Jasmine Paolini: "Spero che la WTA ci aiuti. Non possiamo lamentarci, c'è gente meno fortunata" - Pagina 2 di 2

Interviste

Jasmine Paolini: “Spero che la WTA ci aiuti. Non possiamo lamentarci, c’è gente meno fortunata”

Intervista esclusiva alla tennista toscana, che sta trascorrendo l’isolamento a Lucca. “L’obiettivo per il 2021 è la top 50, per il 2020 è tornare a giocare. Anche a porte chiuse”

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Jasmine Paolini (photo courtesy Asics)
 

UNO SGUARDO AL FUTURO – Va dritta al punto Paolini quando le chiediamo quali siano i prossimi obiettivi da raggiungere: “L’obiettivo per il 2021… parlo già di 2021 perché non si sa quando si tornerà a giocare quest’anno. Per il 2021 l’obiettivo è cercare di entrare in top 50. L’obiettivo per il 2020 è tornare a giocare”. Ma quando si tornerà a giocare? “Spero che si inizi il prima possibile ma secondo me sarà ancora lunga. Non si possono fare grandi previsioni, viviamo mese per mese e vediamo come si evolverà la situazione. Il 13 luglio? Speriamo, praticamente sarebbero già cinque mesi di stop… il desiderio di tutti è giocare. Anche a porte chiuse andrebbe bene. È ovvio che con il pubblico è tutto più bello ma credo che per i tifosi sia meglio vedere il tennis in televisione che non vederlo proprio e per i giocatori è sicuramente meglio giocare che vedere i tornei cancellati. Giocare i due Slam rimasti e Roma, o anche Madrid, sarebbe molto, molto positivo. Credo che la pensino così tutti i giocatori”.

LO SPOSTAMENTO DI PARIGI – Approfittiamo un po’ della grande gentilezza e disponibilità di Jasmine per chiederle un’opinione sulla scelta della federazione francese di spostare il Roland Garros a fine settembre, una decisione che tante polemiche ha suscitato nel mondo del tennis. Anche se, stando alle parole del presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi, la situazione sembra essersi ormai ricomposta. “Giocare il Roland Garros nelle date originariamente previste era impossibile. Quindi la prima cosa che ho pensato quando ho saputo dello spostamento, senza sapere che non avevano consultato né ATP né WTA – e ad essere sincera non sono stata molto dietro a tutte queste cose –, è stata ‘menomale’. Almeno in questo modo abbiamo una possibilità di giocarlo, a fine settembre-inizio ottobre c’è più speranza. E secondo me non lo avrebbero fatto senza i punti, non avrebbe avuto senso. Se si fa, si fa con i punti.

ROMA È ROMA, MA… – E a proposito di terra rossa, il discorso si sposta sugli Internazionali d’Italia, torneo per il quale si stanno al momento valutando diverse ipotesi: giocare al Foro Italico a settembre/ottobre all’interno di una mini stagione su terra prima o dopo Parigi, a Cagliari a novembre o a dicembre sul veloce indoor di Milano (le donne) e Torino (gli uomini). “Roma è stato uno dei primi tornei ad essere cancellati dopo il primo stop”, ricorda Paolini. “Con il passare dei giorni ci siamo resi sempre più conto che la situazione non si poteva risolvere in due mesi e ci aspettavamo la cancellazione di Wimbledon, era nell’aria, era difficile pensare che a luglio fosse tutto a posto. Roma invece è stato uno dei primi, è stato quello un pochino più… non dico scioccante, però ci ha fatto realizzare quanto la situazione fosse seria. Ovviamente dispiace. Il torneo di casa, con tutto quello che comporta… le emozioni, i tifosi. È ovvio che Roma è Roma, con tutta la storia che si porta dietro… Ma vista la situazione sarebbe già positivo se si giocasse, anche in un’altra data e in un’altra location andrebbe bene.

Jasmine Paolini (photo courtesy Asics)

L’IMPATTO ECONOMICO DELLO STOP – I giocatori di tennis, si sa, sono dei liberi professionisti e i loro guadagni sono strettamente legati al campo. Se si eccettuano le sponsorizzazioni (che a loro volta possono però essere legate alle apparizioni nei tornei), se un tennista non gioca banalmente non guadagna. Sull’argomento è recentemente intervenuto anche Patrick Mouratoglou, esortando ATP e WTA a trovare una soluzione che possa sostenere i giocatori maggiormente in difficoltà dal punto di vista finanziario.

Secondo me è anche difficile stabilire chi supportare e chi no, perché ogni giocatore ha una storia diversa. Sicuramente il numero 300 fa più fatica del numero 70”, ammette Paolini, che nel ranking congelato del 16 marzo occupa la posizione numero 95. “Spero che ATP e WTA cerchino di aiutare giocatori e giocatrici che in classifica sono più bassi, e che in questo momento stanno perdendo soldi ‘utili’ per la vita quotidiana, per gli allenamenti ecc. In questo momento è giusto pensare a chi è più in difficoltà. Non so se ci daranno qualcosa, vediamo come si evolverà la situazione. Già vedersi togliere Wimbledon… È ovvio che in questo momento noi tennisti non stiamo guadagnando, quindi c’è un po’ di amarezza. Però quello che ho cercato di pensare in questi giorni è che non ci possiamo nemmeno lamentare più di tanto, perché c’è gente che sicuramente è meno fortunata di noi. E questo è un dato di fatto”.

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