Wimbledon 2020 virtuale: fuori Williams e Kvitova, chi sarà la campionessa? - Pagina 3 di 5

Al femminile

Wimbledon 2020 virtuale: fuori Williams e Kvitova, chi sarà la campionessa?

Seconda settimana dei Championships, arrivano le partite decisive. Prevarrà l’esperienza di Halep o Pliskova oppure la linea verde di Andreescu o Kenin? O vincerà una outsider?

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Simona Halep e Serena Williams - Wimbledon 2019
 

Day 10: Semifinali
Giovedì 9 luglio, Centre Court. Temperatura attorno ai 19 gradi e qualche nuvola passeggera: insomma le condizioni estive londinesi, ideali per giocare a tennis.

Simona Halep [2] def. Jelena Ostapenko 3-6, 6-3, 6-3
Il programma delle semifinali inizia con la replica della finale del Roland Garros 2017 (allora vinta da Ostapenko per 4-6, 6-4 6-3). Replica non solo perché vede in campo le stesse giocatrici, ma anche perché il punteggio conclusivo e l’andamento dei primi due set sono sorprendentemente simili. Ma a protagoniste invertite: a Parigi era stata Halep a cominciare meglio, e a trovarsi in vantaggio di un set e un break nel secondo set. Qui a Londra è Ostapenko a vincere il primo set e a portarsi avanti 2-0 nel secondo. Si è giocato per circa tre quarti d’ora e Jelena sembra avere in mano il proprio destino: ancora quattro game e il match è vinto.

Ma a questo punto, in modo non dissimile da tre anni fa, chi è indietro nel punteggio reagisce, e comincia a risalire la corrente. Con un parziale di 5 game a 1, Simona pareggia i conti (3-6, 6-3) e rimanda al terzo set la definizione della prima finalista a Wimbledon 2020. Tutto è ancora possibile, e le certezze minime, anche perché il servizio sino a questo momento non è stato un fattore: su 18 game giocati, i break sono stati 10.

Il terzo set, però, è più lineare: Halep tiene sempre la battuta e allarga le distanze con due break nel finale di set (sul 3-3 e sul 5-3). Alla fine è stata proprio la crescita di rendimento al servizio di Simona a fare la differenza: nel momento in cui Jelena non è più riuscita a strappare ripetutamente la battuta alla avversaria, è emerso come aspetto fondamentale lo scarso rendimento della sua seconda di servizio. Risultato: Halep 3-6, 6-3, 6-3 in 122 minuti. A distanza di dodici mesi, Simona si ripresenta in finale a Wimbledon con l’obiettivo di mantenere il titolo conquistato nel 2019.

Jelena Ostapenko – Wimbledon 2017

In conferenza stampa, un giornalista chiede a Ostapenko se considera le sue prestazioni a questi Championships come una “rinascita”; ma Jelena non è d’accordo: “Perché rinascita? Qui a Wimbledon ho già raggiunto i quarti di finale nel 2017 e la semifinale nel 2018. Per questo nel 2020 avrei voluto almeno la finale”.

Aryna Sabalenka [11] def. Bianca Andreescu [6] 6-3, 7-5
Dopo il successo di Simona Halep, scendono in campo Bianca Andreescu e Aryna Sabalenka. Con Andreescu favorita per i bookmaker, pare delinearsi in finale un “quasi derby” rumeno, visto che Bianca è canadese ma nata da genitori rumeni, come lascia intendere il suo cognome. Ma il campo smentisce le previsioni: Sabalenka esordisce molto decisa, e con una solida prestazione al servizio limita le invenzioni della sua avversaria. Basta un break all’ottavo gioco per fare la differenza. 6-3 Sabalenka.

A questo punto un po’ tutti si aspettano la “solita” reazione di Andreescu, e invece per la prima volta si ha la sensazione che Bianca sia meno efficace e centrata rispetto alle giornate precedenti. Alla ricerca di una spiegazione, sono andato a riguardarmi i punteggi del suo percorso a questi Championships: tre set per battere Linette al secondo turno, tre set per sconfiggere Siniakova 8-6 al terzo, tre set per eliminare Serena negli ottavi. E infine, senza il giorno di riposo fra i match, ancora tre set contro Petra Martic. Comprensibile che Bianca non sia più brillantissima, e che soprattutto mentalmente inizino ad affiorare gli sforzi dei match passati.

Bianca Andreescu – Wimbledon 2017

Nel secondo set, quando Sabalenka ottiene il break (avanti 6-3, 4-2), la partita sembra ormai in dirittura di arrivo. Ma Bianca è una giocatrice di carattere, e non è disposta a uscire sommessamente dal Centre Court. Sfodera un game di risposta eccezionale, che le permette di recuperare lo svantaggio; poi consolida la situazione tenendo la battuta e portandosi avanti 5-4.

Ma qui è brava Sabalenka a salvarsi da un insidioso 0-30, pareggiare i conti sul 5-5, e sullo slancio del mancato pericolo strappare nuovamente la battuta ad Andreescu. È il break definitivo: sul 6-3, 6-5, grazie a un turno di battuta sorprendentemente solido, Aryna conquista la prima finale Slam. Le sono bastati 107 minuti per fissare il punteggio sul 6-3, 7-5 e raggiungere così il più importante traguardo della carriera. Scopriremo sabato se sarà in grado di compiere un ulteriore passo avanti, e far incidere il suo nome nell’albo d’oro dei Championships.

Andreescu, in conferenza stampa, a chi le chiede se non avesse speso troppo nei match precedenti, risponde: “Beh, effettivamente non mi sarebbe dispiaciuta qualche vittoria in due set, invece che quattro grandi battaglie al terzo. Devo imparare a non distrarmi durante i match? Forse. Ma in campo ci sono anche le avversarie”.

a pagina 4: La finale

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