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Si possono usare i numeri per aiutare un tennista alle prime armi?

Abbiamo intervistato Mihail Gavrilchik, fondatore di ComStat, un’azienda bielorussa che si occupa di statistiche legate al tennis e ha aiutato la nazionale di Fed Cup a raggiungere la finale nel 2017

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La Bielorussia - Fed Cup 2019 (foto via Twitter, @FedCup)
 

Hai detto che avete iniziato a lavorare con la federazione bielorussa. Ma poi, cosa avete fatto per arricchire il vostro portfolio di clienti? Quale è la vostra strategia? Sono i giocatori o le accademie che vengono da voi? Quali sono le vostre strategie di marketing per attrarre nuovi clienti?

È una domanda difficile davvero, perché penso che il tennis sia davvero molto indietro rispetto ad altri sport quando si parla di data analysis. Io e altri membri della nostra squadra abbiamo un background importante grazie al fatto di aver lavorato in una delle maggiori aziende di data analysis nel calcio sin dal 2012. Allora non c’erano tennisti che si avvalessero delle statistiche. 

L’idea più diffusa era che le forniture di dati fossero molto costose e che potessero permettersele solo i top player. Da allora le cose sono radicalmente cambiate. Ora ci sono un sacco di app, ci sono un sacco di aziende specializzate come la nostra. Ci sono molti competitor sul mercato, e il tema è come attrarre nuovi clienti e come aumentare la propria credibilità. Il modo più facile per approcciare i clienti è affidarsi ai venditori, ma il passaparola tra giocatori e coach è il miglior canale di marketing. Per quello che abbiamo capito, funziona ancora meglio rispetto a campagne pubblicitarie o strategie sui social media. Le sponsorship possono aiutare, certo, ma comunque resta la necessità di persuadere che la soluzione di puntare sull’analisi dei dati è utile. Quindi dipende molto dal passaparola e questo rende le cose più difficili.

Stavo dando un’occhiata al vostro sito, se ho capito bene state usando una tecnica di video tagging per ottenere i dati: è corretto? Sono anche curioso di capire se i processi siano manuali o se programmiate tecniche automatizzate che sappiano estrarre informazioni dai video.

Sì, questa è sicuramente una delle nostre principali strategie per questa stagione e uno dei nostri membri specializzati nell’implementazione di apprendimento delle macchine è già al lavoro. L’utilizzo della tecnologia è il fattore decisivo; vogliamo ottimizzarlo per ridurre i tempi dell’analisi manuale. Allestire un sistema automatizzato renderebbe la nostra analisi più economica e di livello qualitativo più alto, perché permetterebbe di analizzare più match giocati fornendo dati più accurati. Quindi sì, credo che proveremo sicuramente ad automatizzare il processo di tagging nel 2021, questa è la priorità per noi.

Ho un’altra domanda in testa: hai detto che state lavorando con le Academy. State considerando anche la possibilità di utilizzare dati derivanti dall’utilizzo di telecamere o sensori, magari applicati sulle racchette o sul corpo dei giocatori? Questo potrebbe fornire una quantità ancora maggiore di dati, non credi?

Beh, credo che questa sia la sfida più grande per quanto riguarda la tecnologia applicata al tennis, perché idealmente la cosa migliore sarebbe registrare e incrociare dati provenienti dal maggior numero possibile di fonti. Combinare per esempio un certo tipo di errori con i dati cardio-respiratori sarebbe un’ottima cosa per rendere più chiare le idee su cosa avviene in campo. È un obiettivo molto stimolante. Penso che l’azienda che riuscirà ad integrare questo tipo di dati e ad offrire questo tipo di servizio sarà la numero uno sul mercato. Il punto è costruire un ecosistema digitale che possa combinare i dati di diversa origine.

Sì, sicuramente è una questione di unire una buona user experience con una potente piattaforma di dati per gestirne una grande quantità.

MG: Esattamente, è quello che stanno cercando di fare tutte le aziende del ramo.

È certamente molto interessante parlare di questo argomento, ma è un vero peccato che l’ATP e la WTA non stiano provando a costruire un archivio di dati disponibili. Cosa pensi riguardo a questo?

Sì, sono totalmente d’accordo. Quando abbiamo iniziato a costruire Tennis ComStat pensavamo, ok, perché è un problema trovare statistiche sul tennis? Tutti i tornei professionistici hanno i sistemi Hawk-eye: perché non utilizzano questi sistemi per fornire dati ai partecipanti? Collezionano milioni e milioni di dati in ogni partita ma a malapena li usano. C’è un progetto di nome Tennis Abstract, il suo fautore è Jeff Sackmann, sta provando a collezionare tutti questi dati manualmente facendo un grande lavoro che dovrebbe essere fatto dalla ATP e dalla WTA.

Sì, è una grande iniziativa ma in qualche modo resta amatoriale perché è difficile avere diversi collaboratori che abbiano la stessa capacità di raccogliere dati. Anche la quantità di dati varia molto, a seconda dell’anno e del torneo.

Non so perché succeda questo. Probabilmente all’inizio i fornitori di dati di ATP e WTA erano maggiormente concentrati a lavorare con le televisioni piuttosto che con giocatori e coach. Quindi, quando raccogli milioni di dati, e quello che produci è una grafica mediocre durante una trasmissione… Beh, credo che sia un utilizzo sottodimensionato dei dati. Non so se qualcosa possa cambiare presto. Ad esempio, l’Australian Open nell’ultima edizione aveva un sito dotato di alcune infografiche interessanti su tutti i match. Ma questo è pur sempre la punta dell’iceberg. Se si fa un paragone con quanto succede nei mondi di calcio e basket, si capisce che c’è molto, molto poco in termini di cultura dell’analisi dei dati. Forse negli sport di squadra c’è più richiesta per questo tipo di informazioni; il tennis è uno sport individuale, per questo molto dipende dalla forza mentale di un giocatore, qualcosa che è difficilmente descrivibile con i numeri.

Novak Djokovic – Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)

Aggiungo che ho sentito molti coach affermare di essere convinti di sapere tutto sul proprio giocatore e di non avere bisogno di ulteriori fonti di informazione. Questo è un convincimento molto diffuso, sfortunatamente, ma torno a ripetere che cinque anni fa la situazione era più difficile di quella di oggi. Ora penso che tutti i coach capiscano che un approccio guidato dai dati è qualcosa che conviene utilizzare se si vogliono ottenere risultati importanti.

Quindi almeno stai avvertendo che nel tennis c’è sempre maggior attenzione su questo.

Sì, assolutamente. Guarda solo quante start-up sono nate negli ultimi due anni che si occupano di tecnologia legata al tennis. Penso che sia una prova di questo.

Per concludere, quali sono i vostri obiettivi per il 2021? E quali sono, secondo te, i giocatori che dobbiamo tenere d’occhio con maggior attenzione?

Beh, riguardo agli obiettivi, come ho detto, il primo è quello di implementare l’automazione nel processo di tagging dei video. Questo ci permetterebbe di aumentare la qualità del servizio offerto e di abbassare il prezzo. Impiegheremo molti sforzi in questo. Faccio fatica a dire che potremo automatizzare completamente il lavoro, perché ci sono tante cose nel tennis che sono difficili da definire, come gli errori gratuiti. Per esempio, se si paragonano i numeri di Roland Garros e Wimbledon, si nota che questi sono calcolati in modo diverso perché i criteri sono spesso soggettivi. Quindi ci sono delle raccolte dati che dovranno restare manuali, ma cercheremo di automatizzare tutto quel che potremo. Non solo per il mercato professionistico, ma anche per quello dei junior e per il tennis amatoriale.

Riguardo ai tennisti che bisogna tenere d’occhio, non penso di essere la persona più indicata a cui chiederlo perché, come ho detto, non mi concentro solo sul tennis professionistico. Ma penso che la miglior scoperta dell’anno scorso sia Andrey Rublev, ha fatto un grande lavoro e ha mostrato un tennis straordinario.

Traduzione a cura di Gianluca Sartori

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