Analisi numerica di uno Slam: Wimbledon 2021 donne - Pagina 5 di 8

Al femminile

Analisi numerica di uno Slam: Wimbledon 2021 donne

Il racconto degli ultimi Championships attraverso le statistiche complessive, con un approfondimento dedicato alle giocatrici che hanno raggiunto almeno i quarti di finale

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Ashleigh Barty - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Ash Barty)
 

Vincenti: Totali. Dritti vincenti. Rovesci vincenti

Completata la parte riferita ai due colpi di inizio gioco (servizio e risposta), nel database si trovano una serie di classifiche che gli statistici di Wimbledon archiviano alla voce “Strokes”, vale a dire “Colpi”.

La prima tabella indica chi ha saputo ottenere più spesso un vincente rispetto a tutti i punti giocati. Il dato è correttamente indicato in percentuale. Quest’anno al primo posto abbiamo Ana Konjuh, con un altissimo 27%. Valore non proprio frequente (difficile andare oltre il 25%), in parte determinato dalla avversaria: Sara Sorribes Tormo. Evidentemente Konjuh ha provato a uscire dagli schemi di una giocatrice fortissima in difesa spingendo al massimo. Ma senza fortuna: 6-3, 3-6, 6-3 per Sorribes.

Tra chi ha fatto più strada nel torneo sono molto vicine Sabalenka e Barty (22% e 21%). Se consideriamo il 21% di Barty in questa classifica insieme all’85% di risposte in campo rilevato nella tabella della pagina precedente, cominciamo a delineare il ritratto di una giocatrice completa, capace di eccellere in ambiti non solo difensivi ma anche offensivi.

Le due tabelle successive scorporano i vincenti fra diritto e rovescio. In quella del dritto, spicca il 10% di vincenti di Ashleigh Barty. A conferma di quanto pesi nella economia del suo tennis la capacità di ottenere vincenti di dritto sia dalla posizione naturale di destra sia da quella anomala di sinistra.

Sulla tabella relativa ai vincenti di rovescio tenderei a non considerare come molto attendibile il 12% di Serena Williams, non perché il colpo di Serena non sia di valore, anzi, ma perché è il risultato di appena sei game di match (Williams si è ritirata nel primo set della partita di esordio). E se consideriamo i nomi di chi ha disputato almeno tre match non direi che ritroviamo sorprese particolari.

Al di là dei nomi, credo che analizzando queste due tabelle emerga un tema interessante: la convinzione che nelle donne il rovescio bimane sia spesso il colpo più incisivo, tende a scricchiolare. Ormai anche nel tennis femminile, almeno sull’erba, le percentuali di vincenti di dritto sono superiori. In sostanza comincia a prevalere l’impostazione servizio+dritto, l’accoppiata che normalmente costituisce l’architrave del tennis maschile contemporaneo.

Ultima tabella relativa ai vincenti: dai singoli colpi alla valutazione complessiva dello scambio. Arriva il momento del dato che fa riferimento ai punti vinti da fondo campo. Gli statistici di Wimbledon li definiscono “Baseline points”. Rappresenta il rendimento delle giocatrici una volta che il punto si inoltra al di là dei colpi iniziali.

Oltre al fatto che troviamo ai vertici nomi di rilievo (Muguruza, Giorgi, Swiatek, Alexandrova, Siniakova, Ostapenko etc), sottolineerei un aspetto: specie sull’erba, non è detto che sia indispensabile superare il 50% di punti vinti per prevalere. Come vedremo, ci sono state giocatrici in grado di arrivare nella seconda settimana del torneo con valori inferiori al 50%. Per esempio Muchova ha raggiunto i quarti di finale malgrado un 48% sui “Baseline points”. Evidentemente ha saputo ricavare quindici importanti dai colpi di inizio gioco, ma anche dalle soluzioni nei pressi della rete. D’altra parte notiamo che se si supera il 50% di punti vinti da fondo, difficilmente si perdono i match: ecco perché al vertice della classifica troviamo pochissimi nomi di giocatrici uscite al primo turno.

a pagina 6: Scambi ed errori non forzati

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