Wimbledon 2020 virtuale: fuori Williams e Kvitova, chi sarà la campionessa? - Pagina 4 di 5

Al femminile

Wimbledon 2020 virtuale: fuori Williams e Kvitova, chi sarà la campionessa?

Seconda settimana dei Championships, arrivano le partite decisive. Prevarrà l’esperienza di Halep o Pliskova oppure la linea verde di Andreescu o Kenin? O vincerà una outsider?

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Simona Halep e Serena Williams - Wimbledon 2019
 

Day 12: la finale
Aryna Sabalenka [11] def. Simona Halep [2] 4-6, 6-2, 6-3
Sabato 11 luglio, ore 14.00. Dopo le bizze del tempo della prima settimana, la seconda settimana è stata quasi completamente asciutta, e così anche la finale si svolge nel Centre Court con il tetto aperto, e i soliti 19-20 gradi che hanno caratterizzato questa edizione dei Championships. Di fronte due giocatrici con un livello di esperienza molto diverso: Simona Halep alla sesta finale Slam, Aryna Sabalenka alla prima. È difficile immaginare come reagirà Aryna in questa nuova situazione.

Il match inizia un po’ lentamente: senza grandi sussulti nel punteggio, e con qualche errore di troppo. La sensazione è che le giocatrici non riescano a sciogliere del tutto il braccio e che il peso della posta in palio si faccia sentire. Quando Halep vince il primo set, avviandosi verso il bis a Wimbledon, in tribuna stampa si cominciano a ripassare le ricorrenze storiche. Negli anni duemila solo tre giocatrici hanno vinto almeno due volte Wimbledon (Serena Williams, Venus Williams, Petra Kvitova), ma solo Venus e Serena possono vantare due vittorie consecutive. Simona sarebbe la terza a riuscire nella impresa.

Simona Halep – Wimbledon 2017 (photo Art Seitz c2017)

Sabalenka, però non è d’accordo a lasciare strada facilmente. All’inizio del secondo set aumenta i decibel del suo grunting, e sfodera una serie di game in battuta di alta qualità. A questo punto Halep si trova nella condizione che nessuna tennista desidera: mentre i game di Aryna filano via rapidi (spesso decisi da servizi vincenti o sugli uno-due), quelli con Simona al servizio sono tutti battagliati. Per due volte Sabalenka riesce a strapparle il servizio, e rimette le cose in parità: 4-6, 6-2.

Terzo set. Sabalenka sullo slancio sale addirittura 4-0, grazie a un tennis travolgente. Sembra che a Londra si stia esibendo la tennista di Wuhan, il torneo dove Aryna è imbattuta da due anni. Poi però la vicinanza con un titolo così importate si fa sentire, e il match perde di linearità. L’inevitabile tentativo di recupero di Halep porta a una serie di break e controbreak: Sabelenka non riesce a chiudere la partita sul proprio servizio, ma lo fa al terzo set point, il primo avuto in un turno di risposta: 4-6, 6-2, 6-3, il punteggio finale.

E così, a 22 anni, Aryna è campionessa di Wimbledon. È la conferma della linea verde delle ultime vincitrici Slam, che hanno avuto l’unica eccezione proprio nella vittoria di Halep (28 anni) a Londra lo scorso anno.

Queste le dichiarazioni di Simona Halep: “Sono arrivata a un set dal vincere due volte, e consecutivamente, Wimbledon. Ma un set può essere molto difficile da conquistare. Devo fare i complimenti ad Aryna per come ha alzato il livello dopo l’inizio a mio favore. Se sono delusa? Beh, avrei preferito vincere, ma per fortuna io sono già membro a vita dell’All England Club (in quanto vincitrice del titolo 2019 ndr), e questo nessuno me lo potrà togliere”.

Una Sabalenka raggiante in sala stampa, dopo aver ringraziato ancora familiari e membri del suo team tecnico, dice: “Per una ragione o per l’altra non ero mai riuscita ad esprimermi al meglio in uno Slam. Sono contenta sia accaduto proprio qui a Wimbledon. Perso il primo set, mi sono detta che dovevo provare a dare di più, ad alzare l’intensità del mio gioco, e sono contenta di esserci riuscita”. E poi: “Sento che da questo momento può aprirsi una fase nuova della mia carriera. Vedremo domani con chi ballerò al party dei vincitori”.

Aryna Sabalenka – Wimbledon

E con le conferenze stampa delle due protagoniste, di fatto si chiude il torneo femminile. Il mio compito di inviato a Wimbledon è quasi finito. Per la giornata di domenica mi rimane da “coprire” la finale junior maschile e, in parte, le interviste della finale maschile. Ma per questa sera ho intenzione di prenderla con calma. Mi studierò i dati dei due junior ancora in gara, andrò a mangiare dopo le 22 (quando la mensa dei giornalisti si è quasi svuotata), e uscirò dall’impianto di Wimbledon ormai al buio.

Wimbledon di notte è molto diverso: dopo l’adrenalina dei match, degli articoli da far uscire prima possibile (e se si riesce, senza errori), tutto diventa tranquillo. Senza la folla che occupa ogni angolo dell’impianto, circola soltanto qualche addetto alla sicurezza, e il massimo dell’incontro che può capitare è quello con il furgone per il cambio biancheria del ristorante interno al Court 1.

Per uscire, dalla sala stampa si percorre quasi al buio il viale che dal Centre Court sale alla Henman Hill. Il viale è illuminato soltanto dalle luci segnapasso, incassate nei muretti che delimitano il campo 18 (quello di Isner-Mahut) e il campo 14, coperti dai teloni per proteggerli da eventuali piogge della notte. Nell’aria fresca della sera londinese ci si chiede se sia meglio rimanere in maglietta o indossare una felpa leggera; e si comincia a pensare che mancano dodici mesi alla edizione del 2021.

a pagina 5: Note sulle percentuali dei match decisivi

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