Un Happy Slam non troppo felice

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Un Happy Slam non troppo felice

Lunedì prossimo comincia l’Australian Open. Da Ashleigh Barty a Simona Halep da Naomi Osaka a Serena Williams, ecco come ci arrivano le principali favorite

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Garbiñe Muguruza e Sofia Kenin - Australian Open 2020
 

C’è stato un periodo nel quale si parlava dell’Australian Open come dell’Happy Slam, e la definizione sembrava perfetta; ma evidentemente erano altri tempi. Nel 2020 la vigilia era stata condizionata dal problema degli incendi, tanto intensi da mettere in dubbio la qualità dell’aria e lo svolgimento stesso del torneo. Poi, nel 2021, la questione della pandemia.

Rispetto al gennaio 2020, nello sport tutto è diventato più complicato, e le difficoltà sono particolarmente grandi per il tennis, strutturato da sempre in modo itinerante. Di fronte agli ostacoli della pandemia, infatti, nulla è più intricato che cercare di tenere vivo un “circus” nomade: qualsiasi superamento di confine si trasforma in una impresa, dato che per ogni paese ci sono regole sanitarie differenti, concepite (giustamente) in base alle condizioni delle diverse nazioni.

Dunque anche quest’anno l’Happy Slam sarà un po’ meno gioioso e spensierato, ma già il fatto che si sia riusciti ad organizzarlo rappresenta un elemento positivo. È chiaro però che le precauzioni richieste avranno una ricaduta anche sugli aspetti tecnici. La quarantena, obbligatoria per tutti coloro che già non risiedevano in Australia, ha determinato un avvicinamento all’impegno poco ortodosso, e solo al termine del torneo potremo scoprire quali protagoniste si sono adattate meglio a questa forzatura.

In questo momento sono in corso tre WTA500, organizzati per consentire di mettere nelle gambe qualche match ufficiale prima dello Slam. Il primo torneo è lo Yarra Valley Classic (in sintesi: Melbourne 1) con al via tra le prime otto Barty, Kenin, Pliskova, Kvitova, Williams, Muguruza, Martic e Vondrousova. Il secondo torneo è il Gippsland Trophy (Melbourne 2) con queste prime otto teste di serie: Halep, Osaka, Svitolina, Sabalenka, Konta, Swiatek, Mertens, Muchova.

E infine c’è il Grampians Trophy (Melbourne 3), riservato alle giocatrici bloccate in albergo, che sicuramente partiranno da una condizione atletica precaria. Dopo la rinuncia di Andreescu (che ha deciso di rientrare direttamente nello Slam), le  otto teste di serie annunciate sono Bencic, Azarenka, Rybakina, Sakkari, Kontaveit, Brady, Kerber, Riske. Quando inizierà lo Slam, sarà giusto ricordarsi soprattutto dei loro nomi (e delle altre 20 sfortunate, vedi QUI), perché in pochi giorni è quasi impossibile recuperare la condizione fisica ideale, e quindi qualche controprestazione appare fisiologica.

Per tutte queste ragioni siamo di fronte a uno Slam anomalo. Non solo: normalmente la maggior parte delle giocatrici preferisce optare per un calendario più diluito, che esclude impegni agonistici nella settimana a ridosso dello Slam. In sostanza, esattamente il contrario di quanto accade in questi giorni. Ma c’è anche da ricordare un aspetto positivo: tornerà il pubblico, anche se non al 100%, e sicuramente aiuterà a rendere più intense le partite.

Se consideriamo la recente attività delle prime favorite, il quadro generale è molto variegato. Sabalenka, per esempio, ha vinto gli ultimi tre tornei WTA disputati (Ostrava e Linz nel 2020, Abu Dhabi nel 2021), mentre altre giocatrici di vertice sono ferme da parecchio. Diverse tenniste non giocano tornei ufficiali dal Roland Garros 2020 (terminato all’inizio di ottobre). Ma c’è di peggio: Osaka è ferma dallo US Open (inizio di settembre), Barty da febbraio 2020; Andreescu ha disputato il suo ultimo match addirittura alle Finals del 2019.

Inutile dire che in questa situazione avanzare dei pronostici è difficilissimo. Si prospetta uno Slam aperto a ogni risultato. Ed è un peccato che con tante protagoniste interessanti al via, non si possa fare in modo che siano nella condizione di dare il meglio. In questa cornice di assoluta incertezza, rimane infine da ricordare il tema ricorrente del confronto generazionale. Tutti gli ultimi Slam, infatti, sono stati appannaggio di tenniste giovani: dallo US Open 2018, l’unica eccezione è stato il successo di Simona Halep a Wimbledon 2019. Il prossimo Major rafforzerà questa tendenza?

Ho provato a riassumere la condizione delle prime sedici teste di serie, che non corrispondono alle prime 16 del ranking perché mancheranno Kiki Bertens (alle prese con i postumi di un intervento al tendine d’Achille) e Madison Keys (fermata dalla positività al Coronavirus).

a pagina 2: Le teste di serie dalla 16 alla 9

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