Tennis in giallo: la pallina vagante (terza e ultima parte)

Racconti

Tennis in giallo: la pallina vagante (terza e ultima parte)

Il gran finale del nostro giallo a puntate, con un colpo di scena che non vi aspettavate

Pubblicato

il

 

Tennis in giallo, la pallina vagante: prima parteseconda parte

L’indomani mattina, all’orario prefissato si presentò al Tennis Eden, ma appena arrivato in prossimità del campo numero 1, fu colpito da improvvisa paralisi. In completo Sergio Tacchini versione Wimbledon 1974, l’Ispettore Gennaro Fragiacomo tentava, senza grossi esiti, di palleggiare con il Maestro Venturini, il quale non sapeva se piangere o ridere, ma considerando che per le due ore di lezione antelucane dalle 07.00 alle 09.00 aveva strappato dal suo neo-allievo l’equivalente economico di una settimana di lezioni, propendeva per la seconda.

“Gennaro ma cosa fai? Vieni subito qui!”. “Ma… Commissario, mi stavo allenando un po’, sapete, per non fare brutta figura”. Caruso preferì soprassedere e si diresse verso la hall del circolo, dove Lucio Casello, proprietario del Circolo, lo attendeva. “Commissario buongiorno, pronto per una bella sgambata?”. “Signor Lucio buongiorno, una sola cortesia. Ho dimenticato le palline, me ne potrebbe dare un tubo nuovo?”. “Certo, eccole qui”. E gli porse un tubo di Sporting-ball. “Eh mi perdoni sig. Lucio, ma io gioco solo con le Chip&Charge…”. “Eh mi dispiace Commissario, ma abbiamo solo queste.”. “Ma come? Ne ho visti due scatoloni proprio vicino agli spogliatoi”.

Il proprietario del circolo divenne rosso come un peperone e cominciò a balbettare. “Ma no… Commissario, cosa dice? Deve essersi sbagliato, abbiamo solo queste”. Ma il Commissario non lo ascoltava da un pezzo e si era già diretto verso gli scatoloni, sul retro degli spogliatoi. “Commissario dove va? Lì non si può andare”. “Signor Casello, lasci perdere, sono in servizio. Allora, eccoci qui. Oh che bello scatolone! Agente Reggio, a lei l’onore”. Disse rivolgendosi alla sua sottoposta appena palesatasi insieme al suo fido compagno Salerno. L’agente aprì il pacco e ne estrasse il primo tubo di palline. Tolto il tappo, si trovò davanti la classica chiusura metallica analoga a quella delle lattine di coca-cola, idonea a non de-pressurizzare le palline. Solo che, all’apertura, non ci fu la classica “sfiatata”.

“Ahi ahi” disse Caruso “le palline saranno sgonfie…”. Casello era ormai esanime e Salerno e Fragiacomo lo tenevano d’occhio da distanza ravvicinata. L’agente Reggio proseguì l’operazione, prendendo la prima pallina dal tubo: “Ma… sono sgonfie!”. Il movimento di pressione sulla palla, ne rivelò un invisibile foro dalla quale fuoriuscì una polverina bianca. “Bingo!” disse Fragiacomo! “Game, set and match!” irruppe Caruso, che contemporaneamente rispose al cellulare: “Pronto Germani? Tutto ok. Avete fermato quelli di Tuttosport? Perfetto”.

A quel punto, si rivolse all’ormai ex proprietario del circolo. “Allora Casello, giustamente qui all’Eden di paradisi artificiali ve ne intendete, i miei colleghi della narcotici hanno appena arrestato i vostri amichetti, vi consiglio di non fare fesserie e vuotare il sacco. So che vi hanno messo in mezzo, ma se sarete così intelligente da fare nomi e cognomi, potreste cavarvela. Ora seguite la coppia dei miei agenti Salerno- Reggio, hai visto mai che per una volta si trovino bene con un Casello…”

Eh insomma, a parte il fastidio di dover cambiare circolo, la giornata non poteva dirsi negativa. Arrivato a casa, trovò sulla soglia la sig.ra Tina con i bagagli già pronti. “Nino! A quest’ora ti presenti? E tutto per una partita di tennis! Ma dico io, il crimine chi lo combatte in questa città se il Commissario di Polizia va a divertirsi? Adesso muoviti, altrimenti perdo la corriera! E chi le sente le mie amiche se non mi trovano a casa per le cinque!”. “Mamma, la corriera oggi non parte, ho deciso di accompagnarti in treno, ti porto a Sorrento e torno indietro ok?”.

E fu così che, giunti con un taxi alla Stazione Centrale, il Commissario Caruso e mammà si imbarcarono sul trenino che collega la città con la penisola sorrentina. Nei cinquanta minuti di tragitto in andata, Nino dovette sorbirsi una lunga invettiva di sua madre sulla sua ormai irrimediabile scapolaggine e sull’ormai irreversibile tracollo del suo stato psico-fisico. Per fortuna il Commissario si pregustava già il rientro a casa, il suo decoder, la tv e la fine della finale tra Federer e del Potro, immaginando una sfida al cardiopalma con trionfo finale del suo beniamino svizzero.

Arrivato a Sorrento salutò la mamma e le sue infinite raccomandazioni e, dopo dieci minuti di attesa, salì sul treno di ritorno. Certo, pensava tra sé e sé, sono stato fortunato ad avere due giornate così piene, da non aver avuto il tempo di sfogliare un quotidiano, guardare un tg sportivo o sbirciare su qualche sito specializzato e da non scoprire così il risultato della finale. Mentre era immerso nella lettura dell’ultimo episodio dei Bastardi di Pizzofalcone, lo squillo di un cellulare e soprattutto la voce di colui che rispose alla chiamata da un seggiolino distante pochi metri dal suo, lo destò improvvisamente. Riconobbe immediatamente la voce del noto giornalista che gli aveva tenuto compagnia durante tanti match di tennis degli anni addietro, seminascosto nel suo solito cappellino verde.

Non potè fare a meno di avvicinarsi. “Dottor Scanagatta! Mi perdoni se la disturbo, sono un suo grande ammiratore, lasci che mi presenti, Commissario Gaetano Caruso. Che ci fa dalle nostre parti?”. “Oh piacere, addirittura! Sono di ritorno da un weekend lungo a Sorrento, ci mancavo da trent’anni. Sa, sono sempre in giro per i tornei, poi tutta l’attività per il sito, un lavoraccio, non me ne parli. Ma allora, anche in Polizia si legge Ubitennis?”. “E beh, io sono un grande appassionato, anche se con il lavoro che faccio non sempre riesco a seguire tutto il tennis come un tempo. Ma per Federer cerco sempre di trovare il tempo…”.

Si accorse subito di aver commesso un grave errore, che gli sarebbe costato la serata davanti alla TV, già rinviata per due giorni di fila. “Ah allora sarà dispiaciuto per come è riuscito a perdere domenica con del Potro! Certo che per essere Federer ne ha perse troppe di partite con match point a favore”. Niente da fare, la serata era andata, ma nuovi scenari si aprirono per la carriera del Commissario Caruso. “Insomma Commissario, lei è un grande appassionato di tennis, un assiduo lettore… cosa aspetta? Scriva qualcosa per noi! Abbiamo già avvocati, magistrati, ci manca un Commissario di Polizia…”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement