la cui prima edizione non ha pienamente convinto sotto il profilo logistico – alla nascente Laver Cup, è stata piazzata ad inizio stagione una nuova competizione a squadre, la ATP Cup, che vedrà il suo battesimo all’inizio della prossima stagione in Australia. 

Nonostante ciò, Kermode non è stato confermato per quello che sarebbe stato il suo terzo mandato come Chairman dal board della ATP. Che il suo destino fosse segnato lo si era capito fin dal marzo di quest’anno. In un meeting occorso durante il torneo di Indian Wells, i membri del consiglio dei giocatori, capeggiati da Novak Djokovic, avevano esplicitamente espresso la loro preferenza per una destituzione di Kermode e la nomina di un nuovo presidente. “È stato un momento difficile, senza dubbio”, ammette senza remore il 54enne britannico da Londra, dove si stanno giocando le ATP World Tour Finals. “Mentirei se dicessi che non mi ha fatto male. Ma queste cose possono succedere. La vita va avanti”. Insomma, Kermode non ha preso affatto bene la sfiducia da parte del player council. E forse c’è anche da capirlo, visti i buoni risultati ottenuti. 

Fin dall’inizio il suo compito non è stato facile. Kermode sostiene di aver dovuto combattere contro molte ostilità durante i suoi due mandati. “È un miracolo che abbia ottenuto il secondo!”, scherza. E pensa che per il suo successore, l’ex tennista azzurro Andrea Guadenzi, le cose non saranno più semplici. Anche perché, al contrario di lui, Gaudenzi dovrà condividere la leadership della ATP con un’altra figura, che coprirà il ruolo di Chief Executive Officer.“L’idea di spacchettare il ruolo è venuta dal board, non da me”, rivela l’ex direttore del torneo del Queen’s parlando della divisione delle mansioni durante i suoi due mandati. “In teoria è logico avere un Chairman che non è coinvolto nella gestione quotidiana dell’azienda e ha una visione più generale e distaccata. E d’altra parte, un CEO che manda avanti tutto. Tuttavia, alla fine questo Chairman dovrà votare. E significa che finirà inevitabilmente coinvolto in tutte le dispute”. 

Le stesse dispute che hanno portato alla sua rinuncia ad andare avanti, ovvero quelle tra giocatori e gli organizzatori dei tornei, con i primi che chiedono più soldi e un calendario meno pesante e i secondi che si devono barcamenare per coprire i costi. Kermode è stato accusato dal player council di essere troppo dalla parte di chi gestisce i tornei. E alla fine si è dovuto defilare. Vedremo come si comporteranno Gaudenzi e il nuovo CEO, che deve essere ancora nominato. Le ultime indiscrezioni dicono che l’intera gestione dell’ATP potrebbe diventare di un affare tutto italiano, poiché Massimo Calvelli – che ha lavorato per Wilson e Nike – sembra il favorito per affiancare Gaudenzi.

Ad ogni modo, Kermode verrà anche ricordato per essere l’uomo che ha messo l’angolo la ITF, organizzando una competizione alternativa alla Coppa Davis ma con una collocazione in calendario migliore e punti per il ranking. Una mossa assolutamente vincente ma che non vuole di certo pubblicizzare in questa maniera. “Si calmerà tutto. Ho avuto degli incontri con la WTA e la ITF e ho detto: ‘abbiamo tutti lo stesso obbiettivo. Vogliamo che il tennis cresca. Voglio che la Davis sia un successo. Voglio che la WTA sia un successo. Allo stesso tempo voi dovete lasciare che l’ATP abbia più successo”, afferma Kermode in maniera diplomatica. La diplomazia e il savoir-faire sono sempre stati i suoi punti di forza, ma non è bastato a garantirgli nuovamente la sopravvivenza. Se non altro, dal prossimo anno, Chris Kermode avrà una libertà in più: come ha raccontato in esclusiva a Ubitennis, potrà finalmente lasciarsi cadere in poltrona e ‘urlare e a gridare per alcuni giocatori’, i suoi preferiti. Quelli che per ovvie ragioni, sinora, non ha potuto rivelare.

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