Anett Kontaveit, due mesi per conquistare Top 10 e WTA Finals - Pagina 2 di 3

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Anett Kontaveit, due mesi per conquistare Top 10 e WTA Finals

Dopo alcune annate di stasi, nel giro di poche settimane Anett Kontaveit ha raccolto successi a ripetizione che le sono valsi traguardi mai raggiunti prima in carriera

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Anett Kontaveit – WTA Ostrava 2021 (foto via Twitter @WTA)
Anett Kontaveit – WTA Ostrava 2021 (foto via Twitter @WTA)
 

Ciò che è riuscito ad Anett Kontaveit in poche settimane, è una impresa non da poco. Se alla serie positiva di autunno aggiungiamo il successo del mese di agosto nel torneo di Cleveland, arriviamo addirittura a 4 titoli nel giro di tre mesi. Un dato che risulta ancora più rilevante se lo compariamo con l’unico successo (e mezzo) conquistato da Kontaveit nel resto della carriera. Questo il suo palmares in WTA: ‘s-Hertogenbosch 2017, Grampians Trophy 2021, Cleveland 2021, Ostrava 2021, Mosca 2021, Cluj 2021. Parlo di “mezzo” torneo perché il Grampians Trophy di febbraio era stato un evento anomalo, WTA 500 organizzato come preparazione all’Australian Open, e nemmeno concluso, dato che la finale non si era disputata per il troppo ritardo accumulato nella programmazione (305 punti assegnati alle due finaliste).

Dunque sono passati quattro anni fra il primo titolo raggiunto sull’erba olandese e quelli conquistati negli ultimi mesi. Quattro anni di digiuno non sono pochi: un aspetto che merita di essere indagato, perché che stiamo parlando di una giocatrice che dalla stagione del primo successo (2017) ha sempre mantenuto una posizione fra le prime 30 del mondo. Questo il suo ranking dal 2016 in poi: numero 110, numero 34 (fine 2017), e da allora numero 21, 26, 23 (fine 2020).

Se siete interessati a ripercorrere i suoi inizi, rimando a questo articolo, uscito proprio quattro anni fa. Qui sviluppo il discorso ragionando sulle ultime stagioni, successive alla prima affermazione.

Anett Kontaveit è nata il 24 dicembre 1995 e, come testimonia l’andamento della sua classifica, ha compiuto il salto di qualità decisivo nel 2017. Forse qualcuno si ricorderà del torneo che l’aveva rivelata al mondo: l’International di Biel, dell’aprile 2017, nella quale era arrivata in finale partendo da numero 99 del ranking. Torneo perso al cospetto di Marketa Vondrousova, ancora più sorprendente di Anett, visto che in quel momento Vondrousova era appena diciassettenne e addirittura numero 233 della classifica.

Malgrado la classifica non proprio di prima fascia, in quella settimana entrambe avevano offerto del gran tennis, dimostrando di essere pronte a compiere un notevole salto di qualità. Cosa che si è puntualmente verificata, visto che abbiamo ritrovato Vondrousova in finale al Roland Garros 2019 (e alle Olimpiadi di Tokyo), ma anche Kontaveit stabilmente fra le prime 30 del mondo.

Dopo il torneo svizzero, in quel 2017 Kontaveit aveva continuato a giocare bene, con un progresso costante che l’avrebbe resa protagonista anche nei tornei successivi: quarti di finale a Stoccarda (partendo dalle qualificazioni), quarti di finale a Roma (sempre partendo dalle quali), vittoria a ‘s-Hertogenbosch, e terzo turno a Wimbledon, sconfitta dalla numero 6 Caroline Wozniacki per 3-6, 7-6, 6-2.

Sconfitta subita al termine di una match nel quale Anett era arrivata a condurre sino a 6-3, 5-4, 30-0 e servizio, senza però riuscire a chiudere la partita, anche a causa di una strana disavventura resa forse decisiva dalla inesperienza (per chi fosse interessato, rimando all’articolo in proposito).

Per me, inviato a Wimbledon, quella contro Wozniacki era stata la prima partita di Kontaveit che avevo potuto seguire dal vivo; e mi aveva colpito per due aspetti opposti. Avevo apprezzato il dinamismo che comunicava il suo modo di colpire, che da vicino risultava molto più coinvolgente che in TV; ma d’altra parte mi aveva lasciato dubbioso per l’alta componente di rischio del suo gioco.

Riporto quanto avevo scritto allora sul suo tennis: “Non sempre dalla TV si capisce quanto margine ci sia tra la parabola della palla e la rete. Ebbene, quando Anett accelera, le sue traiettorie sono costantemente radenti al nastro. Del resto colpendo con poco topspin, se la palla passasse più alta sulla rete finirebbe irrimediabilmente lunga. Spingere così tanto con così poco margine è davvero complicatissimo, al punto che mi chiedo se con un tennis del genere riuscirà a gestire anche i periodi di forma meno scintillante, senza andare incontro a drastiche cadute nei risultati”.

Sulla base di queste impressioni, se allora mi avessero chiesto di ipotizzare il futuro di Kontaveit nel circuito, avrei detto che sarebbe potuta stare fra le prime 20-25 del mondo attraverso alti e bassi: tornei di notevole livello, anche vinti, alternati a uscite contro pronostico. Invece la sua carriera nelle stagioni successive è stata più costante di quanto immaginassi, perché in fondo Anett non è andata incontro a tanti picchi negativi. Però non è nemmeno andata incontro a eccezionali picchi positivi. Insomma, un tipo di rendimento meno ondivago, ma forse anche meno esaltante.

Da quel 2017, per ancora un anno avrebbe collaborato con l’allenatore olandese Glen Schaap, coach che aveva avuto un ruolo importante nella sua crescita a partire da decisivi miglioramenti atletici. Poi, nel giugno 2018, Anett aveva cominciato a lavorare insieme a Nigel Sears (ex coach di Ivanovic), per quasi tre anni. Tre stagioni di buon livello ma, appunto, senza i picchi che molti speravano.

A conti fatti, il periodo con Sears ha prodotto come migliore risultato la finale nel Premier 5 di Wuhan 2018 (arrivata pochi mesi dopo l’inizio della loro collaborazione, e persa contro Sabalenka). Poi nel 2019 e 2020 (annata menomata dalla pandemia), vanno ricordate la finale a Stoccarda 2019 (persa contro Petra Kvitova) e quella a Palermo 2020 (persa contro Fiona Ferro). A livello Slam il massimo conquistato è il quarto di finale all’Australian Open 2020 (fermata da Simona Halep con un doppio 6-1).

Poi nella primavera del 2021, la decisione di chiudere con Sears, senza però avere pronto un nome a lungo termine. E così, mentre Sears durante il torneo di Wimbledon era impegnato nel team tecnico di Emma Raducanu, Kontaveit provava prima con un coach estone, Ain Suurthal (finale raggiunta a Eastbourne persa contro Ostapenko) e poi, dal mese di agosto, con Dmitry Tursunov, ex allenatore di Aryna Sabalenka.

a pagina 3: Le imprese degli ultimi mesi

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