Circoli in vista
“Un genitore ha già vinto quando il figlio scende in campo”. Parola di Fabio Chiappini, direttore tecnico di MXP Tennis Academy
Quattro chiacchiere con Fabio e con Mattia Bellucci, giovane prospetto del tennis azzurro. Quanto può durare la carriera di un giocatore senza sponsor alle spalle?

“La città ha cento storie da raccontare. Questa è una delle tante” (dal film “Giungla d’asfalto” )
Non solo il cinema americano ha delle storie interessanti da raccontare; ne ha anche il tennis. La storia che vi racconteremo in questo articolo si riallaccia idealmente a quattro interviste che realizzammo nell’estate del 2020 con altrettanti coach italiani (Massimo Sartori, Gianluca Naso, Ugo Pigato e Francesco Cinà); riguarda un’accademia che sorge alle porte di Varese che nel nome si ispira all’aeroporto Malpensa, vale a dire la MXP Tennis Academy, che ci è stata raccontata dal suo direttore tecnico, Fabio Chiappini.
Fabio, come si diventa coach di giocatori professionisti?
FC: Nel mio caso con il tempo, la passione e la pazienza. Ho sempre amato il tennis, sport che ho praticato in gioventù senza raggiungere risultati di particolare rilievo. Dopo essermi diplomato all’ISEF [Scienze Motorie per i nati post anni ’90, ndr] iniziai a dare lezioni di tennis presso circoli tennistici dell’hinterland milanese. Lì ho avuto la fortuna di incontrare ottimi maestri che mi hanno aiutato a costruire le fondamenta tecniche sulle quali ancora mi baso nel mio lavoro di coach, a quasi trent’anni di distanza da quei giorni. Sono quindi partito con ragazzi di quarta categoria e – salendo un gradino alla volta – sono arrivato ai professionisti.
Come nasce MXP Tennis Academy, e come è strutturata?
FC: MXP Academy nasce dall’iniziativa di due soci: il sottoscritto e Marco Brigo, maestro nazionale FIT e mio ex allievo, il primo che riuscii a portare sino alla seconda categoria. Gestiamo otto campi – sei in terra battuta e due in sintetico – distribuiti su tre località: Gallarate, Castano e Casorate Sempione. Oltre che da me e Marco, lo staff tecnico è formato da sei maestri a cui si aggiungono due fisioterapisti. Ci avvaliamo inoltre dell’aiuto di consulenti esterni. Uno di questi è Danilo Pizzorno, il massimo esperto italiano di video-analisi applicata al tennis che da anni collabora con i migliori coach italiani e con tennisti di vertice come Lorenzo Sonego. L’accademia offre programmi per bambini a partire dai 6 anni di età; attualmente è frequentata da circa 160 ragazzi che vanno dall’avviamento sino all’agonistica. Abbiamo anche programmi specifici per adulti.
Chi sono in questo momento gli atleti di punta dell’accademia?
FC: Tra i maschi Remy Bertola, uno svizzero di 23 anni e numero 538 ATP; poi Federico Iannaccone, 22 anni, con il quale abbiamo iniziato a lavorare da circa due mesi. Federico ha un best ranking intorno alla posizione numero 600, ma a mio avviso ha il potenziale per arrivare molto più in alto; Erik Crepaldi, il giocatore più maturo del gruppo e con un best ranking di 282 ATP; Erik a settembre è rimasto vittima di un terribile incidente in cui ha rischiato di perdere la vita ma si sta rimettendo in sesto velocemente e contiamo di riaverlo con noi tra un mese circa. Infine c’è Mattia Bellucci, ventenne numero 682 ATP. Tra le ragazze spiccano Federica Prati e Nadine Keller, entrambe con best ranking WTA intorno alla posizione numero 700.
A questo punto della conversazione veniamo raggiunti dal sopracitato Mattia Bellucci.
Mattia, quando e perchè hai iniziato a giocare a tennis?
MB: Ho cominciato a giocare a 4 anni. Mio padre è un maestro di tennis e fu lui a mettermi in mano la prima racchetta; è stato il mio coach da allora sino a pochi mesi fa, quando ho iniziato a lavorare con Fabio.
A che età hai capito che il tennis poteva diventare il tuo lavoro?
MB: Sin da piccolo ho dato tutto me stesso al tennis, perché mi piaceva tantissimo giocare e perché oggettivamente mi riusciva molto bene; mio padre ha impostato per me una politica di crescita basata su obiettivi chiari, precisi e graduali che ho sempre raggiunto. Intorno ai 13/14 anni abbiamo deciso insieme di tentare la carta del professionismo.
Quanto tempo dedichi alla settimana al tennis?
MB: 33 ore alla settimana divise tra preparazione fisica e lavoro sul campo. Mi dedico al tennis a tempo pieno da circa un anno, ovvero da quando ho finito gli studi superiori che frequentavo in presenza e che mi impedivano di farlo; gli altri ragazzi dell’agonistica che come me si dedicano al tennis a tempo pieno frequentano Istituti che danno loro la possibilità di studiare a distanza.
Hai parlato degli obiettivi che avevi da bambino. Quali sono quelli attuali?
MB: Per poter vivere e non sopravvivere con il tennis si deve entrare tra i primi 100 giocatori del mondo, ed è a quel risultato che io e Fabio puntiamo. Per riuscirci – d’accordo con la mia famiglia – ho deciso di darmi 3 o 4 anni di tempo.
Fabio, ho avuto la possibilità di vederti in campo con i tuoi ragazzi e ti ho sentito ripetutamente citare una parola: ordine. Cos’è per te l’ordine nel gioco di un tennista professionista?
FC: Ordine significa avere un piano tattico preciso e riuscire ad attenervisi; significa fare le scelte giuste al momento giusto in campo; significa eseguire i colpi in modo tecnicamente e meccanicamente corretto. La durata media della carriera di un professionista si sta sempre più allungando rispetto al passato, e a questo fatto non è estranea la sempre migliore qualità tecnica dei giocatori; eseguire bene un colpo non solo spesso ti fa fare il punto, ma preserva anche il tuo corpo dal logoramento e quindi dagli infortuni. Aiutare i giovani aspiranti pro a diventare tecnicamente impeccabili è uno dei miei principali compiti, ed è qui che la collaborazione con un esperto come Danilo Pizzorno che ho citato prima diventa fondamentale.
A gennaio Mattia disputerà dei tornei Challenger. Oltre all’ammontare dei premi, che differenze ci sono tra i tornei di questo livello ed i Futures?
FC: I Futures costituiscono una palestra importante per i giovani ma – ciò premesso – le differenze con i Challenger sono enormi sotto più punti di vista. Oltre alla maggior consistenza dei premi e al rimborso delle spese di soggiorno, ci sono differenze di natura tecnica non banali. Ne cito una su tutte: la gestione del cambio palle durante i match; nei Challenger come nei tornei maggiori le palline vengono cambiate per la prima volta dopo 7 game e poi ogni 9; nei Futures il cambio avviene per la prima volta dopo 11 giochi e poi ogni 13. Per un giocatore di club questo può sembrare un dettaglio, ma a livello professionistico non lo è affatto; il maggior logoramento delle palline costituisce un grave handicap per i giocatori che “spingono” maggiormente e appiattisce le differenze tecniche esistenti, andando così a discapito dei più bravi. Nei Challenger hai poi la possibilità di allenarti molto più facilmente che non nei Futures, dove in sintesi la capacità di arrangiarsi è elevata ad arte.
Hai accennato costi legati alle spese di soggiorno. Più in generale, come fa un ragazzo a tenere vivo il sogno del professionismo dati i costi che comporta?
FC: Ti rispondo portandoti un esempio che ho vissuto in prima persona. Per cinque anni sino al 2018 ho allenato una giocatrice greca, Eleni Kordolaimi, che non aveva alle spalle una famiglia in grado di sostenerla economicamente. Io credevo nelle sue possibilità e quando abbiamo iniziato a lavorare insieme potevo contare su un fondo messomi a disposizione da uno sponsor. Questa ragazza è arrivata sino al numero 440 della classifica WTA, ma poi si è infortunata e non è più riuscita a riprendersi ed è precipitata in classifica; lo sponsor di conseguenza non ha rinnovato il fondo spese e la sua carriera è finita. Conclusione: se non sei un giocatore di interesse nazionale a cui la federazione dà un contributo importante – come per esempio nel caso di Mattia – puoi contare solo sui tuoi genitori.
E gli sponsor quando entrano in scena?
FC: Di norma a telecamere accese, ovvero quando l’atleta raggiunge una classifica tale da consentirgli di disputare tornei trasmessi dalle televisioni.
A proposito di sponsor: Mattia, ho notato che indossi maglia e pantaloncini della Yoxoi. Mesi fa intervistammo i due soci fondatori della società, Diego Mandara e Giacomo Ruzza, che ci illustrarono i vantaggi derivanti ai giocatori dal particolare processo tecnologico con il quale realizzano i loro indumenti. Come ti trovi?
MB: Premetto che li sto usando solo da pochi giorni, però mi sono già accorto di una cosa: se prima iniziavo la seduta di allenamento con la tuta e rimanevo in maglietta solo dopo essermi scaldato a dovere, da quando indosso Yoxoi non ho più bisogno della tuta. Sono curioso di scoprire se avrò gli stessi benefici anche in estate.
Fabio, hai citato l’aiuto economico che la federazione dà ai giovani di punta. Dal punto di vista tecnico che contributo fornisce la FIT?
FC: La FIT monitora costantemente i progressi dei miei giocatori di punta. Il mio tramite con la federazione è rappresentato da Giancarlo Palumbo, responsabile del settore tecnico Under 18 del centro di preparazione olimpica di Tirrenia, con il quale ho un proficuo rapporto dialettico. Penso che la Federazione stia facendo un grande lavoro e mi inorgoglisce vedere come il modello Italia sia ammirato e rispettato a livello internazionale.
“Father and son” non è solo una splendida canzone di Cat Stevens ma anche uno schema tipico del tennis: padre coach e figlio tennista. Mattia ha avuto il padre come coach per 15 anni. Secondo te quale è il miglior modo di porsi di un genitore nei confronti di un bambino o un adolescente che gioca a tennis?
FC: A tale proposito ho un motto: un genitore ha già vinto quando il figlio scende in campo. E questo vale per ogni sport, non solo il tennis. Perché riuscire a far sì che i propri figli pratichino uno sport penso sia in sé stesso un valore importante, indipendentemente dai risultati che poi si raggiungono. Non è un concetto semplice da fare entrare nella mente di una mamma e di un papà; anche loro come i loro figli devono allenarsi tanto, perché essere i genitori di un ragazzo che pratica sport, soprattutto se lo fa livello agonistico, non è un ruolo facile.
Challenger
Garibaldi (pres. Circolo Stampa-Sporting Torino): “Il Piemonte Open può crescere nel corso degli anni” [ESCLUSIVA]
Intervista al presidente del Circolo Stampa-Sporting di Torino che tira le somme sul torneo Challenger175 appena concluso

E’ tempo di tirare le somme al Circolo della Stampa-Sporting di Torino dove è terminata la prima edizione del Challenger 175, il Piemonte Open Intesa Sanpaolo, una novità preziosa nel panorama tennistico.
Federico Gaio, partendo dalle qualificazioni, è riuscito a centrare la finalissima, dove si è dovuto arrendere alla consistenza del tedesco Dominik Koepfer. Dopo un primo set vinto al tie break, l’azzurro ha subito la rimonta del tedesco per il 6-7(5), 6-2, 6-0.
Ai microfoni di Ubitennis il presidente del Circolo, Pietro Garibaldi, traccia un piccolo bilancio: “Siamo assolutamente soddisfatti per quanto abbiamo visto sui campi in queste lunghe giornate. Felici per Federico Gaio che con grande sacrificio ha saputo centrare la finale. Abbiamo avuto tanti italiani pronti a dir la loro in questo torneo, lui ci ha messo qualcosina in più ed è arrivato in finale. Lo ha fatto partendo dalle pre-qualificazioni, un torneo che abbiamo organizzato per dare una possibilità in più ai giocatori locali. Lui ci ha messo umiltà ed è arrivato fino alla finale. E’ davvero una storia sportiva che merita di essere raccontata la sua”. Gaio si allena da qualche anno al Circolo della Stampa-Sporting: Torino è diventata la sua città adottiva, e arrivare in finale a questo Challenger è motivo di grande soddisfazione.
Torino sempre più protagonista nel tennis che conta, non solo con le ATP Finals, torneo in cui il Circolo della Stampa-Sporting viene utilizzato come training center. “Dobbiamo ringraziare le istituzioni e questa nuova formula di Challenger che ci consente di essere protagonisti nel mondo del tennis e non legati solo all’ATP. E’ sicuramente una manifestazione che potrà crescere negli anni e siamo contenti. Noi come circolo vogliamo avere un posto nel panorama del tennis, anche quando le ATP Finals non saranno più a Torino”. Di certo non è stata una settimana facile, con tanta pioggia a condizionare il torneo, che si è concluso su campi indoor: “Non possiamo lamentarci, visto quanto sta accadendo nelle regioni limitrofe. E’ stato uno stress-test non indifferente per il nostro Circolo ma è stato superato in maniera egregia”.
Pietro Garibaldi chiude con un auspicio, quello di vedere Sinner partecipare alle ATP Finals 2023. “Le condizioni per vederlo qui a Torino tra qualche mese ci sono tutte. Teniamo le dita incrociate anzitutto perchè stia bene fisicamente, se ciò succede ha ottime possibilità di qualificarsi”.
Circoli in vista
46° Torneo Internazionale Giovanile “Città di Firenze” giunto agli ottavi di finale
Nel derby azzurro vince la giovanissima under 15 Fabiola Marino sulla numero 3 Ghirardato. Nel maschile l’azzurro De Michele fatica ma prosegue la sua corsa. Continua a stupire la qualificata austriaca Lilli Tagger grazie a un gioco divertente e offensivo

Si posiziona agli ottavi di finale il 46° Torneo Internazionale Under 18 “Città di Firenze”. Dopo la prima giornata che ha visto 8 incontri nel maschile e 8 nel femminile anche nella seconda giornata si sono visti 16 incontri di ottimo livello. Tra gli spettatori di questa seconda giornata anche l’assessore allo sport del Comune di Firenze Cosimo Guccione e tanti appassionati che hanno assiepato i campi delle Cascine.
A Livello femminile dopo la sconfitta della numero uno al femminile ad opera dell’azzurra Diana De Simone arriva la bella affermazione della giovanissima under 15 Fabiola Marino sulla numero tre del seeding l’altra italiana Emma Ottavia Ghirardato per 63 62. Ora sfida per accedere ai quarti con Gaia Greco. Nella stessa striscia da tenere d’occhio un’altra giocatrice che sta facendo divertire il pubblico fiorentino l’austriaca Lilli Tagger, anche lei 15enne, proveniente dalle qualificazioni che gioca un tennis offensivo con rovescio a una mano e cerca sempre la rete. L’austriaca supera 64 75 Noemi Maines ed ora se la vedrà con con la testa di serie numero 7 Ekaterina Perelygina brava a superare 64 63 Lucrezia Musetti. Nella parte bassa la numero due la tedesca Carolina Kuhl va avanti faticando contro la toscana e campionessa italiana under 16 nel 2022 Anastasia Bertacchi 46 64 62 il finale. Ora match con l’austriaca Alexandra Zimmer che in una sfida durata più di tre ore ha avuto la meglio sulla qualificata Lavinia Luciano 64 46 75.
Nel maschile il primo favorito lo statunitense Alexander Frusina sfiderà il giocatore del Match Ball Firenze a cui era stata concessa una wild card: Matteo Sciahbasi. Il giovane atleta, capace quest’anno di conquistare la promozione in A1 a squadre, è stato capace di sconfiggere 76 26 62 il polacco Grzegorzewsk. Bene i colori azzurri con la vittoria del terzo favorito Fabio De Michele che supera il kazako Amir Omaekhanov per 60 26 60 ed ora affronterà il ceco Velik. Nella parte bassa la sorpresa arriva dall’azzurro Jacopo Vasamì che ha sconfitto 62 57 62 il polacco, settimo favorito, Goran Zgola. Molto seguito anche il match che ha visto di fronte il giovane atleta del Ct Firenze Lapo Marianelli contro il giapponese numero 5 del seeding Reiya Hattori (104 del ranking) con vittoria del nipponico per 60 62. “E’ stata un’esperienza unica poter giocare contro un giocatore così forte – spiega Marianelli – per me è un sogno perché in questo torneo ci hanno giocato i futuri campioni del tennis mondiale. Ho dato il massimo per chi mi ha dato questa opportunità”
In tarda serata si sono giocati i primi turni dei tornei di doppio con favoriti nel maschile la coppia americana tedesca composta da Alexander Frusina e Yannik Kelm con i due cechi secondi favoriti Jakub Filip e Lukas Velik mentre nel femminile sono il duo USA Ashton Bowers e GER Carolina Kuhl le prime teste di serie e la coppia azzurra composta da Francesca Gandolfi e Greta Greco Lucchina le numero due.
Gli ottavi di finale vedranno l’inizio delle sfide alle 9:30 di venerdì con ingresso libero al Ct Firenze.
Le finali sono previste nel giorno di Pasquetta come tradizione (lunedì 10 aprile). Il tabellone principale prevede 32 giocatori nel maschile e 32 nel femminile e a questi si aggiungono i tornei di doppio.
Il direttore del torneo è il maestro Giovanni Del Panta mentre come giudice arbitro della manifestazione è stato designato Guido Pezzella.
Durante la manifestazione l’accesso al torneo sarà libero e sarà una grande occasione per i tanti appassionati di poter vedere dal vivo i futuri campioni del tennis mondiale. Il Circolo del Tennis Firenze 1898 si trova nel polmone verde della città, all’interno del Parco delle Cascine, con la sua tradizione centenaria e soprattutto un luogo dove è bello poter seguire incontri divertenti e appassionanti.
Comunicato Stampa
Circoli in vista
Presentato al Match Ball Firenze il Torneo Open di Pre-qualificazioni agli Internazionali d’Italia BNL 2023
Dal 18 marzo al 02 aprile, in palio dei posti per le pre-uqalificazioni agli Internazionali d’Italia. Obiettivo da record con oltre 700 partecipanti

Il Match Ball Firenze Country Club organizza dal 18 marzo al 02 aprile il torneo Open di pre qualificazioni Bnl d’Italia 2023 con montepremi di 25.610 euro valido come 45° edizione dei Campionati Toscani Assoluti.
Il circolo di Bagno a Ripoli ritorna ad essere il cuore pulsante del tennis toscano con la manifestazione clou a livello nazionale che permette di qualificarsi per le pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia. Si giocherà outdoor (all’aperto). I giocatori e le giocatrici potranno giocare sui campi limitrofi alla bellissima area verde del circolo fiorentino che potrà accogliere numerosi spettatori che potranno applaudire gli atleti in gara. Nel maschile favoriti il fiorentino Daniele Capecchi insieme al veneto Marco Speronello e al romagnolo Manuel Mazza, mentre al femminile saranno Viola Turini e l’esperta giocatrice trentina Angelica Moratelli.
“La storia del nostro circolo è quella dell’attività agonistica e sociale – spiega Leonardo Casamonti, vice presidente del Match Ball Firenze – grazie a mio padre Roberto siamo riusciti a mantenere la tradizione di una manifestazione che è il fiore all’occhiello della Toscana e assegna anche i titoli regionali assoluti a un evento che è unico nella nostra regione e che da la possibilità di qualificarsi per il Torneo del Foro Italico a due giocatori e due giocatrici nel singolare oltre ai vincitori del doppio maschile e femminile”.
“Bagno a Ripoli grazie al Match Ball Firenze diventa ancora una volta punto di interesse del mondo tennistico – spiegano il Sindaco Francesco Casini e l’assessore allo sport Enrico Minelli – il Torneo di pre qualificazioni Bnl Ibi 2023 porterà i migliori giocatori da tutta Italia nel nostro Comune a suggello di un’area che vive di sport”.
“La Toscana è ritenuta dalla FITP una delle regioni più importanti e capaci dal lato organizzativo – mette in luce Guido Turi consigliere nazionale della FITP – i numeri lo dimostrano e soprattutto ogni qualvolta la regione è stata chiamata in causa ha risposto sempre al massimo con eventi partecipati e di livello. Proprio il Challenger di Firenze svolto a ottobre 2022 è stato premiato come miglior manifestazione nazionale nei Supertennis Awards. Giocare al Match Ball Firenze per i tanti atleti sarà una bella festa”.
“Sono passati diversi anni ma ricordo ancora adesso la trasformazione di questo torneo da manifestazione regionale con assegnazione dei titoli toscani a torneo di pre qualificazione – dice Luigi Brunetti, presidente FITP della Toscana – una bella sfida che ancora una volta ha innalzato la qualità del torneo e soprattutto ha permesso di dare un sogno a tanti giocatori della nostra regione e non solo: giocare al Foro Italico”.
Presenti alla conferenza stampa anche Nicola Armentano delegato a Promozione sociale e Sport della Città Metropolitana, il vice presidente della FITP Toscana Romeo Tanganelli e la consigliera Raffaella Rebecchi.
Ufficio Comunicazione CRT