Wimbledon 2020 virtuale: fuori Williams e Kvitova, chi sarà la campionessa? - Pagina 2 di 5

Al femminile

Wimbledon 2020 virtuale: fuori Williams e Kvitova, chi sarà la campionessa?

Seconda settimana dei Championships, arrivano le partite decisive. Prevarrà l’esperienza di Halep o Pliskova oppure la linea verde di Andreescu o Kenin? O vincerà una outsider?

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Simona Halep e Serena Williams - Wimbledon 2019
 

Day 8: Quarti di finale
Parte alta del tabellone
Aryna Sabalenka più tre vincitrici Slam. Questo, in estrema sintesi, il quadro delle semifinaliste di Wimbledon 2020. Ma prima di svelare tutto, procediamo con ordine. Le titolate Slam potevano essere quattro su quattro, se proprio Sabalenka non avesse sconfitto la campionessa dello US Open 2017 Sloane Stephens.

Aryna ha lasciato appena sei game (6-2, 6-4) a una avversaria che è sembrata incerta nell’impostare la propria tattica, oscillando fra un match di contenimento e uno più intraprendente, nel quale provare a rispondere colpo su colpo alla potenza avversaria. A conti fatti però, Sloane non ha mai deciso di percorrere sino in fondo una delle due opzioni, e questa ambivalenza non ha pagato.

Sloane Stephens – Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Sabalenka raggiunge la semifinale di Wimbledon dopo un cammino contro avversarie dal ranking non proprio eccelso: 103 Peng, 49 Swiatek, 56 Tomljanovic, 30 Pavlyuchenkova (unica testa di serie), 37 Stephens. E chissà cosa penserà oggi Iga Swiatek, battuta mercoledì scorso soltanto 8-6 al terzo, al termine di una battaglia equilibratissima. La prossima avversaria di Aryna, sarà però un ostacolo davvero duro: la campionessa in carica dello US Open Bianca Andreescu.

Andreescu ha sconfitto la testa di serie numero 15 Petra Martic, al termine di una partita di notevole qualità. Un match molto tecnico, che ha offerto una varietà di colpi particolarmente ricca, a partire dal servizio per finire alle smorzate.

Vinto il primo set 6-4, Bianca (come a volte le succede), nel secondo si è un po’ rilassata e ha arretrato di qualche spanna la sua posizione di gioco. Questo arretramento ha permesso a Martic di reggere con più sicurezza lo scambio da fondo, avendo più tempo per introdurre variazioni efficaci, sotto forma di palle corte ma anche avanzamenti a rete: 6-4 Martic.

Ma nel terzo set Andreescu ha di nuovo alzato il livello della propria risposta, è tornata a farsi aggressiva e questo le ha permesso di strappare due volte la battuta a Petra. 6-4, 4-6, 6-3 il risultato finale fra due delle giocatrici più creative dell’attuale circuito femminile.

Parte bassa del tabellone
La campionessa in carica Halep continua la corsa verso la difesa del titolo, anche se prima di spuntarla ha preso un grosso spavento contro la numero 107 Greet Minnen (4-6, 6-2, 6-4). Simona infatti, nel primo set ha sentito la pressione di giocare da strafavorita, mentre dal canto suo Minnen colpiva a braccio libero.

Per circa 20 minuti abbiamo visto Halep commettere errori insoliti per lei, mentre Minnen appariva quasi impeccabile. Greet si è portata 5-2 e servizio, e solo a questo punto Simona ha cominciato a mettere in campo la sua reazione. Che non le ha permesso di recuperare il set (alla seconda occasione al servizio, Minnen ha chiuso il set 6-4), ma che ha inaugurato una partita completamente differente. Il 6-2 6-4 dei due set conclusivi è la testimonianza di un tratto di match che Halep ha avuto quasi sempre in controllo.

Così come per Sabalenka, anche Halep non ha dovuto misurarsi con un tabellone proibitivo. Ecco il ranking delle avversarie affrontate: 80 Pegula, 115 Krejcikova, 106 Friedsam, 23 Mertens, 104 Minnen. Ora avrà la 41 Ostapenko. Questi i numeri, ma di sicuro non si può fare una colpa a Simona se le avversarie sulla carta più agguerrite si sono perse per strada prima di arrivare a incrociarla.

E poi i numeri non dicono sempre tutto, visto che la numero 41 Ostapenko è stata capace di sconfiggere la numero 8 Bencic e quindi altre tre teste di serie: la 31 Strycova, la 12 Kvitova, la 3 Pliskova. In sostanza Jelena si è rivelata una vera e propria Terminator delle tenniste ceche.

Karolina Pliskova – Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell’Olivo)

Questa volta a cadere è stata dunque Karolina Pliskova, che è rimasta in scia di Ostapenko fino al 5-5. Poi però nell’undicesimo game è scesa con la percentuale di prime e Jelena ne ha approfittato con una serie di risposte aggressive che le sono valse il break che ha spostato in modo decisivo gli equilibri del primo set.

Situazione simile nel set successivo: nel duello fra servizio (Pliskova) e risposta (Ostapenko) ha finito per prevalere quest’ultima. Karolina nel secondo set ha subito addirittura 3 break, Ostapenko appena 2, e questo le è bastato per chiudere il match in meno di cento minuti: 7-5, 6-4 il risultato finale. E così Pliskova deve ancora rimandare l’appuntamento alla prima semifinale di Wimbledon in carriera, mentre Ostapenko ci ritorna dopo l’esperienza del 2018, quando era stata sconfitta dalla futura campionessa Angelique Kerber.

Non so in quanti, a inizio torneo, avrebbero immaginato che la semifinale della parte bassa del tabellone sarebbe stata la replica di una partita indimenticabile del decennio scorso: la finale del Roland Garros 2017 tra Jelena Ostapenko e Simona Halep.
Ecco il quadro della situazione al termine dei quarti di finale:

a pagina 3: Le semifinali

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