Ons Jabeur: "La gente mi derideva. Ora vogliono fare le foto con me"

Interviste

Ons Jabeur: “La gente mi derideva. Ora vogliono fare le foto con me”

La 25enne tunisina parla al The Guardian: “Qui a New York ci è permesso correre, quindi corro. Ma la casa è piccola”. Il futuro: “Sono confusa sul resto della stagione”. I suoi colpi: “A volte è difficile scegliere perché posso fare tutto”

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Ons Jabeur - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

L’assenza di tennis in questo periodo dà la possibilità agli appassionati di approfondire alcune storie di tennisti che di solito fanno apparizioni solo fugaci in prima pagina. Un esempio è quello della tunisina Ons Jabeur, prima tennista araba a entrare nella top 50, frenata dalla sospensione nel momento migliore della sua carriera: a gennaio aveva infatti raggiunto i quarti di finale dell’Australian Open.

Durante lo Slam australiano si era scatenata la Ons-mania, specie in Tunisia dove i bar sono rimasti aperti tutta la notte per trasmettere i suoi match. Ons è tornata sull’argomento descrivendo il suo tennis eclettico in un’intervista telefonica con il The Guardian: “Ho iniziato a giocare colpi folli fin da giovane, non giocavo piatto o in topspin bensì giocavo dei colpi folli che forse riflettono la mia personalità. Mi piacciono le cose divertenti, pazze, mi piacciono le cose originali. Ho così tanti colpi nel mio arsenale che a volte è difficile scegliere quello giusto poiché posso fare tutto. Faccio sempre quello che mi sembra migliore. A volte un allenatore mi dice che faccio troppe palle corte. Io gli dico: ‘Sì, certo!‘. Ma non ascolto mai. Sono contenta di esprimere la mia personalità perché alla fine sono io quella che gioca sul campo, sono io a colpire la palla“.

Attenzione però a farsi un’idea sbagliata di lei: Jabeur è tutt’altro che presuntuosa e la strada che l’ha portata a raggiungere la posizione n.39 a 25 anni è stata tortuosa. Nel suo paese, all’inizio della carriera, veniva spesso derisa. “Trovi queste persone ovunque, ti sottovalutano. Io ero una che parlava troppo e dissi che volevo vincere Slam, e la gente rideva e non credeva in me. Alcune persone però lo hanno fatto. Una volta ho subito un intervento chirurgico al polso e quando sono tornata dopo cinque mesi, i primi giorni non riuscivo a giocare a tennis. Le palle volavano dappertutto, non avevo feeling. La gente mi guardava, mi prendeva in giro e diceva: ‘Sì, deve smettere di giocare a tennis’. Ma queste parole mi hanno resa più forte“.

Attualmente però le notizie che arrivano dal mondo del tennis non sono confortanti. Mi sento piuttosto triste per la cancellazione di Wimbledon, insomma si tratta di uno dei miei tornei preferiti e l’erba è una buona superficie per il mio gioco”, ha detto Jabeur a BBC Sport Africa. “Onestamente mi dispiace che abbiano preso questa decisione e sono piuttosto confusa su cosa succederà nel resto della stagione adesso che non va più tenuto conto di Wimbledon. Come sarà possibile giocare solo uno o due Slam ora? Non so come funzionerà. Speriamo che gli altri Slam non vengano cancellati“.

Restare in salute, e per un atleta restare in forma, è la massima priorità ma per lei la situazione non è tanto semplice. Sono a New York in questo momento, diciamo che sono rimasta bloccata qui”, ha detto. Ci è permesso andare a correre, quindi io corro. Faccio principalmente molti esercizi a casa ma è molto piccola, non è facile. Sto solo facendo del mio meglio. Sfortunatamente non posso giocare a tennis adesso. Vediamo come andrà”. In questo momento di distacco forzato, il pensiero si rivolge d’istinto alla sua numerosa famiglia: Parlo con i miei genitori quasi ogni giorno. Sono al sicuro: stanno a casa e fanno quello che deve essere fatto. Mio fratello e mia sorella sono a Parigi e in Germania, quindi sono praticamente bloccati dal momento che le restrizioni sono molto severe in Europa”.

La sensibilità di Jabeur, come si può intuire, non la si ammira solo quando tiene in mano una racchetta. Ons sembra essere perfettamente consapevole del suo ruolo e della sua influenza. Prima donna africana e araba a raggiungere questi risultati nel tennis professionistico, era prevedibile che in molti iniziassero a cercare ispirazione nelle sue imprese sportive, e lei non ha certo intenzione di deluderli. “Per tutti quelli che mi seguono in Africa, in Tunisia o nel mondo arabo, è un peccato che questa stagione si sia per ora fermata dopo la mia prestazione all’Australian Open. Non ho idea di quando torneremo, ma sono davvero contenta che i tifosi mi stiano seguendo. Voglio ringraziarli di cuore per essere con me e per i messaggi che mi mandano. Sono davvero orgogliosa delle mie origini africane e spero di poter fare di più per ispirare le nuove generazioni, inviando loro un messaggio positivo ha detto alla BBC.

Nella succitata intervista al The Guardian, Ons ha aggiunto qualcosa sull’argomento: “A volte quando giochiamo in Fed Cup le avversarie di alcune squadre africane vogliono fare delle foto con me e mi chiedono del mio gioco. È davvero stimolante per me. Quando qualcuno mi dice che li sto ispirando, mi dà più motivazione per allenarmi ed essere più di un esempio. Spero di poter vedere nel Tour più giocatori nati in Africa”.

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