WTA, diario di un decennio: il 2012 - Pagina 5 di 5

Al femminile

WTA, diario di un decennio: il 2012

Terza puntata degli articoli dedicati agli anni ’10 in WTA e alle sue protagoniste: da Victoria Azarenka a Serena Williams, da Maria Sharapova a Sara Errani

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Maria Sharapova, Serena Williams, Victoria Azarenka - Olimpiadi di Londra 2012
 

Il cemento americano
E arriva il momento del cemento nordamericano. Cominciamo con una curiosità, accaduta al torneo di Stanford. Se per caso vi siete già imbattuti su Youtube in qualche video dedicato ai peggiori arbitraggi, probabilmente sarà stata presente questa partita fra Cirstea e Cibulkova.

Sorana Cirstea chiede (in un solo set) sei volte il falco e tutte e sei le volte il falco smentisce le chiamate arbitrali. Cirstea finirà comunque per vincere per 6-7, 6-2, 6-0.

US Open 2012
Uno Slam ad Azarenka (Melbourne), uno a Sharapova (Parigi), uno a Williams (Londra). A New York si decide chi avrà il primato nei titoli più ambiti. Tutte e tre le protagoniste si mostrano all’altezza e arrivano in fondo al torneo.

Nella semifinale della parte alta di tabellone Azarenka supera in tre set Sharapova (3-6, 6-2, 6-4), confermando la supremazia stagionale sul cemento outdoor nei confronti di Maria, già manifestata con le vittorie nella finali degli Australian Open e di Indian Wells.

Nella semifinale della parte bassa Serena sconfigge facilmente Errani, (6-1, 6-2) uscita vincitrice dalla porzione di tabellone “presidiata” da Radwanska, che a New York non ha mai giocato benissimo ed è uscita anzitempo. E si arriva così alla finale più attesa: Azarenka contro Wiliams.

Williams S. b. Azarenka 6-2, 2-6, 7-5 US Open, Finale
Quando scendono in campo il 9 settembre 2012 a Flushing Meadows forse né Azarenka né Williams sono proprio al massimo della loro forma: del resto i picchi dell’Australia (per Vika) e delle Olimpiadi (per Serena), capitano raramente. Ma sono comunque due giocatrici in salute in una delle loro migliori stagioni, e sono decise a stabilire, indipendentemente dal ranking WTA, chi avrà il primato morale del 2012, grazie al doppio successo negli Slam. E la partita non delude le attese.

Williams parte meglio, e si aggiudica il primo set per 6-2 senza concedere palle break.

Secondo set. Ci si chiede cosa possa fare Azarenka per rientrare, visto che nei suoi turni di battuta Serena sembra intoccabile. La soluzione c’è: migliorare la risposta sulla seconda di servizio di Serena. E infatti in questa frazione sulle seconde Vika è vicina alla perfezione: risponde sempre, e una volta entrata nello scambio non sbaglia praticamente mai. Serena scende dal 75% di punti vinti sulla seconda nel primo set al 23% del secondo. E così arrivano addirittura due break. 6-2 speculare al primo set.

Terzo set. Serena ha un piccolo vantaggio: serve per prima e quindi ha un po’ più di margine per reagire nel caso le cose si mettessero male sui turni di servizio. E così accade. Appena Williams scende con la percentuale di prime, Azarenka ne approfitta: break del 2-1; però subito azzerato da una serie di ottime risposte di Serena: controbreak del 2-2.

Ma di nuovo Azarenka si stacca, con un break nel settimo gioco; e questa volta riesce a consolidare il vantaggio sul 5-3. A questo punto, in teoria, avrebbe il destino del match in mano, se riuscisse a tenere un turno di servizio. Ma in realtà Azarenka per tutto il set ha sofferto in battuta, concedendo palle break in ogni turno (a parte uno). E infatti da questo momento non riuscirà più a tenere il servizio.

In questo modo si passa dal 3-5 al 7-5 per Serena, che nel finale di set fa la cosa che appartiene a tutte le fuoriclasse: sfodera quattro game giocati benissimo, in cui riduce al minimo gli errori gratuiti e in più aggiunge un paio di vincenti di dritto (il colpo che fino a quel momento l’ha tradita più spesso) di qualità impressionante.

Non senza essere passata da frangenti difficili, al termine di una partita carica di pathos, Williams torna a conquistare gli US Open a distanza di quattro anni (2008-2012). Per lei il successo newyorkese significa il quindicesimo Slam della carriera.

Conclusione
Il torneo di fine anno, il Masters 2012 di Istanbul segue uno schema simile all’ultimo Slam. Come a New York, in una semifinale si incontrano di nuovo Azarenka e Sharapova, mentre nell’altra Serena trova Radwanska, che questa volta ha rispettato il suo ruolo di quarta testa di serie.

Sharapova si prende la rivincita su Azarenka (6-4, 6-2), portando gli H2H stagionali a 2-4, con Maria vincente nei confronti indoor e Vika in quelli outdoor. Nell’altra semifinale Serena regola Radwanska (6-2, 6-1).

La finale tra Williams e Sharapova finisce con il “solito” successo di Serena che, come noto, non perde contro Maria dal 2004 (6-4, 6-3).

A conti fatti, le tre grandi protagoniste del 2012 chiudono tutte con un bilancio stagionale di eccezionale qualità.
Azarenka al numero 1 del ranking con 68/10 nelle partite partite vinte/perse e 6 titoli conquistati su 9 finali raggiunte.
Sharapova al numero 2 con 55/10 nelle partite partite vinte/perse e 3 titoli conquistati su 9 finali raggiunte.
Williams al numero 3 con 54/4 nelle partite vinte/perse e ben 7 titoli conquistati su 7 finali raggiunte; ma risulta solo terza per il minor numero di piazzamenti (anche a causa dei pochi tornei giocati).

Questo epocale “triello”, è sintetizzato da un podio molto ravvicinato e caratterizzato da numeri altissimi: 10595 punti Vika, 10045 Maria, 9400 Serena. Anche tenendo conto dei piccoli cambiamenti di calcolo subentrati nel 2014, mai nessuna giocatrice sarebbe risultata terza nel decennio con un bottino di ben 9400 punti. Anzi: in diverse stagioni gli stessi punti sarebbero stati sufficienti per occupare comodamente il numero 1 del mondo.

Le puntate precedenti:

WTA, diario di un decennio: il 2010
WTA, diario di un decennio: il 2011

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