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Al femminile

WTA, diario di un decennio: il 2017

Ottava puntata dedicata agli anni ’10 in WTA: l’ultimo Slam di Serena Williams e l’avvento della nuova generazione con i successi di Jelena Ostapenko, Garbiñe Muguruza e Sloane Stephens. E altro ancora

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Le partecipanti alle WTA Finals 2017
 

Verso il Roland Garros
Anche se le vittorie nei tornei di preparazione si distribuiscono su più nomi (Siegemund a Stoccarda, Halep a Madrid, Svitolina a Roma) una giocatrice emerge per costanza di risultati: semifinalista in Germania, vincitrice in Spagna e finalista in Italia, Simona Halep parte con i favori del pronostico in Francia. Senza Serena e Sharapova, le vincitrici delle ultime quattro edizioni, Simona punta a conquistare il torneo del quale è già stata finalista nel 2014, quando era stata battuta in tre set da Sharapova.

Roland Garros 2017
Uno Slam pieno di colpi di scena, di situazioni rocambolesche e di sorprese fino all’ultimo match. Il torneo offre una serie di partite rovesciate in extremis, con giocatrici in largo vantaggio incapaci di compiere l’ultimo passo necessario per vincere. In una parte di tabellone, si verifica una sequenza del tutto particolare, in cui l’aspetto curioso è questo: è come se le sopravvissute si passassero il testimone fra loro, cadendo a loro volta nei turni successivi.

Si comincia con Petra Martic, che proviene dalle qualificazioni. Nel quarto turno affronta la testa di serie numero 5 Svitolina e si trova in vantaggio nel terzo set per 5-2 0-30 sul servizio Svitolina. A due punti dalla vittoria. Finirà per perdere 7-5 al terzo.

Elina Svitolina, scampata a questa situazione disperata, affronta nel turno successivo Simona Halep. Elina si porta a condurre 6-3, 5-1 ma non riesce a chiudere. Simona comincia a risalire, ma Svitolina ha comunque un match point nel tiebreak del secondo set. Non lo converte e crolla nel terzo set: 3-6, 7-6(5), 6-0 il punteggio finale per Halep.

Ma anche Simona Halep, scampata dal baratro contro Svitolina vivrà una situazione simile in finale. A un certo punto del match si troverà a condurre 6-4, 3-0, vantaggio esterno sul servizio Ostapenko. Ma la partita la vincerà Jelena.

Al di là di questa curiosa sequenza, il torneo vive uno sviluppo diverso tra la parte alta di tabellone e quella bassa.

In basso le due teste di serie più alte, la numero 2 Pliskova e la numero 3 Halep raggiungono come da classifica la semifinale, anche se in molti (Karolina inclusa) dubitavano sulle possibilità di Pliskova di spingersi così avanti nello Slam sulla terra rossa. In semifinale però le inclinazioni tecniche sono rispettate, e Simona prevale su Karolina in tre set (6-4, 3-6, 6-3).

Nella parte alta di tabellone invece si susseguono le eliminazioni contro pronostico. La testa di serie numero 1 Kerber perde al primo turno (contro Makarova). La campionessa in carica e tds 4 Muguruza esce contro la francese Mladenovic, al termine di un match in cui il pubblico appoggia con perfino troppo calore la giocatrice di casa.

Ma poi Mladenovic si ferma ai quarti contro Timea Bacsinszky (già semifinalista nel 2015). Alla fine a raggiungere Bacsinszky in semifinale è una giocatrice fuori dalle teste di serie: Jelena Ostapenko, che ha eliminato nei turni precedenti Stosur e Wozniacki.

La semifinale tra Timea Bacsinszky e Jelena Ostapenko presenta un incrocio di date quasi incredibile. La partita si disputa l’8 giugno 2017. Ma l’8 giugno è anche il giorno in cui sono nate sia Ostapenko che Bacsinszky. Jelena nel 1997, Timea nel 1989.

In sostanza chi vincerà si farà il miglior regalo di compleanno possibile: la prima finale Slam della carriera. Per il terzo turno consecutivo (dopo i match contro Stosur e Wozniacki) Jelena vince in tre set, e raggiunge, a 20 anni esatti, la finale Slam senza essere testa di serie.

Ostapenko b. Halep 4-6, 6-4, 6-3 Roland Garros, Finale
Comincio con un parere del tutto personale: a distanza di tempo è una partita che ho rivalutato in positivo. Come a volte capita con certi film, che all’uscita dal cinema non hai apprezzato particolarmente, ma che poi nel tempo rimangono nella memoria come significativi. E alla fine ti rendi conto che sono migliori di quanto pensavi a caldo. Oggi per me Ostapenko-Halep va considerata una delle partite del decennio.

È impossibile raccontare in poche righe l’andamento del punteggio di un match che ha avuto ben 14 break. Ma due cose vanno sottolineate. La prima, quasi ovvia, è che il servizio non si rivela un fattore fondamentale. La seconda è che Halep si trova a condurre in tutti e tre i set, ma che nel secondo e nel terzo la combinazione tra la paura di vincere di Simona e il coraggio di attaccare di Jelena provocano il rovesciamento del punteggio.

Due sono i momenti chiave dei recuperi. Il primo nel secondo set quando Halep è avanti 6-4, 3-0 e Ostapenko al servizio salva 3 palle break per il potenziale 4-0. È l’avvio di un parziale di 6 giochi a 1 per Jelena che pareggia il conto dei set.
Il secondo momento chiave è quasi la fotocopia del primo: sotto 0-3 nel terzo set, Ostapenko cambia marcia e, approfittando anche della paura di vincere della sua avversaria, infila una serie di 6 giochi a zero che vale il titolo.

Ma sarebbe limitativo raccontare la partita come un semplice flusso di stati d’animo, alternativamente vincenti o perdenti. Ci sono anche ragioni tecniche e tattiche che determinano il risultato. A mio avviso Ostapenko vince anche perché Halep in questo match propone praticamente sempre scambi a ritmo costante, basati sul topspin; e così finisce per esaltare le doti di colpitrice della sua avversaria. Rarissimi i cambi di ritmo, e anche il ricorso ai colpi slice. E invece si sa quanto le palle a rimbalzo sfuggente rendano più complicata l’esecuzione dei colpi da parte di Jelena.

A 20 anni e due giorni, Ostapenko è la più giovane vincitrice Slam del decennio; perderà questo record nell’ultimo Slam del 2019 per mano delle diciannovenne Andreescu. Ma le rimangono comunque altri numeri straordinari. Uno in particolare: questo successo di Ostapenko non è solo il primo Slam della sua carriera, ma il primo titolo in assoluto a livello WTA, arrivato dopo tre finali perse.

a pagina 4: La stagione sull’erba

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