WTA, le statistiche del 2020 - Pagina 3 di 4

Al femminile

WTA, le statistiche del 2020

Conferme, sorprese, novità nei numeri della stagione più anomala dell’era Open. Da Osaka a Swiatek, da Halep a Williams, ecco chi primeggia nelle diverse categorie tecniche di fine anno

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Naomi Osaka e Iga Swiatek
 

Punti vinti con la prima di servizio
Soprattutto nelle posizioni di vertice, questa statistica è ancora molto collegata alla qualità del servizio. Però non si esaurisce tutto qui. Direi che incide parecchio anche il terzo colpo, quello in uscita dal servizio.

Infatti se non si è battuto così bene da avere ottenuto un punto diretto, ecco che il terzo colpo può diventare decisivo. In due modi: se si è servito mettendo in difficoltà l’avversaria, si trasforma nella seconda fase di un ipotetico uno-due vincente; se l’avversaria invece ha risposto bene, ecco che diventa fondamentale la rapidità nel ritrovare l’assetto giusto per cominciare lo scambio.

Penso che oggi, nel colpo in uscita dal servizio di impronta difensiva, Osaka e Barty siano meglio di Serena (di poco) e di Pliskova (con più margine). Anche con questa chiave di lettura si può interpretare la graduatoria. Nel “pacchetto” servizio-terzo colpo, Naomi finisce per primeggiare.

A conti fatti non riesce a entrare in graduatoria, almeno fra le prime 20, nessuna giocatrice di impostazione tendenzialmente difensiva. Forse lo sono in parte Gauff e Mertens, ma certo non sempre. Per trovare un nome più spiccatamente attendista occorre scendere alle posizione 32, con Alizè Cornet.

Punti vinti con la seconda di servizio
Nel tennis femminile arrivare a vincere oltre il 50% di punti giocati con la seconda di servizio rappresenta un dato di eccellenza assoluta. Ci sono state stagioni (2013, 2015, 2018, per esempio) nelle quali solo due tenniste sono riuscite a superare la soglia della metà dei punti vinti sulla seconda. Ecco come è andata nel 2020:

Questa volta non solo abbiamo sette tenniste capaci di superare il 50%, ma Jennifer Brady si spinge fino al 53,4%. Meglio perfino di Samantha Stosur nel 2015 che si era fermata al 53,1%. Va però ricordato che Brady ha disputato un solo match su terra (perso), e credo che questo abbia inciso sulla statistica complessiva. E se è vero che in questo 2020 non si è giocato su erba, nell’arco di un anno si disputano più match su terra che su erba (in linea generale, quantomeno).

Sottolineo tre notevoli scarti di rendimento tra scambi iniziati con la prima e scambi iniziati con la seconda di servizio: Wang Qiang, terza nella classifica sulla seconda, è appena 63ma con la prima. Mentre al contrario le gemelle Pliskova, ai vertici con la prima di servizio (Kristyna numero 4, Karolina numero 6), con la seconda scendono alla posizione numero 73 (Kristyna) e 37 (Karolina).

Palle break salvate
Ecco un dato interessante, che unisce alla capacità di giocare bene, anche la qualità mentale necessaria a dare il meglio nei momenti decisivi. Si sa che nel tennis i punti non sono tutti della stessa importanza, e le palle break sono momenti fondamentali di un incontro. Vediamo come sono andate le cose:

Sul primo posto di Taylor Townsend aleggia qualche dubbio, visto che è frutto di appena 4 match; e naturalmente meno sono le partite, meno il dato è attendibile. Interessante notare che giocatrici che non compaiono nella classifica dei punti vinti con la prima o la seconda trovano posto qui: come a dire che probabilmente a fare la differenza è la componente mentale. E così ritroviamo fra le prime 20 due vincitrici Slam come Kenin e Kerber, che certo non hanno un servizio straordinario.

Se invece ci spingiamo oltre queste prime 20, verso il fondo della classifica, incontriamo giocatrici che hanno attraversato periodi di crisi o perso partite per evidenti problemi di fiducia: 90ma è Siniakova, che si ferma esattamente al 50,0%; ma sono addirittura sotto al 50% giocatrici come Kuzmova, Vekic, Mladenovic e Sevastova, tutte regredite nel ranking ufficioso del 2020, e che in altri momenti facevano registrare percentuali molto superiori. Kasatkina è 99ma, con un valore del 40,7%. In pratica quando le cose si mettono male, Daria tende a non riuscire a reagire. Un chiaro sintomo del complicato momento agonistico vissuto di recente.

a pagina 4: Nei game di risposta

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