WTA, diario di un decennio: il 2014 - Pagina 4 di 5

Al femminile

WTA, diario di un decennio: il 2014

Quinta puntata dedicata agli anni ’10 in WTA: gli ultimi Slam di Li Na, Sharapova e Kvitova, e Serena Williams che raggiunge Evert e Navratilova. Ma soprattutto un anno ricco di match indimenticabili

Pubblicato

il

Simona Halep e Maria Sharapova - Roland Garros 2014
 

Wimbledon 2014
Serena Williams si presenta a Wimbledon da grande favorita, ma dopo due sconfitte nei primi turni in Australia e Francia, deve stare attenta a non farsi sorprendere di nuovo. E invece la testa di serie numero 1 cade ancora al terzo turno contro Alizè Cornet, che l’aveva già sconfitta qualche mese prima a Dubai (6-4, 6-4).

Questa volta le circostanze rendono il tutto quasi incredibile: Serena vince il primo set 6-1 e nulla fa pensare che possa perdere contro una avversaria come Alizè, che negli Slam non ha mai sconfitto una Top 20 (zero vinte, 13 perse). E invece Williams ha un passaggio a vuoto nel secondo set, che apre lo spiraglio all’impossibile: Cornet sale 5-0 e poi riesce a giocare alla pari nel proseguo, fino a spuntarla contro una avversaria in giornata opaca (1-6, 6-3, 6-4). Williams è fuori, e a questo punto il torneo è aperto a ogni pronostico.

Prima di arrivare alle fasi finali, dobbiamo fermarci per raccontare due partite memorabili giocate nei turni intermedi. Eccole in ordine cronologico.

Kvitova b. Venus Williams 5-7, 7-6(2), 7-5 Wimbledon, 3T
Match da erba che più non si può, con due ex-campionesse di Wimbledon in giornata di grazia alla battuta, e la voglia profonda di tornare ai fasti passati. La eccezionale qualità dei servizi produce statistiche del tutto inusuali per il tennis femminile: tre sole palle break (due convertite) nell’intera partita.

Nel primo set Kvitova serve per seconda e in una partita così legata alla battuta diventa un carico psicologico pesante, specie quando si avvicina la fine dei set. E infatti Petra cede il servizio sul 5-6 del primo set. 7-5 Venus.

Di conseguenza Kvitova si ritrova a dover inseguire anche nel secondo set. Questa volta Petra rimane in scia per tutto il parziale, esibendo una concentrazione e una continuità che non si vedevano dal suo anno migliore (il 2011). Questa tenacia assoluta è probabilmente la chiave della partita, perché poi Kvitova vince il tie-break (7-2) e si assicura non solo il pareggio nei set, ma anche il vantaggio di servire per prima nel terzo.

Nel set conclusivo tocca a Venus inseguire, e questa volta è lei che perde il servizio (e di conseguenza la partita) sul 5-6 del terzo set. Alla seconda palla break concessa, dopo quella che aveva annullato nel game iniziale della partita. Vale a dire 2 ore e mezza prima. Kvitova chiude il set finale 7-5.

Man mano che il match si sviluppa, in campo e sugli spalti cresce la consapevolezza che un solo passo falso può risultare fatale: la sensazione è che ogni quindici, ogni singolo quindici, possa essere decisivo per spostare l’equilibrio del match. Non so se sia stata la migliore partita del decennio, ma quasi di sicuro è stata la più intensa: 150 minuti di thriller sportivo, in cui le giocatrici hanno il grande merito di riuscire a dare comunque il meglio di sé, giocando con una profondità impressionante, unendo potenza a precisione, e facendo capire perché hanno già vinto un torneo come i Championships. Saldo vincenti/errori non forzati: Kvitova +14 (63/49), Williams +10 (41/31).

A caldo, al termine dell’incontro, la sensazione è contraddittoria: sembra di avere assistito a una finale, eppure è solo un terzo turno. A conti fatti si scoprirà che si è trattato di una vera e propria finale anticipata, visto che Kvitova vincerà il torneo senza più cedere set.

È una vera disdetta che di questo match rimangano disponibili su Internet solo pochi secondi, scelti nel modo peggiore possibile:

Se i tornei non vogliono coltivare il loro passato, almeno evitino di far cancellare per ragioni di copyright i video caricati dagli appassionati, che tengono vivo il ricordo delle grandi partite, facendo cultura sportiva.

Kerber def. Sharapova 7-6(4), 4-6, 6-4 Wimbledon, 4T
Angelique Kerber si presenta al via del confronto con un cattivo record: non ha mai sconfitto una Top 10 in un torneo dello Slam; ci riesce proprio contro una delle favorite del torneo, Maria Sharapova, rovesciando un esito che pareva già scritto.

Primo set. Kerber strappa a Sharapova il servizio in apertura e conserva il vantaggio sino a quando, sul 5-4, serve per il set. Maria reagisce: controbreak e decisione rinviata al tie-break. 7-4 per Angelique.

La partita è senza pause, con Sharapova che spinge e Kerber che riprende tutto, senza mai risparmiarsi; e trovando in alcune occasioni anche la forza di rovesciare lo scambio. Nel secondo set è un break al settimo gioco a pareggiare i conti: 6-4 per Maria. Si andrà al set decisivo.

Terzo set. Kerber sale 3-0, poi manca un match point quando è in risposta, avanti 5-2. Può ancora servire per il match, invece perde la battuta sul 5-3. Poi è il momento di servire per Sharapova sul 4-5, a un passo dall’ottenere l’ennesima rimonta stagionale. Ma nel decimo, lunghissimo game, va subito sotto 0-40: altri tre match point. Maria li salva tutti e comincia una fase in cui si alternano vantaggi interni (cioè punti del 5-5) a vantaggi esterni (cioè altri match point). Alla fine sarà il settimo match point quello che chiude la partita a favore di Angelique.

Due giocatrici in grande giornata producono un match incalzante, a tratti entusiasmante, basato sul classico contrasto di stili fra attacco e difesa. Kerber e Sharapova: due giocatrici che a fine carriera potranno vantare di avere vinto Wimbledon sconfiggendo in finale Serena Williams.

A conferma dell’alto livello, entrambe chiudono con un saldo positivo vincenti/errori non forzati: Sharapova +8 (57/49) Kerber +16 (27/11). Se agli 11 errori totali di Angelique togliamo i 5 doppi falli, si ottiene il dato di soli 6 errori in 33 game. Appena 6 errori in oltre due ore e mezza di gioco: un muro.

Lo sviluppo del torneo
Eliminata Serena, eliminata Sharapova, Wimbledon 2014 nei turni decisivi si articola in modo inatteso. Nella parte bassa del tabellone comanda la Repubblica Ceca, con due giocatrici in semifinale: Kvitova e Safarova. Il loro confronto segue le previsioni della vigilia, visto che in carriera Safarova non è mai riuscita a battere Kvitova.

Nella parte alta la testa di serie più nobile ancora in corsa è la numero 3 Simona Halep, che se la vede con Eugenie Bouchard, la novità del 2014 negli Slam. Bouchard infatti ha già raggiunto la semifinale sia agli Australian Open che al Roland Garros. Questa volta però compie un ulteriore progresso: sconfigge in tre set Halep, in parte limitata da un problema alla caviglia.

La finale tra Kvitova e Bouchard è senza storia: Kvitova sfodera una prestazione perfetta e Bouchard, anche se nel migliore momento della carriera, non ha armi sufficienti per contrastarla; la partita si conclude 6-3, 6-0 in 55 minuti, diventando la più breve finale Slam del decennio.

Due semifinali e una finale nei primi tre Major del 2014 sono un ottimo punto di partenza per una ventenne come Eugenie: invece dopo questa durissima sconfitta non si rivedrà più la Bouchard dei primi sei mesi di 2014. A vincere il primo Slam per il Canada ci penserà un’altra tennista, cinque anni dopo. Ma questa è un’altra storia.

a pagina 5: US Open e, soprattutto, le WTA Finals

Pagine: 1 2 3 4 5

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement