Roland Garros: Nadal vs Djokovic, ma come si fa a scrivere qualcosa di inedito?

Editoriali del Direttore

Roland Garros: Nadal vs Djokovic, ma come si fa a scrivere qualcosa di inedito?

PARIGI – La prima semifinale (ore 15) sarà Tsitsipas-Zverev. 5-2 per il greco i confronti diretti. L’accoppiata greca è svanita con il match point che Maria Sakkari non ha sfruttato. Il flirt Tsitsipas-Sakkari? Una balla. Il greco vorrebbe emulare Federer. Ma come?

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Rafa Nadal e Novak Djokovic - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

da Parigi, il Direttore

Ubitennis è nato nel maggio 2008. Sono 13 anni e mi sembra ieri. Un anno e mezzo prima era nato il mio primo blog Servizi Vincenti. Quando avevo un centinaio di lettori al mese mi sembravano tanti, quasi impossibile. Non fui io, ma i miei collaboratori di allora a spingermi, recalcitrante, a lanciare un quotidiano on line, un impegno che io temevo di non poter reggere perché non c’è un giorno di respiro, Natale, Pasqua, Ferragosto, Capodanno. La parola ferie è sconosciuta.

Fino al novembre 2006 avevo scritto le mie cronache, i miei commenti e le mie conseguenti sciocchezze, con tutti gli errori del caso, principalmente sul giornale La Nazione (gemellato con Il Resto del Carlino e più tardi anche con Il Giorno) dove ho cominciato ventitreenne nel novembre 1972. L’esordio furono le finali WCT d’autunno che, organizzate dal grandissimo promoter Carlo della Vida, si giocarono al PalaEur di Roma e furono vinte 7-6 al quinto da Arthur Ashe su Bob Lutz.

Ho scritto tutte queste note biografiche perché mi sono ritrovato a pensare come fino al novembre 2006 io scrivessi tutto quel che scrivevo senza avere in fondo nessuna vera idea se – al di là di quel che mi potessero dire i miei capi servizio – i miei articoli piacessero o no. Vivevo certamente – dal ’72 al 2006, sono 34 anni! – con maggior serenità rispetto a oggi la mia attività professionale, gli errori che restavano più o meno a me ignoti.

Dal novembre 2006 non è più così. Ogni cosa che scrivo su questo sito viene sottoposta ai raggi X e scrivendo tutti i giorni migliaia di caratteri – la sintesi non è mai stata il mio forte – in tutte le condizioni più diverse di lavoro, l’incappare in scivolate più o meno pesanti lo considero quasi inevitabile, i lettori invece proprio no.

Capita, in questo benedetto mestiere che indefessamente amo, che le opinioni condivisibili vengano ricordate poco e da pochi, mentre gaffe e sfondoni restino invece imperiture nella memoria di chi legge. È così, indiscutibilmente e non val la pena lamentarsene.

Ieri sera, ad esempio – e dovrei dire ieri mattina visto che ho finito alle sei e mezzo di scrivere – parlando del bel match di Berrettini avevo messo subito all’inizio il link all’articolo di cronaca scritto da Vanni Gibertini: ”Adesso dopo questa grande partita persa di pochissimo, sfiorando un tie-break anche in chiusura del quarto set che avrebbe potuto portarlo al quinto contro il numero uno del mondo…”etcetera etcetera, e via andando.

Beh, per via di quel link scritto ripensando a una partita secondo me ben giocata e certo combattuta, su 181 commenti ne ho ricevuti almeno una quindicina (magari sono di più, cito a sensazione) che me lo rimproveravano, che dicevano che Berrettini era stato dominato, che avrebbe dovuto perdere in tre set e mi contestavano anche il fatto che nel primo set avesse giocato piuttosto bene pur perdendolo 6-3 (ma dopo essersi conquistato in tre game diversi una pallabreak).

Allora ho rimpianto un po’ i tempi in cui scrivevo quel che scrivevo e nessuno mi diceva nulla, o quantomeno io non venivo a saperlo e me ne stavo bello tranquillo senza preoccuparmi di riscuotere il gradimento dei lettori.

Premesso che i numeri di chi commenta sono piccolissimi in rapporto a chi non lo fa, direi nemmeno un centesimo perché viaggiamo sui 100.000 e più al giorno e non sono 1000 quelli che commentano quotidianamente, però chi invia post sotto gli articoli non perdona se l’autore commette un errore, scrive un’imprecisione. Ultimamente avverto quasi una sorta di pruderie in chi magari ti fa un complimento. Quasi se ne schermisce per non venire tacciato di… ruffianesimo: “Io che non condivido sempre (o anche spesso) i suoi articoli direttore, questa volta invece…”. Fiuu, bontà sua.

SEMIFINALI MASCHILI – Tutta quanto ho scritto finora mi è stato suggerito dalla circostanza di dover scrivere stasera, dopo le semifinali femminili, della cinquantottesima sfida fra Nadal e Djokovic. Ma, amici che a volte mostrate di apprezzare i miei editoriali, e quelli che invece il più delle volte non le apprezzano, mi dite che cosa mai potrei scrivere di nuovo su un duello che è il cinquantanovesimo atto di un sequel infinito?

Volete che ricordi che Nadal ha vinto 13 Roland Garros e Djokovic uno solo? Che Rafa non ha mai perso un match in 13 semifinali e 13 finali? Che ha vinto 106 incontri qui e ne ha persi solo due (con Soderling nel 2009, con Djokovic nel 2015)? Che ha battuto sette volte su otto Novak al Roland  Garros? E 19 a 7 sui campi in terra battuta? Che Novak conduce 29 a 28 i duelli? Che entrambi hanno disputato 28 finali di Slam (Rafa ne ha vinte 20 e Novak 18) e quindi chi vincerà toccherà quota 29 e avvicinerà Federer, che ne ha fatte 31? Che Rafa vorrebbe raggiungere la sua quattordicesima finale qui e Novak la sesta? Insomma, se snocciolo solo cifre, sai che noia!

Ma cosa volete che dica di nuovo sui due, sulle loro sfide? I lettori ormai conoscono tutto di loro due quanto me. E alcuni, ne sono certo, anche di più. Insomma basta, mi rifiuto di presentare la solita partita dicendo le solite frasi. Per poi sentirmi dire che non ho scritto nulla di originale.

Stefanos Tsitsipas – Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)

Magari è più interessante accennare alla prima semifinale, visto che Zverev una volta su due è andato oltre e Tsitsipas no. Hanno giocato solo sette volte e Tsitsipas ne ha vinte cinque, però ha perso la prima e l’ultima (Acapulco). Come ho già detto nel video, Tsitsipas può diventare il più giovane finalista di Slam, con i suoi 22 anni, dal 2010 quando Andy Murray a 22 anni e 261 giorni andò in finale all’Australian Open. Manco a dirlo, nessun greco è mai arrivato in finale al Roland Garros, mentre l’ultimo tedesco l’ha raggiunta 25 anni fa (1996, Michael Stich). Curioso semmai che mentre si parla della gioventù di Tsitsipas, Stefanos abbia detto a Vicky: “Non sarò mai vincente come Federer, ma mi piace l’idea di pensare a me stesso ancora competitivo a 40 anni come lui”.

Io penso che Nadal-Tsitsipas sia la finale più probabile, ma qualsiasi altro accoppiamento non mi farebbe gridare alla clamorosa sorpresa. Insomma, parliamoci chiaro, sarà la stanchezza, ma non c’è niente che potrei scrivere che mi entusiasmi e che mi possa sottrarre alla critiche di chi non perde occasione.

Idem per il singolare femminile. Mi chiedo adesso, sul momento di scrivere di due semifinali femminili di livello imbarazzante, giocate da quattro tenniste che non erano mai approdate in semifinale ad uno Slam, che cosa potrei dire che non apparisse banale. Le due partite, direi prevedibilmente, hanno prodotto una delle finali più modeste della storia in termini di classifica; la giocheranno Anastasia Pavlyuchenkova, 29 anni e n.32 del ranking WTA che sta giocando il suo Slam n.50 – e ha battuto la Zidansek n.85 7-5 6-3 – e la ceca Barbora Krejcikova, n.33 che ha annullato un match point nel terzo set a Maria Sakkari n.18 sul 3-5 e ha poi vinto 7-5 4-6 9-7 al quinto match point. Quindi è già svanita la possibilità di una bella storia, quale sarebbe stata la doppia vittoria greca Tsitsipas-Sakkari.

Ho intanto appurato, parlando a lungo con Vicky Georgatus, la sola giornalista greca che da cinque anni gira il mondo per il sito SDNA (Sport DNA), che il presunto flirt fra i due tennisti greci è un gossip senza fondamento. Entrambi sono legati sentimentalmente con altri compagni. Stefanos sta con una ragazza, Theodora Petralas di 25 anni che ha incontrato qualche tempo fa a New York e ora vive a Londra. Era con lui a Acapulco. Maria invece sta uscendo con un ragazzo più giovane di lei, sui 22 anni, Kostadinos, che è il figlio del primo ministro greco Mitsotakis, e che è arrivato a Parigi a sostenerla fin dal secondo turno.

La famiglia Mitsotakis in Grecia non gode di una buona reputazione a livello di… superstizione. Vox populi sostiene che, fin dal nonno dell’attuale primo ministro che era anche lui premier in Grecia, non portano troppa fortuna. Magari i loro periodi di massimo potere politico hanno coinciso con situazioni economiche di recessione, fatto che sta che la sconfitta di Maria dopo aver avuto un match point non gioverà, ancora una volta, alla loro immagine.

Barbora Krejcikova – Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)

I giornali greci oggi non sono usciti. Ieri tutti i media in Grecia erano in sciopero. Ma a causa di Maria Sakkari i sindacati hanno concesso ieri un’eccezione alla TV di Stato per trasmettere la partita di Maria con la Krejcikova. Il Roland Garros è l’unico Slam che viene trasmesso dalla TV pubblica. Gli altri tre vanno su Pay Tv, Eurosport, o in streaming. A causa di Tsitsipas, che irruppe sulla scena mondiale quando andò in finale a Toronto battendo lungo la strada Novak Djokovic, il tennis è diventato il terzo sport più popolare in Grecia dopo il calcio e il basket. Il sito di Vicky sfiora quattro milioni di visitatori unici al mese, non male se si pensa che la popolazione greca in toto supera di poco gli 11 milioni.

Un bel successo di adesioni grazie poi anche al successivo exploit in Australia 2019, con Stefanos che battè in ottavi Federer, poi Bautista Agut, prima di arrendersi a Nadal in semifinale. Una delle tre semifinali di Slam che fin qui Stefanos ha perso in tre Major. Stasera si augura di interrompere la striscia negativa. E io di vedere due belle partite. A domani!

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