WTA Hot Shots! Gli scambi memorabili del 2020 - Pagina 4 di 4

Al femminile

WTA Hot Shots! Gli scambi memorabili del 2020

Seconda dozzina di punti speciali, selezionati tra i migliori giocati nel 2020. Sarà Ons Jabeur l’erede di Agnieszka Radwanska?

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Ashleigh Barty (via Twitter, @AdelaideTennis)
 

4. Iga Swiatek e Simona Halep
(Roland Garros 4T, Swiatek b. Halep 6-1, 6-2)
Quarto turno del Roland Garros. Iga Swiatek a Parigi sta vivendo una giornata di grazia dopo l’altra: le sue prestazioni sfiorano la perfezione e nemmeno una giocatrice solidissima e totalmente a proprio agio sulla terra battuta come Simona Halep è in grado di trovare delle crepe nel tennis di Swiatek.

In questo scambio Simona sembra davvero provarci in ogni modo, offrendo un grande saggio di aggressività controllata, ma ogni volta Iga è in possesso della replica giusta: le difese sono profondissime e le permettono di reagire colpo su colpo. Si arriva all’escalation conclusiva, nella quale le geometrie si dispiegano in modo definitivo: ai due lungolinea di Halep, Swiatek risponde con i propri incrociati, e a un certo punto il campo “si allarga” sino all’imprendibile cross di dritto di Iga. Un punto che per molti aspetti sintetizza l’intero match; e forse perfino l’intero torneo di Swiatek.

3. Elena Svitolina e Svetlana Kuznetsova
(Roma 2T, Svitolina b. Kuznetsova 7-6, 6-4)
Mentre si assiste a uno scambio come questo, si sa già che, se terminerà con un vincente, troverà un posto sicuro nelle antologie di fine anno. Perché è il tipico punto da “Hot shots”: è rocambolesco, pieno di rovesciamenti di fronte, e contiene al suo interno una serie di prodezze.

Smash, smorzate, passanti, lob al volo, mezze veroniche, sino al dritto corto in controtempo carico di sidespin che risulta il vincente definitivo: un colpo inatteso, ma che fa parte del repertorio di Svitolina (vedi QUI). Da un certo momento del palleggio in poi, entrambe sembrano quasi più desiderose di arricchire lo scambio di invenzioni tecniche piuttosto che di vincerlo. Peccato solo per la mancanza del pubblico; in occasioni come queste per completare lo scenario ci sarebbe voluta una standing ovation.

2. Petra Kvitova e Ashleigh Barty
(Doha SF, Kvitova b. Barty 6-4, 2-6, 6-4)
Semifinale Premier di Doha fra Kvitova e Barty. Ci si avvicina alle due ore di gioco, e Kvitova va a servire per il match. Le due giocatrici hanno ben chiara l’importanza del primo punto del game. Le strategie sono evidenti: Barty, più che il vincente, cerca l’errore dell’avversaria; allunga lo scambio e fa leva sui suoi velenosissimi slice di rovescio per indurre Petra a sbagliare.

Vista l’importanza del momento, Kvitova ha deciso di evitare colpi alla “va o la spacca”: accetta lo scambio prolungato, in attesa di trovare la parabola giusta per incidere. Il palleggio che ne esce è ricco di mosse e contromosse, di soluzioni di volta in volta differenti, per geometrie e spin. Ventitré colpi, sul filo della suspense sino alla chiusura finale: Kvitova finirà per vincere il punto e anche il match. Ma per riuscirci è davvero obbligata a dare tutto.

1. Serena Williams e Wang Qiang
(Australian Open 3T, Wang b. Williams 6-4, 6-7, 7-5)
A volte anche nelle sconfitte si capisce perché una giocatrice è una autentica fuoriclasse. Serena Williams finirà per perdere il match contro Wang, ma prima di lasciare strada ci prova in ogni modo, e questo scambio lo illustra al meglio. Siamo in un momento fondamentale del secondo set: Wang serve per il match, ma Williams ha conquistato una palla break vitale per tornare in corsa. Deve assolutamente convertirla e per questo non ha intenzione di rischiare oltre misura. Proprio come Kvitova contro Barty, l’occasione è troppo importante per sprecarla con un azzardo eccessivo.

Wang è in grande giornata, e grazie al suo tennis di pressione ad alto ritmo mette alla frusta Williams. Serena accetta di lavorare in difesa, sacrificandosi in fasi di contenimento, in attesa del momento opportuno per sfoderare il vincente. Occorreranno ben 24 colpi, ma quando il momento finalmente arriva, chiude lo scambio con un imprendibile dritto incrociato, facendo esplodere lo stadio. Guardate il punto: non credo occorra aggiungere altro.

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