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Da spettatore allo US Open: qui si fa la storia, e capita di vedere del Potro che si allena con McEnroe
Viaggio all’interno dell’ultimo Slam dell’anno tra grandi match, allenamenti tra leggende, cibo, curiosità e soprattutto tante emozioni

IN THE HEART OF QUEENS
Dopo un lungo viaggio, solo dopo aver attraversato il trafficatissimo George Washington Bridge, i grattacieli di Manhattan, in piena libertà, assieme all’Hudson River, si prendono per la prima volta tutta la scena. Strizziamo l’occhio a quel paesaggio familiare che, per la prima volta, non è la nostra meta. L’auto corre veloce verso il Queens dove si gioca l’ultimo slam stagionale, lo US Open che torna a disputarsi con il pubblico dopo l’edizione a porte chiuse del 2020. La particolarità dell’ultimo slam stagionale è che l’impianto si trova all’interno del gigantesco Flushing Meadows Corona Park, nel cuore del Queens. Cosi, cercando di evitare i costosi parcheggi, ci troviamo catapultati nella vita quotidiana di uno dei Boroughs della Grande Mela. Siamo molto lontani da Manhattan, non solo geograficamente.
Questo è il secondo quartiere più popoloso di New York ma soprattutto il più multietnico. Addirittura, secondo un sondaggio del 2017, il Queens è il luogo in tutti gli Stati Uniti in cui si parlano più lingue diverse. Districandosi tra queste strade pare di essere in un film, da un momento all’altro immagino un gruppo di ragazzini sbucare da un vicoletto e spruzzare l’idrante verso le macchine che passano come in una famosa scena di “Do the right thing” di Spike Lee che, però, era ambientato a Brooklyn. Quando si cammina attraverso il Corona Park i boati degli spettatori diventano sempre più assordanti, provenienti soprattutto da coloro che si trovano nel Grandstand che è il campo più vicino al parco.
RE PER UNA NOTTE
Nonostante l’eccitazione sia veramente tanta, con il biglietto della sessione serale che inizia alle 19 non è consentito agli spettatori entrare prima delle 17.30. A Cincinnati, complice anche la pioggia, eravamo addirittura riuscito ad entrare alle 16, mentre qui sono molto fiscali e non aprono i cancelli nemmeno un minuto prima. L’impatto con il torneo è piuttosto scioccante. È il primo venerdì del torneo, ci sono davvero tante persone ma soprattutto è la dimensione dell’impianto a sorprendere. A prima vista il Louis Armstrong Stadium sembra il centrale da quanto è grande, ma continuando a camminare tutto diventa ancora più incredibile. Una grande folla si è radunata davanti al maxi-schermo nella piazza fuori dall’Arthur Ashe Stadium per seguire la fine del match tra il giovane spagnolo Carlos Alcaraz e la testa di serie numero tre Stefanos Tsitsipas, impegnati in un durissimo quinto set dopo una lotta estenuante.
Nonostante il match sia ancora in corso oltre le 18, solo i possessori del biglietto per la sessione diurna possono entrare per vedere la partita. I controlli, anche in questo caso, sono molto rigidi. Ma l’energia fuori dal campo centrale è elettrica tanto quanto all’interno. Tutti esultano a ogni punto del giovane spagnolo, a quanto pare Stefanos con i vari toilet break non si è guadagnato la simpatia della folla che, però, vuole anche assistere a qualcosa di storico. Così, quando Alcaraz piazza l’ennesimo vincente di dritto della sua partita, nella piazza è un tripudio. La folla si muove poi immediatamente nella vicina postazione di ESPN dove Carlos viene intervistato da John Mcenroe. New York ha un nuovo re, almeno per una notte.

ELECTRICITY ON AND OFF THE COURT
Nonostante tra gli spettatori dell’Open degli Stati Uniti ci siano molti stranieri, alcune “tradizioni” americane sono ben presenti. E cosi, mentre Roberto Bautista Agut e Felix Auger Aliassime lottano su ogni palla nel primo match del venerdì della sessione serale sul Louis Armstrong, una ragazza, non appena inquadrata dalle telecamere, beve un bicchiere di birra tutto d’un sorso per la gioia del pubblico. Nello stesso momento, dall’altra parte del campo, un gruppo di ragazzi non smette di incitare lo spagnolo che, dopo un fantastico passante di rovescio, si esalta guardando proprio verso di loro che lo stanno letteralmente spingendo attraverso una fantastica rimonta sotto due set a zero. Sulla maglietta di Roberto c’è lo stemma del Villarreal, la sua squadra del cuore con cui ha iniziato una partnership a luglio del 2020 per indossarne lo stemma ogni volta che scende in campo.
Il match, soprattutto negli ultimi tre set, è veramente di alto livello. I primi due set sono un monologo del canadese; Bautista Agut pare lento per i suoi standard, commette molti errori da fondo campo e il dritto non incide come dovrebbe. Dall’altra parte Auger Aliassime tira vincenti con il dritto, è solido con il rovescio e soprattutto intoccabile al servizio, colpo con il quale quando serve la prima non scende mai sotto le 125 miglia orarie (200 chilometri orari). È interessante, durante la partita osservare Toni Nadal con cui il canadese ha iniziato a lavorare alla fine dello scorso anno dopo alcune stagioni deludenti. “Grande attitudine e mentalità” dice Toni alla fine del secondo set parlando con una spettatrice vicino a lui. Frederic Fontang, lo storico coach del giovane di Montreal, è molto silenzioso durante la partita e raramente parla con Toni che invece è presente nella partita incitando Felix in spagnolo “vamos Felix”, in francese “ça va, ça va” o mischiando le due lingue “ça va, vamos, allez”. Nonostante un atteggiamento molto positivo, a prima vista lo zio di Nadal sembra più rilassato in questo contesto rispetto a quando sedeva all’angolo del nipote.
Nel terzo e quarto set il dritto di Auger Aliassime comincia a perdere in lunghezza, il rovescio è meno efficace e soprattutto con il dritto Bautista Agut comincia a giocare i suoi fendenti. Così si arriva a un giusto quinto set in cui il canadese parte molto forte, è pure vicino a conquistare due break di vantaggio ma lo spagnolo non molla un punto. Il colpo in più nell’ultimo parziale per Felix è sicuramente il servizio, con cui salva un pericolosissimo 0-30 quando va a servire per il match sul 5-3. Alla fine della partita sono ben ventisette gli ace scagliati dal giovane canadese, che con un dritto vincente si qualifica per gli ottavi di finale per la gioia di zio Toni che alla fine della partita viene letteralmente circondato dai fans per foto e autografi.
È incredibile come Mischa Zverev o perfino Mats Wilander possano camminare tranquillamente nell’impianto, mentre Toni viene preso d’assalto. Quando alla fine si allontana dallo stadio riusciamo a raggiungerlo: “Grande partita Toni“ gli dico, “si, perché Bautista non ti regala niente” mi risponde sorridendo. “ Felix ha usato la testa nei momenti importanti“, aggiunge prima di scomparire di nuovo tra la folla.
THE PRICE IS RIGHT
Il Labor Day Weekend generalmente è il periodo di maggior afflusso in tutto il torneo. Gli stand con il cibo pullulano di famiglie che cercano di decidere cosa mangiare tra un match e l’altro. Il torneo offre una buona varietà di cibo. Si può trovare barbecue coreano, tacos messicani, pizza fino al classico hamburger. La qualità del cibo è migliore rispetto a Cincinnati, ma i prezzi sono davvero troppo alti. Una pizza margherita le cui dimensioni equivalgono a due slice normali costa ben 17 dollari, un hamburger costa 14 dollari e così via. Ma ciò nonostante, nessuno pare far caso ai prezzi. Colpisce leggere come in questi giorni, in Italia, il Milan abbia deciso di abbassare i prezzi per le partite di Champions League dopo che i tifosi si erano lamentati. Purtroppo questo non accadrebbe mai negli Stati Uniti, soprattutto perché nessuno protesterebbe mai per un prezzo troppo alto. Troppo orgoglio. E così niente cambierà mai.
PRIMETIME SHOW
La sessione serale prevede il match di cartello tra il numero uno del mondo e grande favorito del torneo Novak Djokovic e il giovane idolo di casa Jenson Brooksby. Il centrale è praticamente quasi tutto pieno. Dopo il primo set in cui Novak sbaglia tutto quello che può, soprattutto con il dritto, la folla si esalta per festeggiare il 6-1 con cui il giovane americano vince il primo set. È piuttosto impressionante come per i primi due set Jenson sia in grado di tenere il ritmo di Djokovic sulla diagonale sinistra costringendo il campione serbo a uscire dallo scambio per primo. Molto interessante anche il dritto del teenager di Sacramento, colpo con cui appare quasi rallentare la velocità ma che risulta sempre molto profondo.

Nei restanti due set Djokovic ha sempre in mano lo scambio e Brooksby crolla fisicamente, anche perché non ha colpi con cui lascia fermo Novak e deve vincere ogni punto da fondo campo. Alla fine del match, dopo aver preso i complimenti del venti volte vincitore Slam, è curioso come Brooksby non lasci immediatamente il campo come tutti gli sconfitti fanno solitamente ma si guarda intorno come se volesse godersi maggiormente quest’incredibile atmosfera. Le basi sono molto buone, ma tutto è migliorabile. Dal servizio con cui non supera quasi mai i 110 miglia orarie, al dritto con cui è poco aggressivo. Il rovescio piatto è molto solido. È interessante come nonostante lo giochi a due mani riesca a giocare un back velenoso ed efficace. Djokovic ha detto che gli ricorda Florian Mayer, ma lo stesso Andy Murray è uno dei pochi giocatori con il rovescio a due mani che ha davvero un ottimo slice.
La partita del giorno è però certamente quella tra Maria Sakkari e Bianca Andreescu. Quando ormai la maggior parte degli spettatori è andata a casa. dal momento che il giorno seguente si lavora. la greca e la canadese vincitrice qui nel 2019 danno vita a una grandissima partita. Tre ore e mezzo di lotta in cui Bianca deve cedere al terzo dal punto di vista fisico davanti a una Sakkari che non ha mai mollato nemmeno quando, nel secondo set, ha dovuto annullare una palla break che avrebbe portato la giovane canadese a servire per la partita.
Andreescu è sembrata aver qualcosa in più dal punto di vista tecnico, soprattutto per quanto riguarda la varietà di colpi. Ottimo servizio in slice da destra e grandissimo rovescio con cui da ogni parte del campo fa letteralmente quello che vuole. Molto più incerto nei momenti decisivi del match il dritto, che l’ha tradita in più d’un occasione. Sakkari serve davvero molto bene e entrambi i colpi da fondo campo sono potenti. La domanda è “quanto riesce ad essere costante?”. È stata brava contro Andreescu a trasformare la partita in una battaglia fisica in cui ha dimostrato di averne di più. Nel terzo set gli spettatori si sono potuti sedere nei posti più vicini al campo così da creare un’atmosfera ancora più incandescente, che ha nobilitato una grande lotta che è terminata alle 2.13 di mattina. Nessuna partita femminile è finita più tardi nella storia dello US Open.
LEGENDS ON THE COURT
Il pomeriggio del secondo martedì del torneo, ultimo giorno allo US Open per chi scrive, c’è una grande sorpresa. Sul campo P5 riservato a gli allenamenti Juan Martin Del Potro e John McEnroe scendono in campo per un breve allenamento. Pochi scambi in cui il dritto del gigante di Tandil, seppur colpito da fermo, è veramente impressionante. Emozionante vedere John giocare veramente un tennis diverso. Polso bloccato con il rovescio davanti alle accelerazioni di Delpo, slice, discese a rete in controtempo. Purtroppo lo spettacolo dura poco e le successive dichiarazioni dell’argentino non lasciano troppe speranze su un suo ritorno ad altissimi livelli.
Poco prima di lasciare lo US Open è tempo di vedere l’allenamento di Carlos Alcaraz ,che qualche ora dopo giocherà il suo primo quarto di finale Slam contro Felix Auger Aliassime. Rispetto all’allenamento di Rublev che avevamo visto a Cincinnati, in cui il coach Fernando Vicente parlava davvero poco, Juan Carlos Ferrero spiega ad alta voce i movimenti che Carlos deve eseguire. Si soffermano molto sulla diagonale di rovescio, con Alcaraz colpisce di dritto per poi cambiare con l’inside in.
L’ex numero uno al mondo gli chiede di mascherare questo colpo fino all’ultimo. D’altronde è chiaro come sia lui, sia Aliassime, abbiano nel dritto il colpo con cui cercano di fare il punto. Quindi chi per primo prende in mano il gioco ha buone chance di vincere il punto. L’allenamento continua con servizio e risposta. Carlos allena lo slice quando serve da destra, mentre da sinistra opta più per la classica botta piatta. Ferrero serve ben oltre la linea del servizio per allenare la risposta del giovane spagnolo. Dopo circa trenta minuti i due lasciano il campo e per noi è tempo di lasciare l’impianto.
Tra i giocatori ammirati, a parte Djokovic che è di un altro livello, colpisce la forza mentale di Bautista Agut che davvero non molla mai. Auger Aliassime e Alcaraz, come ha detto Daniil Medvedev in conferenza stampa dopo la sua vittoria ai quarti di finale, hanno un gioco abbastanza simile. Penso che per entrambi la maggior sfida negli anni sarà trovare la costanza nei loro colpi. Ma Alcaraz, soprattutto su terra battuta, sembra veramente avere un grande futuro.
Mentre camminiamo verso la macchina riflettiamo su questi giorni passati allo US Open. È difficile trovare un torneo al mondo che dia le stesse emozioni. Il calore della folla (molto superiore a gli altri tornei negli USA), le luci della notte, i match serali che anche se terminano alle tre del mattino sono sempre pieni di gente. E soprattutto i giocatori qui sanno che la vittoria e la sconfitta contano veramente tanto. Se perdi al primo turno in Australia sei solo all’inizio della stagione, se fai male a Parigi dopo due settimane hai Wimbledon dove puoi rifarti e se giochi male pure sui prati hai un’ultima chance di salvare la stagione allo US Open. Ogni giocatore odia perdere in ogni torneo, ma cosa c’è peggio di una sconfitta ai primi turni nell’ultimo Slam dell’anno, con il successivo a quattro mesi di distanza e con una lunga off season in mezzo? Forse è proprio questo rifiuto della sconfitta che ha regalato così tanti match al set decisivo in una grande edizione dello US Open.
(Articolo a cura di Marco Lorenzoni)
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WTA Miami: Carpe diem! Trevisan vince in rimonta una maratona con Liu e agli ottavi trova Ostapenko
Martina Trevisan sfrutta la porzione di tabellone rimasta orfana di Iga Swiatek. Troverà comunque sulla sua strada una campionessa Slam come la lettone. Contro Claire Liu è cresciuta alla distanza

[25] M. Trevisan b. C. Liu 4-6 7-5 6-4
Una maratona che ha finito per esaltare le doti di lottatrice di primo ordine qual è Martina Trevisan. Così si può riassumere la vittoria dell’azzurra nel terzo turno del Miami Open Presented By Itaù che dà seguito a quella ottenuta sulla qualificata giapponese Nao Hibino all’esordio, su un’altra giocatrice che con l’Asia ha a che fare essendo statunitense ma di origini cinesi: la n. 59 WTA ed numero 1 juniores Claire Liu, che nel 2017 oltre ad arrivare in cima alla classifica mondiale Under 18 disputò due finali Slam a Wimbledon e al Roland Garros trionfando a Londra. 3h18′ molto intense sul piano fisico, che sul rush conclusivo hanno premiato la tennista che ha mostrato più fame agonistica e una migliore tenuta atletica al cospetto della stordente umidità della Florida.
Un’affermazione maturata in rimonta con lo score di 4-6 7-5 6-4 che conferma appieno, quello che la stessa Martina aveva dichiarato ai microfoni di Ubitennis ad Indian Wells: ovvero la ritrovata la capacità di battagliare sulla lunga distanza, che ne mette in luce i punti di forza nascondendone gli oggettivi limiti fisici per quelli che sono i parametri dell’attuale panorama del tennis femminile in cui scorrazzano a più non posso le amazzoni e fanno al contrario fatica ad emergere le trottoline come la 29enne fiorentina.
Una Trevisan cresciuta gradualmente all’interno della partita, che dopo un primo set giocato senza la lucidità tattica necessaria e contraddistinto da svariati gratuiti inseriti in una versione complessiva decisamente a corrente alternata, ha visto finalmente la toscana ritrovare consistenza nel suo tennis ed un annesso maggiore ordine geometrico frutto in particolar modo di un innalzamento dell’incisività del proprio dritto. Nei parziali vinti, pur essendoci stato grande equilibrio e nonostante abbia concesso molte occasione all’avversaria, l’italiana ha controllato le operazioni gettando prima alle ortiche situazioni di vantaggio potenzialmente da contraccolpo psicologico per poi far valere la sua superiore esperienza sugli sprinti decisivi, dove l’americana ha invece mostrato il cosiddetto braccino.
Per la testa di serie numero 25 si tratta della seconda qualificazione agli ottavi di un WTA 1000, ora ad attenderla non ci sarà la n. 1 Iga Swiatek – che si è ritirata prima del torneo per via dell’infortunio alle costole occorsole in California e che curiosamente era stata proprio colei che aveva estromesso Liu al BNP Paribas Open -ciononostante troverà comunque una campionessa Slam: la belvetta e vincitrice dell’Open di Francia 2017 Jelena Ostapenko, la lettone ha superato la tds n. 13 Beatriz Haddad Maia 6-2 4-6 6-3.
Con il successo odierno, inoltre, l’azzurra si porta sul 2-0 negli head to head contro la 22enne californiana: il primo riscuote dolci ricordi nella toscana, dato che è maturato nella finale del WTA 250 di Rabat 2022 dove la “nostra” il suo primo titolo nel circuito maggiore.
Primo Set: il braccio di ferro sulla diagonale sinistra vede prevalere il bimane di Liu sul diritto di Trevisan
La partenza per Trevisan è tutta in salita, nonostante infatti la sfida prenda il via seguendo i dettami della lotta tanto cara a Martina; l’azzurra alternando costruzioni del punto a puntino a gratuiti piuttosto banali si ritrova immediatamente sotto 2-0 nel punteggio. La sostanza di questo inizio di match, se lo si osserva dalla prospettiva della 29enne fiorentina, è facilmente riscontrabile in una mera costatazione: Liu sta giocando meglio i quindici più importanti, che sono poi quegli che effettivamente decidono le sorti dei vari games.
La semifinalista del Roland Garros 2022, difatti, nel gioco inaugurale dell’incontro si era portata avanti 30-15 prima di concedere due palle break e capitolare alla seconda chance perdendo il proprio turno di servizio ai vantaggi. Anche nel successivo game, il primo della partita in risposta per la mancina italiana, la toscana si era inerpicata sino al pari 30, senza tuttavia anche in questo caso riuscire nella mission di salire a palla game.
Dunque, come spesso accade quando in campo c’è la nostra trottolina di Firenze e l’incontro si dispiega perennemente sul sottile filo dell’equilibrio, lo scontro che va in scena è all’insegna di chi dimostrerà di possedere maggiormente la capacità di far fruttare a proprio favore quei continui spiragli che si manifestano da ambo i lati per poter prendere in mano le redini del match. Inseguendo sul 2-1, stavolta è Martina a uscire indenne da una situazione delicata che avrebbe potuto mandare in fuga l’avversaria con tanto di doppio break e round alla battuta per salire sul 4-0 “pesante”, cancellando una pericolosissima opportunità per il secondo strappo a matrice statunitense.
Per quanto riguarda lo sviluppo tattico dello scambio, la partita è decisamente leggibile nella sua proiezione strategica: il 90% dei punti si stanno consumando sulla diagonale sinistra, dove vanno ad incocciare i fondamentali migliori da fondocampo di entrambe le protagoniste; il diritto di Trevisan contro il rovescio bimane di Claire. Chi delle due riuscirà ad essere più efficacie ed incisiva su tale direttrice, avrà la meglio nell’esito finale della contesa. Chiaramente, l’azzurra ha dalla sua il vantaggio di poter far valere da quel lato il proprio invidiabile uncino mancino, che tuttavia viene depotenziato nelle sue peculiarità per via della superficie estremamente rapida presente in Florida.
Perciò il match prosegue la propria andatura con, da un lato del campo la sostanza ritmata dell’americana di origini cinese e dall’altro, contestualmente e contrariamente, la mancanza di solidità ed in generale una versione, quella ammirata quest’oggi dell’ex n. 21 del ranking, troppo a corrente subalterna. Lo score, in seguito, registra una fase centrale della sfida in cui i servizi diventano maggiormente performanti, con una sequenza di quattro giochi (dal 3-1 al 4-3 Liu) in cui la giocatrice in risposta porta a casa un totale di quattro punti. Nell’ottavo game, paradossalmente, si materializza il vero turning point del parziale: Trevisan finalmente ritrova consistenza nel suo tennis, limita gli errori e alla seconda occasione del game (su quelle che sono le prime palle break nel match per l’azzurra) centra il contro-break riequilibrando così il punteggio sul 4-4. Purtroppo, però, questa ritrovata verve di robustezza del proprio gioco da parte dell’azzurra si rivela essere un effimero fuoco di paglia. Il diritto della n. 24 al mondo ritorna balbettante, e concede il fianco alla 22enne californiana che senza farsi pregare va ad intascarsi i successivi due giochi e di conseguenza il primo set: 6-4 Liu in 51 minuti.
Secondo Set: Trevisan trova finalmente lucidità tattica e solidità, spreca un’inziale vantaggio ma rimedia nello sprint finale
La risalita della china non poteva non passare da un ulteriore brivido corso lungo la schiena. Difatti la classe ’93 rischia di cappottare definitivamente ritrovandosi sotto 15-40 al servizio nel primo game de secondo set. Tuttavia, ad un passo dal burrone per l’ennesima volta ha messo in campo la sua tigna e la propria forza agonistica: così sequela di quattro punti consecutivi e la rimonta è servita.
Martina a questo punto si rigenera, acquisendo nuove ed insperate energie mentali che si ripercuotono chiaramente anche sul piano fisico frutto pure del primo vero calo a livello di solidità dell’avversaria: la versione passiva, poco consistente e non ordinata dell’azzurra fa spazio ad una testa di n. 25 che ora finalmente fa male con il dritto, comanda lo scambio e spinge sul corrispettivo destro di Liu. Fondamentale, questo della californiana, che viaggia decisamente meno rispetto al rovescio con un’abilità nel penetrare la palla totalmente agli antipodi: conseguentemente Claire non può che accorciare, giocando costantemente senza profondità, e permettere così alla toscana di potersi aprire gli angoli a proprio piacimento. Anche il servizio, poi, si fa più incisivo: in particolare nella traiettoria slice da sinistra e quindi la fiorentina non può che navigare a vele spedite.
Sul 4-2, però, si spegne nuovamente la luce e all’improvviso con una battuta italica ritornata traballante, arriva il contro-aggancio della giocatrice di casa che da par suo ha avuto il merito di rimanere in scia nel frangente di gara in cui la rivale era nella sua “nuvola” tennistica: siamo 4-4. La reazione di carattere alla perdita del vantaggio di Trevisan non tarda a palesarsi, nel decimo game si procura in ribattuta un set point attraverso un gran passante di dritto, ma è lo stesso colpo a tradirla nel momento più importante mancando il campo in larghezza con il cross. Alla fine Liu si salva e si va ad oltranza, 5-5. Tuttavia sul 6-5 è déjà vu, Claire sbaglia l’impossibile con la sua esecuzione da fondo più instabile, il dritto, ritrovandosi 15-40 e altri due set ball da dover fronteggiare. Rimedia sul primo con il rovescio, ma la terza chance complessiva di incamerare il parziale è quella buona per Martina: il bimane in avanzamento dell’americana si stampa in rete, 7-5 Trevisan dopo oltre 1h10′ di durata della frazione.
Terzo Set: la volata finale è di Trevisan, che mostra più fame e una migliore tenuta fisica al cospetto della copiosa umidità della Florida
Pronti via, e la toscana subisce il contraccolpo dopo lo sforzo profuso per trascinare di peso lo scontro al terzo set. 0-40 e subito tre palle break consecutive da frantumare per l’italiana. In qualche modo, la toscana riesce a scalare la montagna soprattutto però grazie ad Liu sciupona con il solito dritto. Ma purtroppo ai vantaggi, la classe 2000 si procura una quarta opportunità che questa volta è fatale alla mancina in campo. Adesso è semplicemente battaglia su ogni singolo quindici, altro game ai vantaggi in cui la caparbietà della 29enne fiorentina fa sì che l’ex n. 1 giovanile non sfrutti tre palle per il 2-0 e conceda invece l’1-1 subendo le catenate di dritto provenienti dalla racchetta di Martina. L’azzurra ora cerca di alternare sapientemente le traiettorie dei suoi ganci sinistri, per evitare di dare ritmo all’americana – situazione tattica in cui la 22enne ci sguazza appoggiandosi bene sulle fiammate italiche – sporcando di tanto in tanto il gioco con qualche tiro con parabola più arcuata. Un rischio non da poco visto la rapidità del Laykold di Miami, che può rivelarsi arma a doppio taglio, ma che la “nostra” riesce a gestire perfettamente grazie ad una grande dose di maturità.
Il duello di logoramento mentale in questo rush finale non può non trovare anche nella condizione fisica, una chiave di lettura utile nell’indirizzare la sfida verso una o l’altra direzione dato l’elevato grado di umidità che si percepisce (entrambe le giocatrici ad ogni cambio campo sono infatti costrette ad asciugare una sudorazione in continuo aumento) quando in Florida si stanno avvicinando le 21:00 mentre in Italia si è ad una sola ora dallo scocco dell’ora legale e le quasi tre ore complessive del match. La serrata contesa non cenna a placarsi, si arriva a metà parziale – 3-2 per Trevisan – in cui quattro dei primi cinque games del set sono andati ai vantaggi ma dove comunque a concedere di più al servizio è stata la toscana con altre cinque palle break distribuite in due distinti turni di battuta. Ma è certamente Martina attualmente ad avere il controllo delle operazioni, denotando una migliore tenuta atletica coadiuvata da una maggiore determinazione nel volersi andare a prendere il successo. E difatti nel sesto game, l’allieva di Matteo Catarsi rompe gli indugi breakkando grazie ad super punto sugli scudi vinto in difesa: rappresentativo della garra della toscana, prima recupera con il back bimane per poi agganciare la sfera in corsa dall’altro lato del campo con il dritto in chop a tagliare la metà campo avversaria e trovare il vincente sull’angolo opposto.
Tuttavia come avvenuto pedissequamente nel secondo set, l’azzurra si “mangi” un altro vantaggio facendosi agganciare dal 4-2 al 4-4. In questa volata finale, si sta assistendo una crescita generale del livello complessivo della partita: ambedue stanno esprimendo il massimo sforzo nonostante la rispettiva riserva energetica oramai ridotta al lumicino, soprattutto Liu essendo più in difficoltà sul piano fisico sta abbandonando la sua comfort zone del palleggio intenso dalla linea di fondo per verticalizzare maggiormente. Ma ancora una volta sono la fame e la superiore esperienza di Martina a tracciare la differenza, sul 5-4 con tanto di aiutino da parte di Claire che tradisce ancora tensione quando la palla scotta come già dimostrato a fine secondo set manda agli archivi un doppio fallo sul 30-30 e poi tocca a Martina completare l’opera con un passante lungolinea di diritto al fulmicotone raccattato letteralmente da terra. La maratona è sua, dopo 3h18′ con set finale durato la bellezza di 1h16′ la n. 1 del nostro movimento femminile sfrutta la porzione di tabellone lasciata sguarnita dal ritiro di Swiatek e vola agli ottavi di un ‘1000’ per la seconda volta in carriera.
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Miami, il programma di domenica 26 marzo: Sinner-Dimitrov non prima delle 01
Doppia sfida incrociata USA-Canada sul centrale del Miami Open, poi Alcaraz, Sabalenka e Ruud. Jannik Sinner sul Grandstand in sessione serale

Completati tutti gli incontri di secondo turno sia tra gli uomini sia tra le donne, il programma di domenica 26 marzo al Miami Open presented by Itaù presenta alcuni incontri davvero di grande interesse.
L’entrata in vigore dell’ora legale in Italia e in Europa ha riallineato la differenza di fuso orario tra la Penisola e Miami a sei ore, quindi il programma del torneo inizierà alle ore 18 italiane sullo Stadium Court e alle ore 17 su tutti gli altri campi.
Lo Stadium Court vedrà le due ex campionesse Slam Bianca Andreescu e Sofia Kenin aprire le danze a mezzogiorno locale (le 18 in Italia), seguite da un’altra sfida incrociata tra Stati Uniti e Canada, quella tra Taylor Fritz e Denis Shapovalov. In chiusura di programma diurno ci sarà il n. 1 del mondo e campione uscente Carlos Alcaraz che affronterà il serbo Dusan Lajovic.
In sessione serale, a partire dalle 19 locali (le 01 in Italia), la testa di serie n. 2 del torneo femminile Aryna Sabalenka verrà sfidata dalla ceca Marie Bouzkova, e per finire, non prima delle 20.30 locali (le 02.30 in Italia), il norvegese Casper Ruud se la dovrà vedere con l’olandese Botic Van de Zandschulp.
Un solo italiano impegnato nella giornata di domenica: sarà Jannik Sinner, protagonista del match della sessione serale sul Grandstand, che non prima delle 19 locali (le 01 in Italia) giocherà con la testa di serie n. 21 Grigor Dimitrov.
Qui sotto il programma completo della giornata con gli orari indicati in ora locale di Miami (sei ore indietro rispetto all’Italia):
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WTA Miami: Linette spegne i lampi dorati di Azarenka, Potapova ha carattere ed estromette Gauff
Ostapenko più forte del tifo paulista, nessuna fortuna per Samsonova contro Zheng

[20] M. Linette b. [14] V. Azarenka 7-6(3) 2-6 6-4
Quando scende in campo il vecchio campione alla ricerca di qualche baluginio del passato splendore, lo spettacolo del bagaglio tecnico e caratteriale del purosangue regala spesso emozioni e ammirazione. È stato il caso di questo sedicesimo di finale del WTA Miami Open tra Azarenka e Linette.
La numero 14 del seeding ha esibito il suo campionario di soluzioni arrischiate e geniali da fondocampo, ma ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte ad una giocatrice forte, concreta e paziente, capace di un contrattacco insidioso che Victoria non ha saputo disinnescare che nella parte centrale del match. Linette supera la rivale per la prima volta nella carriera, dopo due sconfitte (tra cui una proprio a Miami, nel 2016), e aspetta la vincente tra Pegula e Collins.
Entrambe cominciano bene alla battuta, con buone percentuali tanto sulla prima che sulla seconda palla. La polacca mette a segno anche tre ace, di cui due nel game d’apertura. La bielorussa è da subito in palla con il rovescio, e utilizza il dritto, soprattutto in cross, per aprirsi il varco dove infilare il suo rovescio oggi assai appuntito.
L’equilibrio si spezza all’improvviso sul 3-3, con Linette che, vittima di un passaggio a vuoto, cede a zero la battuta spedendo di circa due metri oltre la linea di fondo un facile dritto a campo aperto. Con maggiore personalità l’ex numero uno del mondo continua a cercare la soluzione vincente, mentre la trentunenne di Poznan aspetta il momento adatto per un colpo in contrattacco.
Mentre serve per il set sul 5-4, Azarenka spedisce a sua volta ben al di là della linea di fondo un comodo dritto. Un rovescio lungolinea parimenti lungo della tre volte campionessa del torneo completa il contro-break per la rivale, che così rinfrancata sale 6-5.
Azarenka procede a strappi, alternando buone idee a errori gratuiti. Sul 5-6 40-40, con la rivale a due punti dal set, scocca un rovescio in cross che è un mirabile scorcio sul coraggio leonino (Bielorussia terra di grandi felini) della trentatreenne di Minsk. Si materializza così il tie-break, con Azarenka che non smette di imporre la sua linea di gioco. Ed è qui che la polacca evidenzia la sua maturità, non disunendosi di fronte alle velleità della ex campionessa: rompe l’equilibrio con un rovescio lungolinea splendido e incassa la frazione al decimo punto (7-3), con un doppio fallo della rivale. Per Linette tre ace, per Azarenka 4 doppi errori, in un’ora e tre minuti.
È proprio con un doppio fallo la bielorussa cede il game d’ingresso al secondo parziale. Linette pare possa prendere il largo in virtù di una condizione atletica superiore; Vika da segnali di stanchezza e forza i colpi per accorciare gli scambi. Sotto per 2-0 annulla una palla-break delicatissima e rimane vicina nel punteggio alla rivale, ed è il game che cambia il volto del set. Linette denuncia limiti caratteriali importanti cedendo il break di vantaggio con un dritto lungo e largo di alcuni metri, e sempre con un altro dritto mal cresciuto pochi minuti dopo consegna un altro game alla battuta.
Azarenka scappa dalla trappola del possibile 0-3 pesante e, avvertendo il momento scomodo della sfidante, riprende il comando degli scambi e con una striscia di sei game consecutivi forza la conclusione della contesa al set decisivo.
La bielorussa parte alla battuta e lancia quattro vincenti consecutivi per chiudere il game a zero. È nel momento più brillante e spinge anche alla risposta, mentre Linette non trova più conforto nella prima di servizio e viene attaccata senza posa. L’ottavo game in fila e il break è cosa fatta per Vicka, che forse si rilassa e cede a sua volta il servizio, con il classico doppio errore sul 30-40.
È il segno di un ribaltamento improvviso: sul 2-2 Azarenka al servizio mette una palla corta in corridoio e si attarda a discutere con il giudice di sedia, nonostante le immagini la smentiscano chiaramente. L’atleta di Minsk si innervosisce e subisce un altro break mettendo in rete un dritto d’attacco piuttosto agevole. Dopo un 8-0 per lei, ecco un 4-0 di marca polacca.
Azarenka si scuote e riprende a cercare le righe per sfondare la difesa della numero 19 del mondo, ma dopo oltre due ore di forcing la condizione atletica non è più ottimale, e Linette ha buon gioco nel contenere e favorire l’errore della rivale.
Sul 5-4 Magda serve per il match e Vicka trova la forza di tornare da 40-0, ma si deve poi arrendere. Prova magnifica e sfortunata per lei, a passare è la più solida delle due in questo momento.
Altri incontri:
[23] Q. Zheng b. [12] L. Samsonova 5-7 7-6(5) 6-3
La cinese Zheng supera a sorpresa Ljudmila Samsonova; a sorprendere è soprattutto il parziale di sei giochi consecutivi con cui l’asiatica chiude la partita, che sembrava finita dopo che la russa aveva messo a segno uno straordinario dritto vincente a uscire per il break nel secondo game del set decisivo.
Coraggio da parte di entrambe e tennis rapidissimo hanno contraddistinto le tre ore e otto minuti di battaglia, con la cinese capace di ben diciotto ace, mentre spiccano di contro i nove doppi falli della testa di serie numero 12. Zheng si prende così immediata rivincita dopo le sconfitte patite da Ljudmila sul campo nella semifinale di Abu Dhabi e per walkover a Dubai. Negli ottavi per lei c’è Potapova.
[24] J. Ostapenko b. [13] b. B. Haddad Maia 6-2 4-6 6-3
Jelena Ostapenko è più forte anche della torcida verde-oro che invade pacifica ma rumorosa le gradinate. Supera Haddad Maia nell’incontro tra bombardieri, dimostrando maggiore solidità della tennista paulista. La brasiliana ha ceduto il primo set con un doppio fallo ma si è presa il secondo con un ace (sette alla fine, contro i sei dell’avversaria). Il merito della vincitrice di Parigi 2017 è di non perdersi d’animo dopo aver subito il break nel primo gioco del terzo set. Dallo 0-2 il parziale di cinque giochi a uno le permette di entrare da favorita nel match degli ottavi di finale, dove se la vedrà con Liu oppure con la nostra Trevisan.
[27] A. Potapova b. [6] C. Gauff 6-7(8) 7-5 6-2
Anastasia Potapova prova a concentrarsi sul tennis, dopo le chiacchiere sulla maglietta dello Spartak Mosca esibita negli scorsi giorni e le polemiche del match precedente con Kostyuk. E sforna una prova maiuscola di fronte a una audience decisamente dalla parte della giovane speranza americana.
Gauff fa suo il primo set al tie-break per 10-8 e serve per il match sul 5-3 nel secondo parziale. Ma Potapova mostra un carattere di ferro e ribalta tutto, chiudendo il set con uno scambio memorabile in cui entrambe devono coprire la linea di fondo più volte a sinistra e a destra. Nel terzo set dopo il 2-2 Gauff subisce per la seconda volta un parziale di quattro giochi a zero, che proietta la giovane russa all’ottavo di finale con Zheng.
[3] J. Pegula b. [30] D. Collins 6-1 7-6(0)