ITF e paradossi: a 30 anni si può essere sia apprendisti che veterani

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ITF e paradossi: a 30 anni si può essere sia apprendisti che veterani

Nell’agosto 2020 l’ITF ha creato una nuova categoria di tornei senior riservata agli over 30. Un racconto di finzione che ne illustra il paradosso

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Grigor Dimitrov - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

È il 12 febbraio 2021 e, all’età di ventinove anni e 365 giorni, l’ex tennista illusoriamente professionista Enrico sta per compiere un gesto che, all’apparenza, potrebbe comportare una violazione del principio di causalità. Se così fosse, le conseguenze per l’universo sarebbero catastrofiche, benché, citando una nota trilogia cinematografica, “la distruzione potrebbe essere molto circoscritta e limitata alla nostra galassia”. Quale catena di eventi ha portato a questa allarmante situazione?

I 365 giorni, in realtà, sono un semplice effetto del 2020 bisestile, non un modo simpatico per dire che ha trent’anni cercando al contempo di esorcizzare l’angosciante cambio di decade. La parte importante è che oggi Enrico sta vivendo l’ultimo giorno da ventinovenne e, secondo la normativa italiana in materia, può ancora essere assunto come apprendista. Non un’ipotesi né una curiosità: dall’altro lato della scrivania, l’impiegata delle Human Resources (come chiamano l’ufficio personale) gli ha appena fatto scivolare il contratto sotto gli occhi. È davvero sicuro di voler lavorare in una fabbrica invece di insegnare tennis?

Sì, o almeno credeva di esserlo fino a qualche secondo fa. Si era dato tempo fino ai ventisei anni per tentare la carriera pro arrivando almeno nei primi 250 del ranking ATP. Mancato quell’obiettivo di alcune centinaia di posizioni, ha deciso di sperimentare per un po’ quello che considera il mondo reale prima di mettersi, eventualmente, a istruire ogni genere di racchettomuniti, dagli speranzosi marmocchi ai più attempati amatori. Certo, preferirebbe un contratto da dipendente “normale” e non uno con retribuzione decurtata, ma in quel caso, oltre a pagargli lo stipendio pieno l’azienda non godrebbe degli sgravi contributivi. Dopo lavori occasionali di ogni tipo, in questo momento la sua scelta si riduce pertanto a un apprendistato oggi oppure niente domani. E domani è pure il suo compleanno, tra due giorni è San Valentino e non ha neanche la ragazza. Dove si firma?

Ecco fatto, per i prossimi tre anni sarà un apprendista. Suo nonno gli dirà che lui lo faceva a dodici anni, l’apprendista, non sulla strada per i quaranta…

Enrico, però, è anche un veterano, nel senso di tennista che partecipa al Senior Tour dell’ITF. Perché la notizia fantastica, che non riportiamo con la tempestività che avrebbe meritato, è che lo scorso agosto la Federazione Internazionale ha creato per il 2021 una nuova categoria di tornei senior, gli over 30, riservati perciò a coloro che già hanno compiuto i trent’anni o li compiranno durante l’anno. Gli over 35 si scoprono quindi sorpassati a sinistra (sull’asse del tempo). Avendo giocato il mese scorso un torneo per soddisfare la mai sopita voglia di competere a livello internazionale, Enrico è diventato veterano prima di apprendista: è questa la parte che chi pensa quadrimensionalmente considera potenzialmente pericolosa. Anzi, considerava, perché non si è creato alcun buco nero capace di inghiottire la scrivania, l’impiegata delle RU (HR, sorry), la vita, l’universo e tutto quanto. Meglio così, tutto sommato.

Over 30, allora. Non è facile immaginare il classe 1991 Grigor Dimitrov come potenziale partecipante al Senior Tour 2021. Da “baby Federer” a baby pensionato senza passare dal via. Di sicuro, sarebbe ben più difficile immaginarsi il bulgaro che viene in Italia a lavorare in veste di apprendista tornitore – situazione che, a causa della pandemica riduzione dell’attività tennistica, potrebbe invece avverarsi per un suo collega che gravita in zone meno nobili della classifica.

Un po’ come quel Christopher O’Connell che si era preso una pausa dal tennis per darsi alla pulizia delle imbarcazioni. In ogni caso, anche con il ritorno alla normalità, tutti (o quasi) coloro che non riescono a raggiungere zone di classifica sufficientemente remunerative presto o tardi si troveranno di fronte allo stesso dilemma del nostro Enrico.

Nel 2019 erano state l’ATP e l’ITF ad arrogarsi il diritto di decidere chi e quanti potevano fregiarsi del titolo di tennista professionista. L’iniziativa, presto abbandonata, ha però lasciato almeno uno strascico importante: la drastica riduzione dei punti validi per il ranking ATP distribuiti nei tornei “Futures”, aumentando le difficoltà di compiere il salto verso il circuito Challenger e prolungando quindi il tempo di permanenza al livello inferiore per i giocatori dotati di maggiori capacità. Una permanenza durante la quale si cerca una quasi impossibile quadratura dei conti tra montepremi modesti e costi importanti, di alloggio in primis, nemmeno aggirabili evitando il resort ufficiale del torneo, come aveva spiegato a Ubitennis Francesco Vilardo.

Ce ne ha fornito un esempio concreto Oana Gavrila, ventitreenne rumena attualmente oltre il 600° posto WTA. Nei tre eventi consecutivi disputati al Cairo, Oana ha raggiunto due volte il secondo turno e una i quarti in singolare; è andata molto meglio nel doppio con una finale e un titolo. Sennonché, una volta pagato l’albergo, del suo montepremi complessivo di 1.768 dollari ecco cosa le è rimasto in mano.

All’età, ai problemi fisici, alla mancanza di motivazioni, alla difficoltà di gestire la pressione, quello economico è un ulteriore motivo che può portare al difficile momento dell’abbandono della carriera sportiva, non casualmente area di intervento di psicologi dello sport come Daria Abramowicz – pure ex velista, così si chiude il cerchio iniziato con O’Connell.

Tornando all’ITF, ha poi spiegato che alcune recenti modifiche regolamentari, come il tie-break a 10 punti che vale il terzo set e l’annessa possibilità di far disputare più incontri in una giornata, sono state pensate per condensare i tornei in un minor numero di giorni e quindi “per adattarsi allo stile di vita dei giocatori più giovani”. Enrico scorre il calendario dei tornei per trovarne uno abbastanza vicino da fiondarcisi per giocare due incontri dopo il turno in fabbrica. Ci pensa su. No, probabilmente, non parlano dello stile di vita che lo aspetta da lunedì.

A proposito di questa trovata, Matt Byford, Direttore del Tennis Junior e Senior dell’ITF, ha detto che, “mentre 30 può sembrare un’età po’ giovane per pensare al tennis per veterani, siamo fiduciosi che questa nuova categoria permetterà ad ancor più giocatori di sperimentare la fantastica atmosfera e spirito di squadra del Senior Tour. Con le carriere dei professionisti che si allungano, abbassare l’età di ingresso nel circuito dei veterani si distingue come una mossa contro corrente.

Due giorni dopo, tuttavia, è arrivato l’annuncio della creazione di un’altra categoria, questa volta all’estremo opposto: gli over 90. Facendosi largo nella selva di relative battute di dubbio gusto e lasciandole inespresse, non si può invece non citare Leonid Stanislavskyi, che nel frattempo di anni ne ha compiuti novantasette e un torneo over 90 gli va pure stretto. Stretto come l’abbraccio che riceve da Elina. Speriamo che Leonid ci riveli il suo metodo.

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