Maria Sharapova a inizio carriera non sembrava esattamente una tennista in grado di esprimersi al meglio sulla terra battuta. I primi successi sul veloce, il primo – precocissimo – Slam a 17 anni sui prati di Wimbledon così come i due successivi a New York e Melbourne, quando ormai la sua stella era alta nel firmamento tennistico. Per il suo primo successo su terra si deve attendere il MPS Group Championships 2008, sulla terra verde statunitense di Ponte Vedra Beach. Il primo titolo sul mattone tritato, la terra rossa vera e propria, arriva addirittura nel 2010 a Strasburgo.

Ma quando nel 2012 per la prima volta Maria si aggiudica il Porsche Grand Prix di Stoccarda la tendenza si inverte nettamente in favore dei successi sul rosso. Compreso il titolo tedesco, degli ultimi 12 trofei alzati da Sharapova prima del ritiro dello scorso febbraio, ben 8 sono arrivati sulla terra battuta. Un amore sbocciato e concretizzatosi nella conquista di due Roland Garros, tanto che qualcuno si è arrischiato a definirla una “terraiola”. Non è esattamente così, ma sicuramente la siberiana è riuscita a portare ai massimi livelli la sua abilità di ribattitrice sfruttando il rimbalzo da terra battuta, lei che – altissima – non soffriva troppo il kick delle avversarie e ogni volta che poteva ha imperversato, specie con il rovescio. Lo ha ricordato al mondo contro Roberta Vinci, al suo rientro in campo dopo bla bla bla, storia nota e arcinota.

Uno dei punti di snodo sul rosso è stata sicuramente la conquista, il 27 aprile 2014, del terzo titolo sull’indoor della Porsche Arena Stoccarda: lo score migliore di Masha tra tutti i tornei disputati assieme agli Internazionali d’Italia, anche quelli vinti tre volte. Il 3-6 6-4 6-1 con cui rimonta e batte Ana Ivanovic vale il 30esimo titolo in carriera e la terza Porsche nel suo garage, che non immaginiamo certo povero per lei che del marchio automobilistico è addirittura ambasciatrice (e dire che la Porsche l’aveva scaricata dopo l’annuncio della positività al Meldonium, salvo tentare poi una disperata marcia indietro). Ah, mentre Masha sedeva con la solita grazia sulla terza cabriolet vinta in carriera il suo fidanzato Grigor Dimitrov batteva Rosol e vinceva l’ormai defunto torneo di Bucarest, ora trasferitosi a Budapest. Tante cose sono cambiate da allora, non il clamore attorno a Maria Sharapova. Nonostante la siberiana, fresca 33enne, non giochi più a tennis.