Il vantaggio di Nadal su Djokovic e l'acchiappa-clic di Feliciano

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Il vantaggio di Nadal su Djokovic e l’acchiappa-clic di Feliciano

A Maiorca Rafa esce dal lockdown una settimana prima degli altri spagnoli e anche rispetto a Nole che si trova a Marbella. Lopez sarcastico riguardo alle decisioni del governo

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Rafa Nadal e Novak Djokovic - Wimbledon 2018 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

SFASAMENTI – Con una settimana di ritardo rispetto all’Italia, da lunedì 11 maggio la Spagna entra nella Fase 2. Solo che la chiamano Fase 1 perché là iniziano a contare da zero. Dev’essere divertente vedere gli spagnoli nel reparto frutta e verdura del supermercato: fingono di prendere una mela e infilarla nel sacchetto (“zero”), poi finalmente possono afferrare il primo frutto. Non tutto il Paese, tuttavia, entra nella nuova fase e per quasi metà della popolazione restano in vigore le più restrittive misure di contenimento. Un po’ come accade da noi con alcune regioni che hanno già “aperto i circoli”, la pratica del tennis resta proibita in diverse province – praticamente quelle dove risiede la quasi totalità dei top 100, come illustra AS.com.

Esce dall’isolamento Rafa Nadal, eccezione di lusso, che potrà tornare a colpire nella sua accademia a Manacor. Niente da fare, invece, per gli altri spagnoli di vertice, dal n. 12 Bautista Agut al 99° del ranking Carballes Baena, che dovranno attendere almeno altri sette giorni. Carla Suarez Navarro, a Las Palmas de Gran Canaria, di gran carriera può recarsi al suo tennis club per preparare al meglio il suo rientro che sarà comunque di breve durata; Carlita ha infatti confermato che, se il circuito ripartirà entro l’anno, il 2020 vedrà la sua ultima apparizione da professionista. L’intera Svizzera è entrata nella fase 2 (non avevamo dubbi che sapessero contare), quindi può tornare in campo Garbiñe Muguruza, residente a Ginevra.

Tornando però in Spagna, vale però la pena di citare un altro tennista: il numero 1 del mondo. Novak Djokovic si trova infatti a Marbella e potrà continuare ad allenarsi in forma individuale senza però poter accedere a una struttura, come ha scoperto a proprie spese la scorsa settimana. Al contrario di Rafa, quindi, ancora niente tennis per Nole; siamo però moderatamente sicuri che il campione serbo saprà colmare questo svantaggio.

PERCHÉ IO NO? – Sarà che smaniamo di tornare in campo, sarà che siamo di parte, ma il tennis ci sembra uno degli sport più sicuri rispetto ai rischi di contagio. Anzi, se è vero che il distanziamento sociale è la misura più importante per contenere la pandemia, i 24 metri che separano i due contendenti fanno del nostro sport l’attività forse meno pericolosa in assoluto fra tutte le altre situazioni quotidiane in cui ci troviamo a dover interagire con il prossimo. Anche se, colpendo una drop volley o seguendo a rete una smorzata, quella distanza si accorcia drasticamente – sempre che l’avversario si sia tenuto in forma negli ultimi due mesi con ripetuti scatti sul marciapiede sotto casa, provocando travasi di bile ai vicini appostati alle finestre.

È allora facile intuire il motivo della frustrazione di Feliciano Lopez, come abbiamo visto uno dei tanti a non poter ancora ricominciare a sgambettare sull’amato rettangolo (che poi sono ventuno). Invece dello slice, allora, il mancino di Toledo affila le unghie e si affida ai social media per sfogare sarcastico il suo malcontento, cinguettando una foto della spiaggia di Barceloneta invasa da runner e presunti sportivi vari (condizione permessa dalla legge) accompagnata dall’immagine proibita di un tennista solitario.

Comprendiamo le perplessità di Feli alle quali aggiungiamo le nostre riguardo alla decisione delle autorità catalane di limitare l’accesso alla playa dalle 6 alle 10 del mattino: una fascia oraria particolarmente ridotta non contrasta con il principio di evitare assembramenti? In maniera simile a quanto previsto dall’ultimo decreto del governo italiano, vi si può accedere solo per praticare sport come la corsa e il nuoto, non per fare passeggiate o picnic; insomma, non è importante dove vai, purché tu ci vada in fretta. E, attenzione, per chi affronta il mare non è neppure operativo il servizio di salvamento.

Tornando a Lopez e al suo applauso ironico, bisogna tuttavia prendere in considerazione anche la possibilità che la foto sopra sia “furba” e che, in realtà, tutte quelle persone non siano ammassate in pochi metri quadrati. Ce lo spiega questo articolo di TV 2 Nyhederne con gli scatti pressoché sincroni di due fotografi, che restituiscono però impressioni ben diverse. È il caso di dire che un’immagine – una coppia di immagini, per la precisione – vale più di mille parole. Soprattutto perché le parole sono in danese.

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