WTA, diario di un decennio: il 2010 - Pagina 2 di 4

Al femminile

WTA, diario di un decennio: il 2010

Prima puntata di una serie di articoli dedicati agli anni ’10 in WTA e alle sue protagoniste: da Kim Clijsters a Vera Zvonareva, da Francesca Schiavone a Serena Williams

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Justine Henin e Kim Clijsters - Brisbane 2010
 

Il ritorno del Belgio
In questo nostro ritorno al passato, la prima grande notizia del 2010 è proprio un ritorno: quello di Justine Henin alle competizioni. Dopo diciannove mesi di stop, Justine rientra alla attività agonistica, e la prima cosa che tutti sottolineano è che la sua scelta sembra ancora una volta collegata alle vicende della connazionale Kim Clijsters.

Kim infatti si era fermata nel 2007, aveva avuto una bambina e poi aveva deciso di riprendere con il tennis nell’estate 2009. Lo aveva fatto con una impresa ai confini della realtà: tramite wild card aveva disputato due tornei di rodaggio, poi aveva preso parte allo US Open. E lo aveva vinto. Stabilendo un record difficilmente ripetibile: visto che per le regole WTA due tornei non sono sufficienti per avere diritto a una classifica, di fatto Clijsters aveva conquistato lo Slam senza possedere un ranking.

Qualche settimana dopo l’exploit della connazionale, Henin annuncia che dal 2010 anche lei giocherà di nuovo nel Tour. Impossibile non correlare i due eventi. Del resto per lunghi tratti della loro attività le carriere di Kim e Justine si sono intrecciate in continui rimandi e inseguimenti. Nate a un anno di distanza una dall’altra (Henin l’1 giugno 1982, Clijsters l’8 giugno 1983), Justine e Kim rappresentano la doppia anima belga, quella francofona e quella fiamminga.

Insieme scalano i vertici del tennis mondiale con un parallelismo perfetto. Sono infatti i punti conquistati al Roland Garros 2001, dove si incontrano in semifinale (vittoria di Clijsters) a spingere entrambe contemporaneamente in Top 10. E due anni dopo, nel 2003, nel giro di qualche settimana (agosto-ottobre) occuperanno per la prima volta il numero 1 del mondo. Non solo. Per tre Slam su quattro (Roland Garros 2003, US Open 2003, Australian Open 2004) la finali si risolvono in un derby belga, sempre con la vittoria di Justine.

E proprio quei tre derby Slam permettono a Henin di fare un salto decisivo nel conteggio dei Major, arrivando a 7 successi. Con tutti questi precedenti, poteva Justine rimanere inattiva a guardare le vittorie di Kim nella sua “seconda” carriera? In gennaio Henin rientra e sfiora l’impresa di Clijsters: raggiunge la finale agli Australian Open 2010 dove perde in tre set da Serena Williams.

Poi Justine vince a Stoccarda ed è una delle favorite al Roland Garros, dove però la ferma Samantha Stosur. Ma in realtà, il primo obiettivo della “seconda” Henin è Wimbledon, l’unico Major che manca al suo palmares: in carriera vanta due finali, tre semifinali, ma nessuna vittoria.

E invece proprio sui prati londinesi di fatto si chiude la sua carriera: nel match di quarto turno scivola a terra durante una discesa a rete e si infortuna al gomito. Si procura una lesione al legamento; inizialmente si parla di due mesi di stop, con rinuncia agli US Open. Ma poi, malgrado una operazione, Justine non riuscirà più a superare il problema e dovrà appendere la racchetta al chiodo. Ultima nota: chi era l’avversaria in quello sfortunato match londinese? Kim Clijsters.

La finale di Brisbane
Una delle partite più intense, emozionanti e ben giocate dell’anno (ma probabilmente di tutto il decennio) si svolge a Brisbane il 9 gennaio 2010. È la finale di un torneo che in quel momento non è ancora un Premier; è un semplice International, senza Top 10 al via. Ma in questo caso il ranking non può rappresentare i valori in campo.

La prima testa di serie (e finalista) è la numero 18 della classifica: si tratta di Kim Clijsters, che con appena quattro tornei alle spalle è comunque già entrata fra le prime 20 del mondo. L’altra finalista è una wild card, senza classifica: Justine Henin, che al primo turno ha sconfitto la testa di serie numero 2 Nadia Petrova, “prendendone il posto” nella parte bassa del tabellone.

Assecondando le speranze degli organizzatori e del pubblico, Kim e Justine superano tutti i turni sino all’attesissimo derby. Che non delude le aspettative. Man mano che la partita si sviluppa, diventa sempre più difficile capire come andrà a finire, visto che la giocatrice che si trova in difficoltà ogni volta trova la forza di reagire e rovesciare l’inerzia negativa. Un po’ come in questo scambio:

Clijsters comincia meglio e si porta a avanti 6-4, 4-1. Ma Henin recupera, complice forse anche un po’ di braccino di Kim; vincendo otto game consecutivi, Justine conquista il secondo set (6-4), e sullo slancio sale 3-0. Ma Kim reagisce: 3-3. Nuovo strappo di Henin (5-3) e nuova reazione di Clijsters: salva due match point, e forza la conclusione al tiebreak. Sul 5-1 e poi sul 6-3 in favore di Kim sembra ormai finita, ma invece Justine riesce ancora a pareggiare 6-6. Alla fine è Clijsters a spuntarla 8-6 al tiebreak.

Kim commenta il match in questo modo: ”Che partita! Oggi abbiamo fissato uno standard molto alto per il nostro proseguo della stagione”. Mentre il Guardian sintetizza così la finale di Brisbane: “Il livello di Henin e Clijsters ha spaventato le altre contendenti allo Slam australiano”.

a pagina 3: La stagione su terra. Martinez Sanchez e Schiavone

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