Ancora sull’Australian Open: Collins, Keys e Swiatek

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Ancora sull’Australian Open: Collins, Keys e Swiatek

Secondo articolo di analisi dell’Australian Open femminile 2022, con una breve coda dedicata ad Anisimova e Osaka

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Danielle Collins - Australian Open 2022 (foto Twitter @AustralianOpen)
 

Dopo l’articolo della scorsa settimana dedicato ad Ashleigh Barty, è il momento di analizzare le prestazioni di altre grandi protagoniste del torneo. Cominciamo con la finalista, Danielle Collins.

Danielle Collins
Danielle Collins e l’Australia: da quando gioca stabilmente in WTA, per Danielle Collins l’Australia è il continente nel quale trova le condizioni più adatte per offrire il suo tennis migliore. Consideriamo qualche numero, tenendo presente che, pur avendo 28 anni (è nata nel dicembre 1993), Collins per diverse stagioni ha scelto di giocare nel circuito universitario NCAA e questo ha ritardato sino al 2018 il suo impegno a tempo pieno nel Tour maggiore.

Negli Slam vanta come migliori risultati una finale, raggiunta quest’anno a Melbourne, e una semifinale, ancora conquistata in Australia nel 2019. Negli altri Major, invece, ha raccolto al massimo un quarto di finale (al Roland Garros di autunno 2020), mentre non è mai andata oltre il terzo turno a Wimbledon e New York.

Ma non meno evidente è il dato che emerge se calcoliamo il valore delle giocatrici sconfitte. Contro le Top 10, Danielle ha un record di 15 sconfitte e 7 vittorie. Ebbene, di queste 7 vittorie, ben 6 sono state raccolte in tornei giocati tra Melbourne, Brisbane e Adelaide.

Non è facile spiegare la predilezione di Collins per l’Australia, si può solo provare ad avanzare delle ipotesi. Forse si esprime meglio a inizio stagione, e paga più delle altre giocatrici il carico fisico dell’accumularsi dei tornei nel corso dell’anno? O forse a favorirla è il caldo, che spesso caratterizza gli impegni down under? O forse è la stratificazione di buoni risultati del passato che la aiuta a giocare bene, in una sorta di circolo virtuoso mentale? O forse la combinazione di tutti questi fattori?

Sia come sia, quest’anno Collins è diventata la protagonista della parte bassa del tabellone di Melbourne, il lato di tabellone teoricamente presidiato dalle testa di serie numero 2 Sabalenka e numero 3 Muguruza, che però non sono state all’altezza delle aspettative. Sabalenka è uscita al quarto turno contro Kaia Kanepi, al termine di una prestazione discontinua e gravemente penalizzata dai doppi falli (5-7, 6-2, 7-6). Muguruza si è fermata addirittura al secondo turno, incapace di trovare la strada giusta per liberarsi dalle trame difensive di Alizè Cornet (6-3, 6-3).

Collins invece ha sconfitto nell’ordine Dolheide, Konjuh, Tauson, Mertens, Cornet e Swiatek, conquistando la finale contro Barty. Il suo torneo non è sempre stato facile: ha anche attraversato momenti complicati, riuscendo però comunque a prevalere alla distanza.

Il rischio maggiore probabilmente lo ha corso al terzo turno contro Clara Tauson (4-6, 6-4, 7-5), la giovanissima danese (classe 2002), reduce dal perentorio 6-2, 6-4 inflitto alla testa di serie numero 6 Kontaveit. Contro Collins, Tauson è partita lenta ma, dallo 0-3 primo set, ha infilato un parziale di 10 game a 3, che hanno significato 6-4, 4-2 a suo favore. A quel punto a Clara sarebbe bastato tenere ancora due volte i propri turni di servizio per sbrigare la pratica. Molto facile a parole, molto meno sul campo, specie quando si gioca in una giornata torrida e contro una avversaria come Collins, che non è certo il tipo disposto a lasciare strada facilmente.

Caldo, capacità agonistica ma anche notevole qualità in risposta: facendo leva soprattutto su questo fondamentale, Danielle è riuscita a strappare la battuta a Clara nel settimo game, inaugurando di fatto un nuovo match, in cui gli aspetti mentali sono diventati decisivi, e hanno aperto una incrinatura sempre più profonda nella solida linearità della prestazione di Tauson.

Nel finale del secondo set la partita è diventata incandescente: sia per la aggressività agonistica di Collins che per le oggettive condizioni atmosferiche. Sempre più rossa in volto, Clara è sembrata perdere la serenità, e Danielle l’ha sopraffatta con un parziale di 4 game a 0, che non solo ha rimesso in equilibrio il match (sul 4-6, 6-4) ma le ha permesso di conquistarsi il vantaggio di servire per prima nel set decisivo.

Il finale di secondo set contro Tauson è stato uno dei momenti più incisivi del torneo di Collins, che ha chiuso quel solo set con un saldo di +9 (16 vincenti, 7 errori non forzati) mettendo in questo modo le basi per il 7-5 del terzo set, nel quale Tauson ha tremato in battuta al momento di servire per rimanere nel match (sia sul 4-5 che sul fatale 5-6).

a pagina 2: Il tennis della Collins più recente

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