WTA, protagoniste del 2021: Sabalenka, Krejcikova e Giorgi - Pagina 2 di 3

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WTA, protagoniste del 2021: Sabalenka, Krejcikova e Giorgi

Quarto e ultimo articolo articolo di riepilogo della stagione appena conclusa attraverso le vicende di alcune delle principali protagoniste

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Barbora Krejcikova - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Barbora Krejcikova
Se non fosse stato per l’impresa senza precedenti di Emma Raducanu allo US Open, oggi ricorderemmo la vittoria al Roland Garros di Barbora Krejcikova come la più grande sorpresa della stagione. In ogni caso, del 2021 di Krejcikova vanno ricordati alcuni aspetti comunque eccezionali, anche per questi anni di WTA nei quali le previsioni sono diventate molto difficili.

Innanzitutto di Krejcikova va sottolineato il dato anagrafico. Stiamo parlando di una giocatrice nata nel dicembre 1995: a 25 anni compiuti è difficile compiere un salto di qualità così grande come quello di cui lei è stata protagonista nel 2021. Partita in gennaio come numero 65 del ranking, ha chiuso a novembre da numero 5 del mondo (con un best ranking da numero 3), a meno di 130 punti dalla numero 4 Karolina Pliskova: 5008 contro 5135 punti.

Assommare oltre 5000 punti in un anno significa avere dato prova di una consistenza che va ben al di là della singola impresa; la vittoria a Parigi, infatti le è valsa 2000 punti, nemmeno la metà del suo bottino stagionale. Non per nulla Barbora ha chiuso la stagione con quattro finali disputate e tre titoli conquistati (Strasburgo, Roland Garros, Praga). Conquistati fra l’altro nel giro di poche settimane, grazie a una striscia impressionante sviluppata tra la fine di maggio e l’inizio di luglio: 20 partite vinte e 1 sola persa (a Wimbledon, contro la futura campionessa Barty).

Ma Krejcikova aveva dimostrato di essere capace di offrire tennis di vertice già in marzo, nel WTA 1000 di Dubai, dove aveva raggiunto la finale, sconfitta da Garbiñe Muguruza.

Poi l’esplosione definitiva sulla terra rossa francese: prima con il successo nel torneo di preparazione di Strasburgo, e poi con l’en plein parigino, dove ha vinto non solo il torneo di singolare ma anche quello di doppio, in coppia con Katerina Siniakova. Perchè Krejcikova, nel suo anno così speciale, ha continuato a dedicarsi assiduamente al doppio, e insieme alla storica compagna Siniakova ha chiuso il 2021 da coppia regina del ranking, con 5 titoli vinti (tra cui l’oro olimpico a Tokyo e le Finals di Guadalajara).

Il fulcro della sua stagione rimane però il Roland Garros, dove ha prevalso al termine di alcuni match estremamente equilibrati; sin dal primo turno, quando ha recuperato da un set e un break sotto (5-7, 1-3) contro Kristyna Pliskova (5-7 6-4 6-2). Nella memoria sono rimaste soprattutto le due grandi battaglie in chiusura di torneo. Quella in semifinale contro Sakkari, salvando anche match point, e conclusa sul 7-5 4-6 9-7, e quella in finale contro Pavlyuchenkova, terminata 6-1 2-6 6-4.

Nel proseguo della stagione, Barbora ha dimostrato di sapersi disimpegnare su qualsiasi superficie, con il quarto turno raggiunto sull’erba di Wimbledon e i due quarti di finale sul cemento americano di Cincinnati e US Open. Sempre in prima linea fra singolare e doppio, la mia sensazione è che sia arrivata a corto di energie negli ultimi appuntamenti: in novembre, tra Billie Jean King Cup e WTA Finals, ha perso cinque match su cinque in singolare.

Al di là dei numeri, però, credo meriti una breve analisi il modo di stare in campo di Krejcikova. Perché, a mio avviso, da quando ha cominciato ad affacciarsi nel circuito da protagonista, il suo modo di giocare ha già subito una evoluzione. Nei tornei del 2020 disputati dopo la pandemia, Barbora si era fatta notare per un evidente miglioramento complessivo, ma il suo gioco non era così aggressivo come quello esibito nel 2021. Era basato su scambi piuttosto lunghi, sviluppati attraverso un repertorio di colpi molto vario e articolato, con parabole dagli spin differenti: colpi piatti, colpi più carichi di topspin, colpi slice a rallentare, palle corte…

Con una impostazione del genere, per esempio, Krejcikova aveva messo in difficoltà Simona Halep nel torneo di Praga 2020 e poi anche la semifinalista a sorpresa Podoroska nella edizione autunnale del Roland Garros. Così l’avevo descritta in occasione dello Slam francese 2020 (in quel momento Barbora era numero 114 del ranking): “Krejcikova propone un tennis piuttosto inusuale, non basato sulla potenza, ma sull’accurato piazzamento delle parabole e sui continui cambi di rotazione. In questo modo per un lungo tratto di match ha dato filo da torcere a Podoroska”.

Ma quest’anno si è presentata una giocatrice che, a mio avviso, ha in parte cambiato atteggiamento. Già nella primavera del 2021 il tennis di Barbora si era “asciugato” sul piano delle variazioni, a favore di una maggiore aggressività, espressa attraverso la ricerca del vincente più rapido, soprattutto sotto forma di accelerazioni piatte, raso-rete. In questa fase di grandissima condizione, coronata dalla impresa del Roland Garros, Krejcikova è stata però ancora capace di mantenere basso il numero degli errori non forzati, diventando in questo modo una giocatrice efficacissima: pochi regali alle avversarie, ma con un numero di colpi vincenti in notevole crescita.

Poi questa fase superlativa si è esaurita, e da agosto in poi abbiamo assistito a una terza versione di giocatrice, ancora un po’ differente: sempre capace di sfoderare parecchi vincenti, ma con una quota di errori non forzati in crescita. Infine, nell’ultimissimo periodo (quello della BJK Cup e delle Finals) il numero di errori è diventato preponderante rispetto ai vincenti, e sono arrivate solo sconfitte.

Come se in Barbora fosse venuta meno la pazienza di attendere i momenti più propizi per accelerare, sostituita da un atteggiamento più sbrigativo che ha ridotto la durata media dello scambio, ma a prezzo di una maggiore imprecisione. Difficile dire se la minore volontà di attendere (che significa spesso anche minor disponibilità a faticare e a soffrire) sia stata causata da un processo di affaticamento mentale, fisico, o per entrambi i motivi.

In ogni caso, dopo un’annata del genere, nel 2022 Krejcikova sarà una delle giocatrici da seguire con attenzione, perché per lei comincerà la insidiosa stagione della conferma. Con le avversarie che nel frattempo hanno cominciato a studiarla e con una pressione molto cresciuta rispetto al 2021, quando nessuno si aspettava da lei gli straordinari risultati raggiunti.

a pagina 3: Camila Giorgi

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