Il fumo degli incendi soffoca l’Australian Open

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Il fumo degli incendi soffoca l’Australian Open

Il nostro corrispondente a Melbourne: “Ormai si cammina per strada con la mascherina”. La rassegna stampa australiana e il tweet di Svitolina. Il rischio di collassi c’è o no?

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da Melbourne, Robbie Cappuccio

È iniziato ieri il torneo di qualificazione all’Australian Open, e i giornali di Melbourne dedicano ampio spazio al tennis. Il protagonista però non è un giocatore quanto le condizioni catastrofiche dell’aria, dovute al fumo degli incendi che ardono feroci e indomabili lungo tutta la costa est dell’Australia. Sebbene il fuoco più vicino sia a centinaia di km di distanza, l’effetto cumulativo si sente: bambini e anziani sono invitati a stare a casa. I tennisti no; loro devono giocare, malgrado una foschia da fumo che vela i grattacieli del centro e una temperatura ben oltre i 30C.

Craig Tiley, direttore del torneo dell’Australian Open e CEO di Tennis Australia, ha commentato dicendo che “i test sulla qualità dell’aria in loco viene misurata continuamente, e l’opinione di esperti medici, ambientali, scientifici e metereologici continua ad essere ascoltata per decidere se ci sono le condizioni per poter giocare”. Oggi l’inizio delle partite è stato ritardato di due ore.

La prima pagina di The Age, vicino all’articolo di apertura (“Climate denial a waste of time”, il rifiuto di accettare il cambiamento climatico come un fatto è solo una perdita di tempo), che riprende le parole del ministro australiano per la scienza, mostra Bernard Tomic (l’ex Aussie bad boy), che respira da un inalatore durante un time out medico, con il titolo “Choke Slam” (Slam da soffocamento), e menziona i collassi e problemi respiratori di un buon numero di giocatori.

Serena Williams si conquista la prima pagina dell’Herald Sun con la sua visita ai pompieri e la donazione del premio incassato al torneo di Auckland ($62,000) al fondo di aiuto. “Smoke sends players into meltdown” (Il fumo manda in crisi i giocatori) sottotitola l’Herald Sun, citando il ritiro di Dalila Jakupovic, messa letteralmente in ginocchio dall’aria irrespirabile, e il medical time out chiesto da Genie Bouchard. Elina Svitolina ha twittato “perché dobbiamo aspettare che accada qualcosa di brutto per fare qualcosa di concreto?”. Anche il match esibizione di Maria Sharapova è stato sospeso per la qualità dell’aria a livello “pericoloso”.

The Age rincara la dose sulle condizioni atmosferiche nelle pagine interne: “Players struggle to breathe” (I giocatori fanno difficoltà a respirare), citando l’episodio di Jakupovic: “Avevo paura di collassare. Mi sono accovacciata perché non riuscivo più a camminare”. Oggi l’aria è nuovamente peggiorata, se possibile, e Melbourne – che negli ultimi 10 anni è sempre stata nella top 3 come città più vivibile al mondo – è in ginocchio: risulta la città con la peggior qualità dell’aria al mondo, dove ormai si cammina per strada con la maschera.

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