Il capo giardiniere di Wimbledon: “Non è possibile giocare a settembre, i campi diventano scivolosi"

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Il capo giardiniere di Wimbledon: “Non è possibile giocare a settembre, i campi diventano scivolosi”

Neil Stubley ha spiegato perché non è stato possibile posticipare i Championships. “Abbiamo giocato la Davis a settembre. Ma a Wimbledon di solito si giocano 670 incontri in due settimane”

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Roger Federer e Rafa Nadal - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @wimbledon)
 

Se c’è un torneo che nel tennis richiede una lunghissima preparazione quello è Wimbledon. Non solo per il suo prestigio ovviamente ma anche per la cura della quale necessitano i celebri campi in erba del All England Club. Mesi e mesi di meticolosa attenzione alla semina, alla crescita e alla rasatura dell’erba. Fino ad arrivare al fatidico momento: l’inizio del torneo. Lo sa bene Neil Stubley, capo giardiniere di Wimbledon. 

Quindi la notizia della cancellazione dell’edizione 2020 torneo, a causa dell’emergenza coronavirus, deve essere stata particolarmente dura da digerire per lui e il suo staff. “Una delle parti più belle del mio lavoro è mostrare il mio lavoro al mondo ogni anno”, ha dichiarato Stubley in un’intervista al quotidiano britannico The Telegraph. “C’è sempre nervosismo quando tutti guardano alle condizioni del Campo Centrale per il primo giorno dei Championships. Sarà una strana sensazione, in quelle settimane tra giugno e luglio, non avere addosso quella adrenalina”. Parole che potrebbero uscire tranquillamente dalla bocca di uno dei tennisti impegnati nel torneo, a far capire quanta attenzione richiedano i campi. 

Il Roland Garros, anch’esso investito dalle necessità di tutelare la salute pubblica di fronte al COVID-19, sta cercando di trovare una collocazione più avanti nel calendario del tennis. Wimbledon però non poteva farlo e così ha dato l’arrivederci direttamente al 2021. Il motivo? La tenuta dei campi stessi. “In tarda estate il sole è più basso nel cielo”, ha spiegato Stubley. “Perciò la rugiada arriva prima e i campi diventano scivolosi. L’arco di tempo in una giornata in cui si può giocare si restringe. Si deve cominciare più tardi e finire prima. Per quanto sarebbe bello giocare il torneo in tarda estate e autunno, non è possibile”. E se lo dice lui è vero. 

Qualcuno ha fatto notare che in realtà a Wimbledon si sono disputati diversi match tra professionisti a settembre. È capitato l’ultima volta 12 anni fa, in occasione del tie di Coppa Davis contro l’Austria, valido per rimanere nel gruppo mondiale. Per la cronaca, nonostante le due vittorie in singolare di un 21enne Andy Murray, la Gran Bretagna venne tragicamente battuta per 3 a 2 dagli ospiti, che avevano come miglior singolarista Jurgen Melzer. L’anno prima i britannici avevano superato sempre a Wimbledon e sempre a settembre la Croazia di Marin Cilic. Ma tra giocare al massimo cinque incontri e un’intera edizione dei Championships c’è una bella differenza. “È vero che abbiamo giocato degli incontri di Davis a settembre. Ma lì si può iniziare alle 11 e finire alle 17. Ai Championships si va dalle 11 di mattina fino alle nove per due settimane. In totale fanno 670 match. È dura riuscire a luglio, figuriamoci in altri momenti dell’anno”, ha sottolineato Stubley.

Insomma, lo assicura anche il capo-giardiniere, non sarebbe stato possibile giocare il torneo di Wimbledon in altri periodi. E ci immaginiamo che il primo ad essere rammaricato dell’annullamento sia proprio lui. 

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