WTA Charleston, la prima terra del 2021: Muguruza guarda all'Europa, Stephens cerca una luce

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WTA Charleston, la prima terra del 2021: Muguruza guarda all’Europa, Stephens cerca una luce

La superficie verde degli Stati Uniti lancia la corsa verso il secondo Slam stagionale. Per la spagnola, un test verso Roma e Madrid. L’ex campionessa dello US Open, precipitata fuori dalla top 50, spera di ritrovarsi

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Garbine Muguruza - Charleston 2021 (via Twitter, @GarbiMuguruza)
 

Decisamente di buona qualità, guardando l’entry list, la prima settimana sulla terra verde di Charleston. Come noto, il circuito rimarrà in Carolina del Sud fino al prossimo 12 aprile essendo in programma anche un WTA 250. Ma è il 500 di questi giorni – il vecchio Premier – ad attirare le maggiori attenzioni. Oltre che per i punti in palio, soprattutto per l’approccio al clay in vista della primavera europea. Ottimizzare la transizione ai campi più lenti è la priorità per tutte le protagoniste, nel cammino – con importanti tappe intermedie – che conduce al secondo Slam stagionale. “Giocherò a Madrid, Roma e Parigi“, fa sapere Garbine Muguruza, che a Charleston manca dal 2013 e non si fa problemi a spiegare come la terra verde non sia esattamente la sua passione. Qualche dritta gliela darà dall’angolo Conchita Martinez, che questo torneo l’ha vinto due volte.

È una terra diversa da quella rossa, su cui sono cresciuta – spiega -, puoi chiaramente scivolare e attuare le giocate tipiche, ma la sensazione è differente“. La spagnola è la giocatrice che ha vinto più partite nel 2021 (20, con sole cinque sconfitte). Dopo le finali perse a Melbourne 1 e a Doha, ha vinto quella di Dubai. Per poi scontare a Miami sulla propria pelle il ritorno ad alti livelli di Bianca Andreescu. Metabolizzando diversamente, rispetto al passato, gli eventi negativi. “Non si tratta di accettare le sconfitte, ma di sprecare meno energie nell’essere arrabbiata e delusa. Ho imparato a uscire in maniera più veloce dagli spazi bui, senza farmi condizionare dalle energie negative. Penso subito a cosa verrà dopo e vado avanti, penso di essere diventata più matura anche per questo“.

RILANCIO? – Tra le campionesse Slam di scena a Charleston, anche Ashleigh Barty (fresca di successo a Miami), Sofia Kenin e una Sloane Stephens ancora in cerca dello spunto che possa riaccenderne la carriera. La campionessa dello US Open 2017 aveva già vinto a Charleston nel 2016, mantenendo comunque negli anni migliori buoni standard di rendimento sulla terra. La finale del Roland Garros 2018 persa con Simona Halep è stata seguita, nella stagione successiva, da risultati comunque decenti: semifinali a Madrid e quarti al Roland Garros. Da lì la ripida discesa, fino all’attuale numero 57 del ranking. A Miami, in ogni caso, è arrivata per lei la prima partita vinta in stagione (contro Oceane Dodin) dopo quattro consecutive eliminazioni al primo turno. Il sorriso però non l’ha perso, come documentato anche sui social.

Il tennis è uno sport dagli sviluppi molto veloci – il suo pensiero al media day – puoi vivere una stagione mediocre e poi all’improvviso trovarti a vincere il Roland Garros o un Premier 5 (oggi WTA 1000, ndr). So con realismo a che punto sono e di cosa necessiti il mio gioco per migliorare, vado avanti giorno per giorno”. L’atteggiamento sembra propositivo, quello di chi non perde troppo tempo a guardarsi alle spalle: “È impossibile rimanere in un solco tracciato per l’intera carriera – conclude -, a un certo punto le carte in tavola cambiano e bisogna farsi trovare pronti“. In caso di successo al primo turno sulla cinese Xinyu Wang, ritroverebbe Madison Keys (8 del seeding). Gli ultimi due incroci, sempre vinti da Stephens nel 2017 e nel 2018, sono stati una finale e una semifinale Slam.

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