Il giorno di Sinner: occhi addosso, speranze, curiosità. "E se Nadal è quello di Roma..."

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Il giorno di Sinner: occhi addosso, speranze, curiosità. “E se Nadal è quello di Roma…”

Pronostico chiuso per i bookmaker, meno per chi vive il circuito. Tsitsipas: “In una giornata buona non mi meraviglierei di vederlo battere un top 5”. Le speranze di Panatta e Bertolucci

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Jannik Sinner - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Quello tra Rafael Nadal e Jannik Sinner è il quarto di finale meno aperto per i bookmaker, che dubbi non ne hanno: il 12 volte campione del Roland Garros rappresenta ancora una vetta troppo alta da scalare per il ragazzino della Val Pusteria. Allo stesso tempo, l’inedito incrocio tra il fuoriclasse di Manacor e l’azzurro rimane quello mediaticamente più intrigante. Per lo scontro generazionale e per il fascino consolidato delle dinamiche di attacco al potere. Ma anche perché un irripetibile Roland Garros autunnale si presta da scenario adatto a sovvertire l’ordine costituito. Non è semplice, oggi, misurare la distanza che separa Sinner e Nadal rispetto a quella di qualche settimana fa. Era il 13 settembre quando i due si sono ritrovati l’uno contro l’altro, ma solo per un set di allenamento sul Centrale del Foro Italico. Su quello stesso campo è arrivata poi per il numero 2 del mondo la grande delusione della sconfitta contro Schwartzman.

PERCHÉ NO? – “Non abbiamo mai giocato, ma mi sono allenato con lui un paio di volte – ha raccontato Nadal dopo il successo su Korda negli ottavi -, Jannik è giovane ma sta migliorando ogni settimana. Ha un grandissimo potenziale, grande velocità di braccio ed è in grado di tirare fuori colpi sorprendenti“. Proprio agli Internazionali, prima di cadere al terzo turno contro Dimitrov, Sinner si è tolto per la terza volta la soddisfazione di battere un top 10. A cedere sotto i colpi dell’altoatesino è stato, sul Pietrangeli, uno svagato Stefanos Tsitsipas travolto nel primo e nel terzo set (dopo aver vinto il secondo al tie break). Atteso contro Rublev dal replay della finale persa ad Amburgo, l’ateniese è tornato su quello scivolone romano.

Sinner è un ragazzo di grande talento – la sua analisi -, eccelle nei colpi da fondo campo e sfrutta l’altezza sul servizio. Mi piace anche la sua capacità di rimanere calmo durante la partita“. Il numero 6 del mondo ha anche la prospettiva più ampia di chi ha affrontato l’azzurro due volte a distanza di 15 mesi, in entrambi i casi a Roma. “Quando l’ho battuto nel 2019 (6-3 6-2, ndr) era certamente più magro, meno strutturato a livello muscolare. Da un anno all’altro ho notato un significativo miglioramento nello spostamento orizzontale da destra a sinistra, si vede che ci ha lavorato molto. È anche un ottimo battitore e questo lo aiuta. In una giornata positiva, non sarei sorpreso di vederlo superare un top 5 o anche un top 3, perché no?“. Se Nadal è arrivato ai quarti senza perdere nemmeno un set, Sinner ne ha lasciato per strada uno soltanto contro Zverev. Inciampo talmente poco significativo – l’andamento del match configura in effetti il set perso in tutto e per tutto come un inciampo – da essere sfuggito anche al direttore Scanagatta nel suo video di introduzione alla giornata.

GIOCARE E PENSARE – Dal team Sinner, viene fuori alla vigilia la voce di coach Riccardo Piatti: “Il tennis di Jannik è già pronto per avversari di questo livello – le sue parole alla Gazzetta dello Sport – quello che gli manca è l’esperienza. Dovrà essere molto equilibrato mentalmente, in una partita a scacchi. Rafa cercherà di farlo giocare male e di destabilizzarlo, portandolo a pensare. Jannik di volta in volta dovrà trovare le soluzioni per scardinare il suo impianto di gioco“. Spinti probabilmente anche un po’ dal tifo – quello sano, inteso come affetto e partecipazione nella crescita di un grande talento del nostro tennis – sono intervenuti nel dibattito social della vigilia anche due grandi del passato.

Per il più giovane italiano di sempre in top 50 (è al momento 46 nel ranking live), Adriano Panatta ha pronosticato una rapida ascesa in top ten provando ad aprire uno squarcio nel pronostico: “Io al posto di Nadal non sarei tanto tranquillo…”. Tweet di cui lo stesso re di Parigi nel 1976 ha voluto definire i contorni, intervistato dal Corriere del Trentino: “Nadal è Nadal ovvio, non sono un cretino – la ribattuta – ma non è più ragazzino, è un po’ consumato anche lui e il suo tennis è molto dispendioso. Sinner non è più solo un talento del futuro ma un giocatore vero, a chi dice che il suo gioco non ha variazioni rispondo che ci lavorerà ma intanto funziona così, potente e aggressivo. Tra i giovani nessuno sa stare in campo come lui. Nadal se vuole batterlo deve essere al 100% e giocare molto bene“.

Coerente, per quanto appena più cauta, la risposta di Paolo Bertolucci che ha ancora negli occhi quella strana notte al Foro del 20 settembre: “Se Rafa è quello di Roma concordo. Sulla lunga distanza e con una miglior condizione da parte dello spagnolo sarà più complicato“. Senza dubbio. Ma già essere qui a parlarne, fa un certo effetto.

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